Sfankulare


io sfankulo.
tu sfankuli.
egli sfankula
noi sfankuliamo
voi sfankulate
essi sfankulano


Con la k, ovvio. È il mio nuovo mantra. E anche il mio nuovo modo di essere. Sfankulare sempre, ma con classe. grazie amica L. per avermi passato un briciolo di saggezza.

Oggi niente foto sul post ché il vaffanculo sembra copyright del movimento di Beppe Grillo e non ho voglia di sbattermi per approfondire la ricerca...

Libri di blogger che amo: l'ultimo della Susi e divagazioni sul tema

Questa estate l'ho dedicata quasi esclusivamente alla lettura di ebook, specialmente le ferie. Di solito alterno carta/pixel, ma questa volta mi sono portata in viaggio solo il magico lettore, con tutti i titoli che mi è parso, e non ho sofferto la solita sindrome da mancanza di letture vacanziere che mi compromette il relax dei giorni di riposo lontana da casa.
Mi piace leggere gli ebook: per i romanzi è l'ideale, il lettore mi permette di girare con un peso umano nella borsa, nonostante sia un modello vecchio e piuttosto massiccio.
Perciò sono stata entusiasta nello scovare per caso (sì, per puro caso, perché all'inizio lei mica lo diceva!) il terzo libro della Susi Brescia: Il bar a sud est.
La Susi è una blogger storica, di quelle che leggo da così tanti anni che nemmeno mi ricordo quando ho cominciato. Il libro si compra online qui. Io l'ho acquistato, l'ho caricato sul "lettorino" e infine ho fatto questa foto oscena col mio cellulare scrauso che non rende giustizia alla copertina che, a mio avviso, è molto bella e mi ricorda un certo dipinto di Kazimir Malevič che vidi in una mostra a Firenze, intorno al Novantuno o forse Novantadue, che ora non sono riuscita a ritrovare su Internet per fare un bel fotomontaggio come avrei voluto. Ma, visto che son passati vent'anni da quando lo vidi, forse quel quadro non c'entra un cavolo e io mi ricordo fischi per fiaschi. Boh. Non fa bene alla salute soffermarsi su certi dettagli del passato remoto e poi sto andando fuori tema.
La Susi sforna più o meno un libro all'anno e io ne sono fedele lettrice, perché scrive storie sempre piacevoli da leggere. Il bar a sud-est mi è piaciuto, secondo me vale la pena leggerlo. Poi mi piace come la Susi scrive e racconta i problemi del Sud; è critica, disillusa ma senza piagnistei. Brevemente: è la storia di un'amicizia tra due donne che nasce in modo inaspettato, ciascuna con i propri fantasmi e con il proprio retroterra di dolore bello peso. Lo sfondo è quello del mare di Puglia con all'orizzonte una vicenda drammatica a cui abbiamo assistito tanti anni fa e a cui sinceramente non pensavo più. E brava Susi!

Già che c'ero ho cercato l'altro post che scrissi sui libri della Susi, così c'è la panoramica completa delle sue pubblicazioni (perché lei mica le dice!). Mentre cercavo questo link ho trovato un post del 2008 sui blog che seguo e che hanno pubblicato dei libri: Blogger che pubblicano libri. Forse dovrei rifarne uno aggiornato, perché manca un sacco di roba; per esempio manca il libro della Orlà, Coming Out, una raccolta di racconti molto teneri sul tema: "è meglio essere nero che gay perché se sei nero non devi dirlo a tua madre" (cit. dalla quarta di copertina, qui il libro), che ho letto un po' di tempo fa, di cui non avevo scritto nulla. Ma faccio fatica a tenere il ritmo!

Via, più veloce della luce

The Mule (link)
In questi giorni faccio fatica a non parlare di lavoro. Sto soccombendo - diciamo così - inesorabilmente alla solita routine. Sento che l'impulso al cambiamento, al tentare cose nuove si sta affievolendo e piano piano le vecchie, pigre dinamiche ritornano a guidare la mia vita. Però che tristezza rendersi conto che è solo il banale lavoro il centro della mia esistenza!
No, non è bello, dai. Se poi penso che in questo stesso momento, da un'altra parte del mondo neanche tanto lontana, è stata superata la velocità della luce, mi sento ancora più strana.
Infatti queste scoperte scientifiche mi ricordano che l'Universo con la U maiuscola se ne fotte beatamente delle mie beghe di ufficio. Anzi: l'Universo se ne fotte di tutte le beghe di lavoro del mondo. Mi rassegno all'idea che allora non c'è nulla di speciale: tutta la vita è solo un istante privo di significato.
Eccallà. Bello. Quando ho questi pensieri, dopo un primo momento in cui rimango attonita e apatica, poi non so mai se sentirmi sollevata e legittimata a farmi i cavoli miei in leggerezza, oppure se deprimermi ancor più profondamente per la consapevolezza dell'assoluta mancanza di senso delle mie giornate.
Maremma santa e pensare che cinque minuti fa la mia intenzione era solo scrivere due parole su Breakin Bad. Volevo dire che mi piace molto e che è stata una gradita scoperta... Ah già: è iniziato anche Park and Recreation...

Cali di zuccheri

The Budget Cuts Edition su Flickr
Ho pranzato dieci minuti fa, mangiando un panino al prosciutto cotto e un mini gelato, il tutto al volo e respirando l'aria meravigliosa di questa giornata meteorologicamente perfetta. Per tutta la mattina sono passata da un appuntamento all'altro, sparando antani e ricevendo fuffa in cambio. C'ho delle crisi di coscienza che si tagliano col coltello. E poi c'ho anche una paranoia sociale (fondatissima e quasi certa, per carità) che non mi dà respiro: aspetto la fine dell'Euro con timore e sollievo. Non mi so spiegare perché mi sia presa così: non si tratta della solita paranoia da disastro nucleare ecologico imminente che ricorre sempre nei miei incubi notturni. Questa volta c'ho un chiodo fisso, diurno e diverso dal solito: il default italiano e la fine dell'Euro. Vabbè, almeno diversifico le mie idiosincrasie sociali. Mi sono anche scoperta a discutere con passione, tra me e me, che no, rivoglio le lire, non la squallida lira pesante, chi se ne frega della lira pesante, ma chi l'ha inventata questa stronzata. Vuoi mettere, invece, le lire? Mille lire, diecimila lire. Ok? Perché poi in preda a questi pensieri una sbarella e si esaurisce per forza. Allora troviamo un'attività nuova, anche da fare in rete, mi consiglia una collega zen in vena di gigioneggiare. 
«Per esempio?» Chiedo tra l'incuriosito e il sornione, aspettandomi la cazzata. E infatti:
«Per esempio, diventiamo food bloggers
«Che?!»
«Sì, sono i blogger che parlano di cibo, noi apriamo un blog di ricette, cuciniamo, facciamo le foto...»
Poi ho staccato la spina, meglio pensare al default e alla Lira svalutata, ma solo alla Lira doc, non a quella pesante, per carità.

Colgo, dunque sono: Settembre

Il famoso fico vezzoso
In questi giorni passo la maggior parte del mio tempo libero a spippolare su internet, cercando informazioni per organizzarmi un molto vario ed eventuale soggiorno all'estero. Non so se alla fine lo farò davvero, ma nel frattempo I act as if... che mi pare una cosa molto positiva. Sto entrando anche nell'ordine di idee di cambiare lavoro, o meglio azienda, ché dove sono ora son tutti matti ed è meglio aver paura che buscarne. Questa, più che volontà di cambiamento, è un puro istinto di sopravvivenza. Perciò mi guardo intorno e faccio bene. Poi sto cercando un'attività ricreativa nuova da fare in inverno, perché ogni anno mi piace imparare a fare cose nuove, o frequentare ambienti diversi. Non so ancora di preciso che cosa mi piacerebbe, intanto ci sto pensando e valuto le possibilità e cerco di cogliere le occasioni. Eccoci, questo è Settembre. Il mese della mia frutta preferita, l'ho scritto anche altre volte, e il mese delle nuove partenze, metaforiche e non. Rami secchi da sfrondare o già sfrondati e nuove possibilità all'orizzonte, almeno lo spero. Dalle mie parti si respira un fermento sfruzzichino e corroborante. Solo per me è così?

Salve, sono un utente fake di Facebook

Ciao mondo, 
mi chiamo UFF e sono un Utente Facebook Fittizio. Ovvero sono un fake, come dicono gli smanettoni. Sono stato creato da una società di servizi di intermediazione, al solo scopo di amministrare un tot. di pagine Facebook dedicate al nulla e anche per fare social networking ché va tanto di moda. Il tutto a scopo subdolamente commerciale, ça va sans dire. Allora, la cosa funziona così: l'utente Facebook che rientri nella fascia dei beoti, può cliccare sul mitico "mi piace", diventar fan del nulla. A quel punto è in mio potere e come UFF ho il compito di fargli vedere tutta la pubblicità aziendale, che naturalmente maschero per bene, spacciandola per notizie sfiziose di prima mano.
L'utente poi mi scrive (sì, cavolo, scrive sempre!) per avere altre notizie, ché le stronzate non gli bastano mai, oppure scrive per ricevere info commerciali con finti sconti, voucher, saldi outlet (parola magica) e visionare prodotti normalissimi sentendosi però privilegiato nel farlo. Sono questi i momenti in cui penso che Berlusconi non avesse poi tutti i torti quando dichiarò in un'intervista del 2004 che: "il cliente, il pubblico, sono come un bambino di undici anni che fa la seconda media, e neanche tanto intelligente".
Ma in fondo: io che ne posso sapere? Sono solo un UFF, creato a tavolino da tizi più interessati a sbranarsi pizze a domicilio, cercando di contenere i rutti da Coca Cola. Per esempio, la foto sgranata del mio profilo è stata presa da un catalogo online dei primi anni duemila: il piano americano di un bel ragazzo sulla trentina, vestito casual e un bel sorriso sotto la barba incolta e sexy. Mi hanno fatto figo, comunico leggerezza e bella vita! E io sono figo davvero, anche se in realtà non esisto, e devo confessare che la mia vita online è per lo più gestita da una quarantenne sorniona che ci si diverte come una matta. Almeno così mi sembra, perché quando la sento spippolare sulla tastiera ridacchiando tra sé e sé io mi preoccupo molto.
In fede,
UFF

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...