Fenomenologia dei pensieri negativi che mi (ci) accompagnano passo passo, giorno per giorno



Sto cercando di occuparmi il più possibile del mio benessere. Dopo una certa età queste cose diventano molto importanti. Adesso per me è tutto un fare attenzione alle energie, alle negatività, alle persone troppo "needy", come dicono gli americani che in quanto all'esaltazione delle prospettive individuali sono maestri indiscussi.

Sono giunta alla conclusione che per ottenere il top del benessere mi ci vorrebbe un bel trasferimento in luogo di mare, tipo in Versilia. Vivere al mare è un desiderio che ho fin da piccola. Un desiderio molto teorico, considerando che questa estate non ho messo piede su una spiaggia nemmeno una volta, e le mie ferie di solito le trascorro sempre lontano da onde e scogli. Però ho di continuo questa idea dello stare al mare che mi rimbalza in testa, specialmente in questi giorni grigi e piovosi.

Bevo tutto d'un fiato il Vivin C, pensando a luoghi esotici e personaggi mitici. Per esempio io ho sempre invidiato Magnum PI per la sua vita da parassita di lusso in quel paradiso tutto mare, dove l'estate non finiva mai. Lui era uno che tanti problemi non se li poneva: cazzeggio, amici e via. La leggerezza d'animo, che meraviglia! Gli sceneggiatori dovevano rivangare continuamente la faccenda del Vietnam, altrimenti sarebbe stata un'esistenza troppo sfacciata.

E sopratutto lo invidiavo per la sua vocina interiore. Magnum PI aveva una vocina amica, sempre sul pezzo, pronta ad aiutarlo a risolvere i casi e a dargli la dritta giusta per uscire dalle situazioni più intricate.

C'era l'inquadratura di una spiaggia tropicale, col mare azzurro fino all'incredibile e la voce fuori campo di Thomas Magnum: «La mia vocina mi diceva che...» e seguiva l'intuizione giusta per concludere un'indagine o superare uno stallo. E poi via a fare una nuotata sulla spiaggia da sogno. La sua era una vocina proattiva.

Beato lui.

Anche io ho una vocina interiore. Le ho dato un nome altisonante, ma pertinente: La Grande Sabotatrice.

La mia vocina si attiva sempre e solo per ricordarmi che non sono all'altezza (qualsiasi cosa stia facendo), che non sono proprio in grado di..., allora sarebbe meglio non... no no, lasciamo stare dai...

Al punto che ogni volta che faccio qualcosa, specialmente qualcosa in cui sono più in vista e riconosibile, mi rimane sempre questo amaro in bocca a rovinarmi la festa. Amaro che si traduce in una sensazione di malessere e di insoddisfazione. Della serie: non mi godo nulla.

Perché nulla è più facile del rimanere invischiati in schemi di pensiero nocivi. Io ci vivo immersa perennemente, come una pesciolotta nell'acquario a palla.

Quella vocina interiore insistente, castrante, che arriva sul più bello a rovinare gli impulsi spontanei, le cosiddette cose belle.

E questo è un problema che hanno in tanti.

Come affronto di solito la vocina interiore negativa? Sostanzialmente mettendo in atto due tattiche:

1) risponderle con argomenti razionali e auto assolutori;
oppure
2) ingnorarla in attesa che si esaurisca;

Due approcci insoddisfacenti, naturalmente. La vocina interiore se ne frega delle obiezioni sensate. Va dritta per la sua strada del rompere i coglioni a tutti i costi, ha una resistenza incredibile, è una maratoneta della critica.

Ma allora, come si mette a tacere in modo efficace il pensiero negativo? Sparandogli?

Forse.

Nel tentativo di dotarmi delle munizioni adatte, ho trovato un articolo che suggerisce una tecnica per neutralizzare il pensiero negativo, diversa da quelle a cui sono abituata.

Propone una cosa banale.

Molto semplicemente consiglia di visualizzare il nostro critico interiore; se gli diamo un aspetto riconoscibile può aiutarci a neutralizzarlo.

Ho accolto con entusiasmo il suggerimento, non c'avevo mai pensato. Eppure ne ho fatti di tentativi di superare questa cosa. A suo tempo sono anche andata a fare sedute di meditazione, proprio per tentare di alleggerire il turbinare di pensieri negativi che a volte prende il sopravvento e mi blocca sul più bello, oppure mi impedisce di godere cose che invece dovrei godermi, per sacrosanto diritto.

Una tecnica semplice, dicevamo.

Visualizzare, personalizzare e dare una forma.

Mi sono concentrata e ho visualizzato il mio critico interiore e, con mia grande sorpresa, ho scoperto di essere praticamente posseduta da una specie di Ortro, il cane bicefalo della mitologia greca. Non una, ma due vocine, fastidiose e catalizzanti: una autonoma e pazzarella, l'altra telecomandata da mia madre.

La cosa si faceva sempre più complicata.

Gli psicologi usano il termine "pensieri negativi automatici" per descrivere le idee che si presentano nelle nostre coscienze all'improvviso, apparentemente senza motivo. Pensieri che sono come ospiti inopportuni, di quelli che entrano in casa tua e pretendono il cento per cento dell'attenzione mentre ti svuotano il frigo senza tanti complimenti. E quando vanno via, queste vocine negative si lasciano dietro un guazzabuglio di emozioni sgradevoli condite con spruzzate di disagio.

I "pensieri negativi automatici" sono in grado di sabotare la parte migliore di noi, quella che fa le cose, che vorrebbe vivere bene. Hanno il potere di condurci in circolo vizioso di miseria, di instillarci infelicità, ansia o rabbia (a noi la scelta), tutti sentimenti brutti che a loro volta creano altri "pensieri negativi automatici", in un crescendo continuo.

Un gran casino.

Fortunatamente abbiamo un cervello potente, e neanche ci rendiamo conto quanto. Un cervello che può fare un culo così alla vocina, se solo lo lasciamo lavorare. Quindi è possibile interrompere il circolo vizioso dei "pensieri negativi" e sostituirlo con qualcosa di più sano. E non è mai troppo tardi per questo. Infatti lo sviluppo del cervello non si arresta con la fine dell'infanzia, come invece si credeva un tempo. Ci sono studi che dimostrano che nel corso della vita il nostro cervello si adatta alle situazioni più disparate, anche in caso di trauma. Quindi figuriamoci se non è possibile azzittire una vocina interiore stronza.

La soluzione è riuscire a creare percorsi mentali completamente nuovi. E per riuscirci, un primo passo consiste nel rendersi conto di quali siano i nostri "pensieri negativi automatici", di individuarli quando si manifestano, di imparare a riconoscerli.
Non sempre è facile, siamo assuefatti dalle nostre menate, ci risulta difficile riconoscerle per quel che sono. Per rendere questo compito più facile abbiamo detto che possiamo dare una fisionomia al nostro critico interiore.

Ed ecco Otro, con le due teste, mia madre e il mio io interiore, che quando non ce l'hanno con me passano il tempo a discutere tra di loro.

E quando discutono tra di loro cerco di distrarmi come posso, con sani passatempi:



Di solito funziona alla perfezione.

Comunque il primo passo per togliersi dal cervello tante paranoie e negatività consiste nel diventare consapevoli dei nostri "pensieri negativi automatici". L'articolo suggerisce addirittura di fare un disegno, perché se lo mettiamo nero su bianco, poi sarà più facile neutralizzare il nostro mostriciattolo.

E anche io ho disegnato la mia duplice vocina interiore:


Non sono Giotto e sono 4 zampe, ok?


Insomma, tutto ciò per rendere più facile esprimere i pensieri.

Otro è un reazionario, fascista fino al midollo. Ogni volta che sto per fare qualcosa di eccitante, eccolo a rovinare la festa. Come ci riesce?

Iniziando a ripetere nella testa frasi come queste:
Tu non sei pronta.
Nessuno vuole quello che hai da offrire.
Sei troppo vecchia.
Nessuno ti ascolta.
Lascia stare, tanto non potrai mai avere successo.
Non hai fatto abbastanza.
È doloroso, lascia stare.
Ecc.

Continua per i passi successivi, per adesso accontentiamoci di questo. ;-)







Disclaimer. Sei un terapista e hai letto cose strane? Vedi in me una probabile cliente? Stai per scrivermi in privato per proporti? Ok, no problem, è già successo in passato per terapie, massaggi, ecc. Tuttavia, devi sapere che ho pochi soldi, e preferisco spendermeli in serate al pub. Se sei ancora interessato/a possiamo parlarne.

Fonte d'ispirazione: How to silence negative thoughts 

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