Ragazzi mi dite del #terremoto? Grazie*


Giornate piene queste che mi tengono lontana dal blog. Ho anche la solita carenza di idee. Carenza di idee che è durata fino a questa mattina, quando ho sentito la scossa di terremoto. Ed è cosa nota: il terremoto è un topic fondamentale del blogger incallito. O meglio: lo era, perché adesso è diventata più cosa dei "twitteristi". Una frase e via e in effetti ho appena controllato: #terremoto è al top delle tendenze di oggi. E devo dire che è un hashtag ipnotico, faccio fatica a sottrarmi al flusso degli aggiornamenti, anche se non raggiunge certo le vette di #Giglio#Concordia della settimana scorsa, di cui ho conservato l'immagine del post. Adesso Twitter è più gettonato di Facebook, perché a mio avviso è meno caotico e poi ci si trovano personaggi come Fiorello, la Ventura, DJ Francesco, Jovanotti e così via ecc. e se abbiamo culo li possiamo beccare mentre sclerano tra di loro e si lanciano frecciate fuori luogo. Tutto questo senza dover elemosinare amicizie, cliccare controvoglia su "like" o mettere certi nomi nel proprio carniere pubblico di contatti. Twitter ti dà un grande vataggio: ti permette di fare finta di essere snob, ma contemporaneamente sapere dov'era la Simo Ventura durante il terremoto di stamani. Ma sto divagando.
Dunque, dicevo che sono stata un paio di settimane senza blog anche perché in questi giorni il tempo è stupendo e allora preferisco trascorrere la pausa pranzo in giro per il centro della città, dedicandomi ad attività "gradevoli nonché tutta salute" come: camminare con entusiasmo con l'illusione di smaltire qualche caloria in eccesso, cercare posti nuovi dove prendere il caffè e inseguire i raggi di sole. Perché in queste giornate fredde, il sole all'improvviso è corroborante e mi piace sentirlo sulla faccia. Una goduria anche se poi, diosolosaperché. mi viene stampata sul viso una monoespressione sorridente e inebetita, uguale spiccicata a quella di Formigoni nei suoi videoclip agghiaccianti (occhio, solo per amatori, non sto scherzando: http://youtu.be/a0rbS0_g2qQ). Me l'ha fatto notare una mia amica che stava camminando con me e da quel momento tutte le volte che sorrido ci penso.


* Questo titolo è un vip-twit di Francesco Facchinetti, aka DJ Francesco, aka il figlio di uno dei Pooh e aka definitivo compagno della Alessia Marcuzzi, pure lei su Twitter.

10 idiosincrasie che rendono la mia vita e quella di chi mi sta intorno un po' più difficile


Di getto, senza pensarci tanto. Ecco che vuol dire essere donna quarantenne oggi. E poi un po' di sana autocritica ogni tanto ci vuole.
  1. Devo mettere sempre un pezzo di post-it a coprire la webcam del computer altrimenti mi sento spiata;
  2. quando esco dall'ascensore controllo sempre che non ci sia un ladro nascosto sulle scale di sopra o gli zombie che salgono da sotto;
  3. non riesco ad addormentarmi se ho più di due piatti sporchi nel lavello;
  4. devo aprire e/o eliminare immediatamente tutte le email che ricevo. Non tollero i "da leggere".
  5. non sopporto se mi rivolgono la parola mentre sto guardando un film, specie se di fantascienza;
  6. cerco sempre di mettere le cose per iscritto, anche con gli amici cari, anche quando proprio non sarebbe il caso;
  7. ho la tendenza a formulare le domande cercando di suggerirne le possibili risposte, in modo che l'interlocutore non divaghi facendomi perdere tempo (intollerabile); 
  8. prima di uscire di casa devo aver staccato la presa dello stereo dalla corrente. Sempre, eh. Sennò mi prende fuoco casa. Per forza.
  9. Sono spaventata dalla guida del 98% delle persone che conosco. Sono inspiegabilmente circondata da gente che non sa guidare manco per nulla. Fingo di avere il mal d'auto per diminuire il numero di viaggi in auto.
  10. Da anni faccio uso massiccio di futureme.org, un sito che consente di auto-inviarsi lettere nel futuro, per esempio tra un anno. Però io lo uso sempre e solo quando sono giù di morale o alterata (ubriaca, febbricitante, stressata, ecc.). Perciò ricevo regolarmente email deliranti da una me stessa psicolabile dell'anno prima e in cui non mi riconosco mai.
Perché poi rileggere queste cose fa bene, è una sorta di auto-analisi dei poveri. Adesso mi sento meglio. Inverto il trend e ora che sono rilassata ne approfitto per inviare un'email senza essere in stato di alterazione alla me stessa del futuro. Ecco.

Ufficiali giudiziari e Paolo Fox

Giustizia e Oroscopo

Gattasorniona ci racconti come hai iniziato questo 2012?
«Ma ben volentieri, caro intervistatore fantasma. Allora in ditta sono arrivati due ufficiali giudiziari in due giorni - sì, proprio uno al dì - per tentare di consegnare degli atti. Siccome il titolare e destinatario delle notifiche è all'estero, nessuno li ha ritirati per paura di lasciare la firma su roba che sicuramente finirà in tribunale. Ecco, questa è la notizia del giorno. Ed è anche la notizia clou di ieri. E questo mi fa riflettere, perché è inutile cercare spiegazioni di questa depressione cronica nei massimi sistemi, nelle micragne della vita contemporanea, nei vent'anni di berluconismo e altre bischerate new age. Perché quando si fa una vita come la mia è inevitabile diventare un tutt'uno con lo spleen depressivo. Diciamo che fa parte del gioco.»

Allora, come reagire? Qual è il modo di sfangarla?
«Non ne ho idea, sto ancora cercando la magica ricetta esistenziale che mi salverà da 'sto baratro nero che m'insegue inesorabile. E questa ricerca mi porta a esplorare territori inaspettati e spesso piacevoli, ad ascoltare le esperienze di persone che alla fine hanno trovato la loro formula per non lasciarsi sopraffare dalla quotidianità melmosa che ci lambisce tutti, di continuo.
Adesso so che la ricetta è molto personale e gli altri, se scelti con cura, possono solo essere fonte d'ispirazione e di conforto. Ma trovare l'alchimia giusta tocca solo a me. E questo lo posso fare anche trovando il coraggio di sfanculare le cose che, sulla base di esperienze passate, so già che non mi porteranno alcun giovamento, né vantaggi.
Perciò lo scrivo chiaramente: addio Paolo Fox, mi hai delusa, non ne hai azzeccata una nel 2011. D'ora in poi si torna da Rob Brezsny

3 primi piatti di alta gastronomia, ma dalla semplicità disarmante, che ti faranno impazzire

La mia spesa di ieri sera che ha ispirato questo post con dedica finale.

Dicono che nevicherà presto. Dicono. Allora a questo giro mi sono premunita in anticipo, in caso rimanessi bloccata in casa come l'anno scorso. Se dovesse succedere, infatti, avrò carboidrati e proteine vegetali a tirarmi su il morale per tutto il tempo che sarà necessario. Senza l'urgenza di ritornare nel mondo a tutti i costi come accade quando certi eventi straordinari ti prendono alla sprovvista e ti manca sempre qualcosa di fondamentale per riuscire a goderteli. E poi ci sono dei cibi che io collego direttamente allo stare in casa e all'inverno.
Tipo le penne lisce Barilla, cottura otto minuti di saggezza popolare pura: dove c'è Barilla c'è casa, perché dove c'è casa c'è pastasciutta.Voilà servito il sillogismo culinario dell'abbrutito. E io mi ci ritrovo in tutto ciò. Eccome. Tornando allo specifco, io sostengo che penne lisce siano fatte apposta per essere abbinate al tonno. Non ammetto repliche: si tratta di un abbinamento perfetto. In questo caso ho scelto tonno al naturale poco calorico, ma che alla fine condirò con olio di olive mediterranee a crudo, per ottenere una pasta al tonno coi fiocchi. Mi raccomando: la vera pasta al tonno è soltanto quella fatta con la "ricetta dello studente", ché tutte le altre varianti sono solo dei volgari tentativi di rendere trendy il cibo che ci ha accompagnati negli anni dell'Università, se si è stati studenti fuori sede o se si frequentavano tanti fuori sede, come nel mio caso. Quindi fare la pastasciutta così provoca momenti proustiani a sfare, con spleen e struggimenti sul tempo che fu, ecc. Con la pasta al tonno si aprono dei mondi dimenticati e mi pare una gran cosa.
Poi ho acquistato dei magnifici ditali rigati con trafilatura al bronzo, qualsiasi cosa sia la trafilatura al bronzo non son mai riuscita a capirlo e ora che ci penso non m'interessa nemmeno approfondire l'argomento. Ditali rigati biologici-mio-malgrado e integrali, sempre marca Coop. A dire il vero è un po' cara come pasta, l'ho pagata sugli 83 centesimi contro i 50 del mezzo chilo della Barilla, ma va bene così: una volta ogni tanto si possono fare certe pazzie in cucina. A questa pasta ci abbino sempre e solo delle lenticchie coop, ovvero: lenticchie secche, reidratate e poi confezionate immediatamente per mantenerne inalterato il gusto. C'è scritto proprio così sull'elegante confezione in brick e io ci credo. Anche questo piatto va eseguito sempre con la "preparazione dello studente": stesse emozioni, stessi momenti proustiani, stesso riaffiorare di mondi remoti e via discorrendo.
Infine l'ultimo piatto del mio kit emergenza-neve: un ottimo riso Carnaroli indicato per risotti speciali, abbinato sapientemente a piselli finissimi raccolti e lavorati in giornata e anch'essi confezionati in brick. Da prepararsi, manco a dirlo, pure questo con la ricetta dello studente così si porta dietro tutte le suggestioni di cui sopra.
Ecco tre abbinamenti gastronomici ideali, con cui iniziare l'anno e affrontare i rigori dell'inverno, che dedico con tutto il cuore alla mia amica L. grande gourmet e pioniera del gusto, anche se non credo legga 'sto blog. Ma non ha importanza.
Infine, ci tengo a precisare che questo post di alta gastronomia non è una marchetta alla Coop. Nemmeno per sogno, sia chiaro. Ieri per caso ho fatto la spesa lì e ho preso i loro prodotti, ma potevano essere benissimo dell'Esselunga, della Conad, del Lidl, ecc. ecc.

Ebook di Natale gratis + edizioni fai da te non si negano a nessuno...

La foto a tema distopico della graziosa copertina è fatta
con le mie zampette e non è un fotomontaggio.
- Versione breve:
Anche io ho fatto un ebook (un anno fa, ma questo è nella ver. prolissa). Si scarica gratis da qui!


- Versione prolissa:
Come "tutti" sanno, Splinder è arrivato agli sgoccioli della sua breve ma intensa vita: chiuderà a fine Gennaio 2012 come avverte quel boxino bordato di rosso sulla home page. E io su Splinder ho avevo ben otto anni di blog: una caterva di post, commenti e foto. Mi si stringe il cuore.
Fin dai tempi più remoti io ho nutrito un sano amore/odio per Splinder: disservizi, feed RSS che si aggiornavano con giorni e giorni di ritardo dalla pubblicazione del post, la famigerata schermata blu Splinder è in manutenzione...  erano all'ordine del giorno e mi facevano moccolare tutte le volte. Tuttavia per tante altre cose Splinder è stata una grande piattaforma e un punto di aggregazione eccezionale; grazie a S sono entrata in contatto con tanti blogger che continuo a seguire... bla bla bla.
Facciamola breve che ho il caffè sul fuoco: a un certo punto ho sentito l'esigenza di fare un backup dei miei post. Erano tempi non sospetti, nessuno si immaginava che un giorno Splinder avrebbe chiuso i battenti per sempre, nemmeno i "Masters of Splinder" stessi, ci scommetto. Non esisteva un sistema di salvataggio di tutto l'ambaradan, che infatti è stato messo a punto solo di recente (e pare con problemi di funzionamento anche lì, tanto per cambiare).
Ma sto divagando ancora - da vera recidiva dello spippolamento libero - quando invece la storia è semplice: ho salvato con molta calma un tot di post dal mio vecchio blog, scegliendo tra quelli che mi piacevano di più o che mi sarebbe dispiaciuto perdere in caso Splinder si fosse sfasciato in modo irreparabile (questa ipotesi è sempre stata stagliata sul mio orizzonte splinderiano). Insomma ho intrapreso un'attività di backup selettivo, fatta senza fretta. Così facendo mi sono ritrovata un anno fa con questa antologia autoreferenziale fatta a mio uso e consumo.
Poi mi sono divertita a convertire il file in epub e in altri formati di libri elettronici, tanto per fare un po' di esperimenti perché io sono un'appassionata di ebook e possiedo e uso con entusiasmo un ottimo lettore Sony, ormai da quasi tre anni. Al punto che mi reputo una pioniera del device! Anyway, ecco il mio ebook che è stato per un anno parcheggiato e dimenticato su Smashword. Ora che vecchio blog non esiste più, questo ebook è tutto quello che mi resta, dotato di layout presentabile, come "archivio del fu". Un'opera vecchia di un anno, si intitola Gattasorniona the Anthology ed è edita dalla mia casa editrice personale: Edizioni Il Piccione Firenze. Bello, vero? Perché sono cose note: al giorno d'oggi ce l'hanno tutto la casa editrice fai da te e io non mi faccio certo lasciare indietro. Si scarica l'epub direttamente da qui ed è disponibile anche in altri formati meno cool di epub su questa pagina di Smashword. E ora succosa anteprima editoriale: le Edizioni Il Piccione stanno preparando un altro mini-ebook che uscirà quando uscirà.

Parenti serpenti: il consueto post di Natale e lo spirito delle Feste


Prima di tutto Auguri di Buon Natale e Buone Feste a chi si trovi a transitare da queste parti. Forse scriverò ancora prima di Natale, forse no. Di sicuro andrò in giro per i blog preferiti a lasciare auguri e a leggere gli ultimi aggiornamenti.
Chiedo scusa, ma in questo periodo sono in una "fase-blog" in cui mi risulta molto difficile non scrivere del lavoro. E mi fo uggia da sola, figuriamoci a terzi. È che c'ho una specie fissa. Più che una fissa è un rimuginare continuo, incredulo. Ecco. Perché, porca miseria, non ero mai stata a lavorare in un ufficio così inefficiente e devo andarmene prima di perdere l'ultimo barlume di lucidità mentale. Adesso, per esempio, ci sono trenta gradi. Problema con la caldaia che dura da giorni perché qui non sono avvezzi a chiamare i tecnici se si rompe qualcosa. Ignorano come facevo io nei primi tempi della mia vita da single (linkerei il post se Splinder non fosse in fase terminale e tutto il mio vecchio blog è ormai irrecuperabile, ma so come rimediare ;). Comunque meglio questo caldo del gelo, certo, anche se ci sono state controindicazioni pesanti. Tutti ci siamo ammalati, con febbre altissima e dolori dovuti all'escursione termica tropici/artico che ci viviamo sulla nostra pelle. Tutti i giorni perdo sangue dal naso, copiosamente, perché si sa: super caldo vs superfreddo facilita queste cose. Ossignore, benedico l'anonimato di questo blog - che ho avuto il buon senso di non infrangere quasi mai in tanti anni di onorata carriera da blogger - perché adesso posso scrivere quello che mi pare. Ovvero che lavoro per gente demente e tanto, ma davvero tanto, incompetente. Al titolare l'unica cosa che interessa è la macchina super lusso che ha sotto il culo ogni momento che può. Ma è una tendenza che ho riscontrato spesso in un sacco di ditte, mica solo qui.
Un passo efficace per migliorare la bolsa classe imprenditoriale italiana - che suggerirei a un governo italiano quasiasi purché dinamico e sveglio (!) - sarebbe abolire all'istante qualsiasi forma di leasing sulle auto di lusso. Vuoi fare l'imprenditore? Bene, per legge scordati il SUV a spese dell'azienda - compratelo coi risparmi personali se ti pare - tanto ti fa solo rincretinire e poi non sai nemmeno guidare. Un tempo attribuivo certi eccessi a una diffusione mostruosa della cocaina. Ingenuamente vedevo cocainomani dappertutto. Invecchiando ho cambiato la mia percezione del mondo: adesso vedo stupidi dappertutto. Per chi fosse interessat* al tema suggerisco la gradevole sempre attuale lettura o rilettura de "le tre leggi della stupidità umana" di C. M. Cipolla (professore emerito di storia economica a Berkeley, mica uno ripescato dalla piena). Per la cronaca: io sono convinta di non far parte del gruppo degli stupidi ma di essere una bella rappresentante di quello dei "disgraziati/sprovveduti", altrimenti tutta una serie di cose della mia vita non si spiegherebbe.
Evabbè. La sto tirando per le lunghe. Ma sono in una pausa pranzo differita e solitaria e c'ho da sfogarmi. E poi in questi giorni sono più nervosa del solito. "Ho un nervo per capello", come mi ha detto al telefono un'amica esasperata perché la stavo facendo aspettare troppo senza riuscire a decidermi sull'orario di un appuntamento. C'è il Natale alle porte e tutti gli anni io sono agitata perché mi ritrovo in un vortice di impegni familiari a cui faccio sempre più fatica ad adattarmi. Ogni tentativo di cambiare certe dinamiche - anche di poco, per carità, ché nostro malgrado qui si segue la filosofia dei piccoli passi, ndr - diventa uno scontro con le alte geriatrie gerarchie familiari che in effetti è meglio evitare. Oppure se proprio scontro dev'essere, allora va programmata una strategia di guerra, sulla falsariga della letteratura del Machiavelli. Comunque sia, il risultato è che a Natale mi girano sempre più le scatole. E quest'anno auspico con tutto il cuore che la profezia dei Maya non sia solo una panzana new age; infatti spero con tutto il cuore che davvero l'anno prossimo succeda qualcosa che cambi un po' il corso del mondo. O almeno nella mia famiglia.

La Alba Parietti e la crisi economica


Mesi fa avevo salvato questa foto della Alba P. perché ci volevo scrivere un post. Mi aveva ispirata di brutto, sia la foto sia la frase completamente senza senso. Per circa due minuti, credo. Poi l'avevo rimossa dalla mente e dimenticata sul desktop in mezzo a una caterva di foto di gatti e di animali vari che raccolgo continuamente, in quanto zitella 2.0.
Sono malatissima, oggi. Influenza. Non sono andata in ufficio. Quando ho chiamato per avvertire mi hanno detto che sono ritornati tutti a casa perché son saltate le linee telefoniche. Mi scappa da ridere. Lavoro in un ufficio che non paga le bollette (no, non credo alla panzana del guasto, dai). Allora ho passato una mezz'ora su Skype con la mia collega S. aka Ridens. Sì perché io ho una collega che ride nervosamente di continuo, tipo tic nervoso. Eccallà. Quando è al telefono guai a incrociare lo sguardo col suo: sennò si mette a ridere e il suo interlocutore si sente preso per il culo con conseguenti scazzi e parti di merda, che alla fine fanno irritare Ridens perché lei ancora non si rende ben conto delle implicazioni del suo "problema". Considerando, poi, che l'ottanta percento del suo lavoro si svolge al telefono, praticamente io giro sempre a sguardo basso per la ditta, proprio come se avessi a che fare con un mostro demoniaco dai poteri extraterrestri, tipo Medusa. E non sempre questo accorgimento è sufficiente a sfatare quei risolini nervosi. Comunque Ridens mi ha detto che è piuttosto preoccupata perché ha notato che in ufficio ci sono delle cose che non vanno. E brava Ridens. Maremma santa, "cose che non vanno" mi pare un eufemismo fighetto: sta andando tutto allo scatafascio. E già da un bel po'. Il lavoro è diventato congiunturale al cento per cento e non ci posso fare nulla. Mi sono rassegnata. E poi: chissà se la Alba Parietti risente della crisi economica. Così, tanto per curiosità. buzzoole code

Il mondo deve sapere e io mi devo render conto meglio...


Qualche sera fa ho letto il libro di Michela Murgia Il mondo deve sapere. L'ha pubblicato diversi anni fa, ne avevo sentito parlare, ma all'epoca non aveva suscitato la mia attenzione. Adesso - complice una sacchettata di libri che mi è stata prestata da un'anima buona per affrontare le feste imminenti - ho avuto occasione di leggerlo. È una storia autobiografica ambientata sul lavoro, come riporta Wikipedia:
La protagonista del racconto viene assunta da un call center come telefonista; il suo compito è quello di vendere, attraverso tecniche di vendita invasive, un aspirapolvere, il Kirby. Le stravaganti tecniche motivazionali, il mobbing nei confronti dei dipendenti, le assurdità raccontate alle casalinghe al telefono e le reazioni delle stesse, le figure dei colleghi e dei capi vengono annotate e classificate, utilizzando un linguaggio colloquiale e uno stile ironico.
Si legge in un paio d'ore e secondo me ne vale la pena. In origine penso che fosse un blog, la struttura è quella e ogni tanto ci sono dei riferimenti ai post. Son rimasta solo un po' delusa dalla trama, perché mi auspicavo una nemesi finale che invece non avviene. Poi riflettendoci, credo che la protagonista abbia avuto la sua nemesi nella vita reale, proprio grazie alla pubblicazione del libro e allora va bene così.
Per il resto è il racconto di un mese di lavoro nel call center della Kirby, tra trucchi, manipolazioni, mobbing di un ambiente del genere, dove tutti, ma proprio tutti (titolare compreso), vengono plagiati con tecniche collaudate, in un perenne tentativo di lavaggio del cervello che nella maggior parte dei casi funziona alla grande.
Tempo fa ho raccontato di quando, per lavoro, ho partecipato alla composizione del testo di una telefonata-tipo "da call center" che poi i centralinisti avrebbero dovuto recitare ai potenziali clienti. Maremma, tutto uguale al libro, che tra varie cose, mi ha permesso finalmente di darmi una spiegazione plausibile sul perché anche nell'azienda dove lavoro ci sia uno psicologo fisso solo per fare i colloqui ai commerciali. Io cado dal pero e mi spiaccico a terra, perché si vede che sono bella matura. Ingenuamente, infatti, pensavo che l'azienda fosse in forte espansione e cercasse personale, invece la Michela Murgia mi ha aperto gli occhi sulla verità: abbiamo un turn over di venditori spaventoso e a quanto pare da manuale. Io per lavoro mi occupo di tutt'altre cose, queste dinamiche mi sfiorano solo di striscio, soltanto quando c'è da dare qualche parere tecnico, però mi mettono tanta tristezza addosso. L'unica telefonista che abbiamo in azienda è spiccicata al modello-ameba descritto nel libro della Murgia. Santo cielo, è impossibile farci un discorso. Qualsiasi discorso; fa impressione un tale concentrato di stolidità in un'unica persona. Pensavo che noi tecnici-nerd si fosse i disadattati di ogni situazione, ma non è così. C'è di peggio, di molto peggio. Perché è vero: al peggio non c'è mai fine. Il resto del call center, infatti, è in Tunisia e i ragazzi che ci lavorano hanno ordine di dire di essere mezzi francesi, se qualcuno chiede loro come mai abbiano l'accento "straniero". Io sono disgustata e sto mandando curriculum in giro, ma com'è noto non è il momento giusto, la crisi, il default, il fatto che ho quarant'anni, yawn. Lo sbadiglio è dovuto alla consapevolezza che non è mai stato il momento giusto per trovar/cambiar lavoro; son vent'anni e oltre che si passa da una crisi all'altra, da un "momento sbagliato" all'altro, da un'emergenza planetaria a una tragedia economica scampata per un pelo come adesso, senza soluzione di continuità. Forse è l'ora che mi svegli un altro po'. E non solo io.

Solo per amatori del genere: il fitness online secondo me

Negli ultimi tempi mi sto dedicando al fitness e alle diete. Fitness fatto col mouse a colpi di clic, ça va sans dire. Perciò vorrei condividere quelli che attualmente sono i miei due blog di riferimento in materia.
Cominciamo dal primo. Dunque, c'è questo tizio, manco a dirlo americano, che oltre ad assomigliare un casino a Ben Stiller fa il personal trainer "fisicatissimo". Si chiama Drew Manning, ed è uno di quelli col corpo scolpito e pompato da diete rigorose e sessioni di palestra interminabili. Uno di quelli, per intendersi, che ama farsi fotografare mentre gonfia ogni lucido muscolo del corpo, mascherando lo sforzo con un sorriso tiratissimo. Insomma Drew è uno di quei tizi che quando li incontro li liquido con un sorrisino chiamandoli "manzi" e indugiando sempre con lo sguardo sulle chiappe sode*. Tutto l'opposto di Ben Stiller che, a mio avviso è un gran figo e mi garba un monte... ma non divaghiamo**. Allora, circa sei mesi fa questo tizio culturista ha deciso di provare l'ebbrezza di ingrassare come un porco, nutrendosi solo di junk food e smettendo di punto in bianco di fare esercizio fisico. E il sistema ha funzionato più che bene. Dopo mesi di questa vita di svacco, tutta documentata online, Drew ce l'ha fatta: è diventato un butrillo. Poi ha iniziato, col piglio dell'esploratore, la sua nuova vita da ciccione, subendone tutte le ripercussioni fisiche e sociali. Da manuale. Una tragedia a sentir lui... Per farla breve, adesso ha cominciato il percorso di ritorno verso una vita in forma e "normale". Ha 'sto blog, Fit 2 fat 2 fit, che seguo abbastanza assiduamente dove, giorno per giorno, racconta tutto quello che mangia, quante volte va di corpo e di come il suo fisico stia recuperando (esercizi, salute ecc.). Mia nonna basa tutta la sua socialità su questi tre topic, da anni. È troppo avanti la nonna... Ad averlo saputo le avrei aperto un blog a suo tempo, c'avrei sicuramente fatto un mucchio di euri con gli AdWords...
Poi c'è un altro blog sullo stesso tema e che seguo più che altro per la filosofia che rappresenta: ingranforma.com di Costantino della Gherardesca, che sta cercando di dimagrire online e pubblica dei podcast fuori di testa sulla dieta che sta facendo dove delira dalla fame o fa cose straordinarie, tipo far esaminare il contenuto del suo frigorifero a una modella, secca come un'acciuga, che si nutre solo d'aria. Non me ne perdo uno, naturalmente.

* Pardon, a quanto pare oggi ho l'ormone fuori controllo.
** Idem

La crisi, la manovra il divano e Bree Van de Camp


Ieri sera ho bevuto 1,2 litri di camomilla ma non sono riuscita a prendere sonno prima delle due e trenta del mattino. Tutto è cominciato quando ho avuto la bella idea di interrompere la sacra visione divaneé di un episodio di Desperate Housewives per guardare, quasi in tempo reale, il monologo di Mario Monti al programma di Vespa, dove era andato a illustrare i punti salienti di 'sta finanziaria "spaccaossa". Non entro nel merito perché non ho ancora avuto il coraggio di leggere la manovra (però ho il file sempre qui con me, nella chiavetta usb che tengo al collo; perversa, vero?), ma si sapeva da mesi, mesi e ancora mesi (fanculo Berly & Co.) che la situazione è davvero brutta. Tuttavia la cura proposta mi sembra raffazzonata oppure preparata con cura machiavellica da un manipolo di entomologi sociali di provenienza aliena, dipende dai punti di vista.
A quanto ho potuto capire, infatti, mancano alcuni grandi temi che mi stanno molto a cuore e che di solito influenzano il mio voto. A proposito: contrariamente ai più, io sono tra quelli che spera di votare presto. Comunque, dopo aver sentito tutto il discorso di Monti, interrotto di tanto in tanto da un Vespa gongolante e abbronzatissimo... ma forse è il mio monitor che fa così, perché ora che ci penso ieri anche Bree Van de Camp aveva un bel colorito sano e lei di solito è così diafana... ma sto divagando. Insomma, dopo aver sentito tutto il discorso di Monti, averne apprezzati gli aspetti didattici ed espositivi, adesso non sono affatto tranquilla. Per nulla. Ho dei brutti presentimenti per il mio, nostro futuro. Non so come ma Monti non è riuscito a convincermi della bontà di questi sacrifici, però mi ha convinta benissimo che a breve ci sarà una nuova emergenza nazionale (o europea che poi è quasi lo stesso) e nuove misure sanguinose. Lo sento. E poi una la notte non dorme.

12, anzi 13 funzioni di Facebook che forse non conosci ma che invece potrebbero essere molto utili...

Foto e traduzione parziale e personalizzata di 12 Things You Didn’t Know Facebook Could Do

Condivido una cosa che ho scritto per un'amica. Si tratta di una traduzione "alla buona" e molto, molto personalizzata di un articolo del NYT dove si spiegano alcune funzionalità meno conosciute di Facebook ma che invece sono piuttosto utili. La incollo qui, senza tante revisioni perché non ho tempo, devo andare di corsa alla Coop. In caso di errori atroci, infamatemi pure nei commenti (ma sempre con eleganza e urbanità, please):

Allora, non vado mica a rubare, io!

La commercialista mi sta aspettando. Vado a chiedere spiegazioni sul perché a questo giro il fisco italiano si sia accanito così tanto sulla mia persona, quando sapevo per certo che stavolta ci sarebbero andati con la mano più leggera, perché ho da farmi scalare un bel tot. di cose pagate in più l'anno scorso... Insomma tutto il solito meccanismo contorto, di cui ci si capisce poco. Solo che alla fine quella fregata sono io. E mi do una pacca sulla spalla per aver scritto "fregata" e non ciò che mi passava davvero per la testa. Signora dentro, sono!
La mia commercialista ci capisce pochissimo di come funzioni il meccanismo contributivo statale e lo subisce in tutti i suoi aspetti più perversi. Oppure le piace passare da sprovveduta. Mah, una delle due. Comunque devo andare lì a cercare di capire e poi incazzarmi per forza. Se rimani calmo il professionista non capisce, non arriva a comprendere che la tua pacatezza è soltanto indice di urbanità ed educazione. No, lui/lei scambia la calma per approvazione del suo agire alla carlona. Allora mi devo incazzare, sennò il messaggio: "sei una fava" non passa. Invece è necessario che passi. Ho deciso: tra le tante, userò "la frase", il mio cavallo di battaglia preferito nelle faccende fiscali: "Allora, non vado mica a rubare, io!" Ecco, adesso devo proprio andare. Adesso. Preferirei uno schiaffo o una botta in testa piuttosto. Si capisce anche dal post.


La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...