Follie claustrofobiche: gente che non sta tanto bene


Sarà che soffro di claustrofobia e questa sarebbe l'ultima delle cose che mi verrebbe in mente di fare, ma  la storia di questo tizio mi riempie di tristezza, ogni tanto ci ripenso e ritorno a cercarla. Non so se quelli di Repubblica ci abbiamo ricamato sopra o meno, però leggere di qualcuno che ha trascorso la propria vita a scavare volontariamente la propria miniera personale, mi fa scendere l'umore sotto i piedi. Sono triste per lui, intendo. Mi basta far mente locale un attimo. Voglio conservare la notizia per tutte quelle volte in cui mi sentirò giù al pensiero della vita che trascorre inesorabile, senza che riesca mai a fare tutto quello che vorrei. Ecco, d'ora in poi penserò alla miniera mono-familiare dello Svizzero e tirerò un sospiro di sollievo.

Diario della #notte: che palle la #Firenze antelucana

Stanotte ancora insonnia, di quella prepotente a cui è inutile resistere; così alle 4:00 ero sveglissima. Allora ho deciso di smentire il mio post precedente e uscire per andare a prendere un caffè da qualche parte. Ho pensato: se devo stare sveglia in ore antelucane, tanto vale godere dei piccoli piaceri della vita, come il caffè fuori e robette così. Ma Firenze è una città morta. Alle 4:30 del mattino è tutto, tutto chiuso. Sul Lungarno ho visto alcuni gruppi di giovani turisti, probabilmente usciti da qualche discoteca, che bivaccavano stancamente qua e là, forse in attesa dell'alba. Ho svoltato per il centro, andavo piano piano perché mi faceva piuttosto freddino e ho fatto un po' di giri. Niente piazza del Duomo perché è zona pedonale blindatissima, anche alle quattro del mattino, allora mi sono diretta verso altre stradine. Alla Rotonda del Brunelleschi, un barbone spuntato dal nulla mi si è quasi buttato sullo scooter. L'ho evitato solo perché andavo piano. Fava. Aveva un maglione di lana a collo alto, una barbaccia nera e in mano una schiacciata enorme imbottita con la mortadella che strabuzzava sui lati. Puntandomi addosso quel grumo di unto, tutto incazzato, mi ha intimato di dargli una sigaretta. Io ho accelerato senza rispondere perché mi aveva spaventata e in quel momento l'unica cosa che mi veniva da dirgli era un sano vaffanculo che mi si sarebbe ritorto immediatamente contro perché il tizio era senza ombra di dubbio poco socievole, perciò ho scelto l'opzione fuga. Allora ho proseguito e sono rientrata sui viali per tornare verso casa. Andavo sempre piano e a un tratto è spuntato dal nulla un altro tizio che mi ha fatto cenno di fermarmi. Mi sono fermata e mi sono accorta che quest'altro tizio in realtà erano due tizi, un uomo e una donna, una coppia di tossici. Eccallà. Mi hanno domandato da dove venissi e poi mi hanno chiesto sette euro visto che siamo tutti di Firenze. Ora, oltre che da firenze io vengo anche dagli Anni Ottanta, all'epoca c'erano un mucchio di tossici in giro e "scusa c'hai 100 lire?" era una domanda classica durante le uscite. Al giorno d'oggi invece chiedono 7 euro, che per la cronaca sono un sacco di soldi. Ma son matti? Sono ripartita dicendogli di no e beccandomi della "stronza" all'unisono mentre mi allontanavo. Poi mi è preso il freddo, la temperatura è calata e allora me ne sono tornata a casa sconsolata perché nelle ore più suggestive il centro della città è tutto spento, inaccessibile, in balìa di chi non se lo merita.

Gattasorniona risponde

Premessa: ogni tanto ricevo qualche domanda su argomenti di cui avevo parlato sul vecchio blog e che a quanto pare Google considera ancora validi. La gente arriva sul nuovo blog e non trova un cavolo e mi scrive perplessa.

Gattasorniona, mie era sembrato che tu avessi scritto che ritieni Moana Pozzi ancora viva... è così?


No, non credo che Moana Pozzi sia ancora viva. Credo proprio che sia morta nel '94, come vuole la versione ufficiale. Comunque, grazie per avermi scritto per domandarmelo.

Sul caldo torrido a #Firenze

A Firenze fa un caldo cane, perciò mi sento in dovere di farne un post. È emergenza Arno, emergenza anziani, emergenza acqua, emergenza gente che vive nei sottotetti e rischia la liquefazione ogni volta che mette piede in casa. Insomma, c'è un caldo potentissimo che non dà tregua. Il comune ha pure rilasciato un dataset dei luoghi freschi, i posti dove si può andare a trovare un po' di refrigerio.
Soffro di insonnia amplificata dal caldo atroce, naturalmente, ma con l'età son diventata pigra e non esco più in giro di notte - come facevo una volta agli albori del blog - a prendere il fresco e a godermi gli scorci suggestivi che offre tanto generosamente la mia città. Infatti ho notato che, svoltati i 40 (anni, non gradi!), l'insonnia mi prende domestica, con camminamenti nervosi lungo il corridoio, soste lunghissime alla finestra della cucina per carpire anche il più piccolo alito di vento e una voglia di fumare che mi porta via. Tutto qui, niente più girate notturne in motorino. Infine ritorno a letto esausta ma anche soddisfatta di me perché ancora non ho ricominciato con l'odioso e costoso vizio, nonostante tutto. Evvai.
Poi mi annoio, cosa che d'inverno non mi succede, chissà perché, allora faccio cose a caso tipo iscrivermi a Linkedin e ora ho il profilo anche lì con tutte le mie attività professionali che mi danno tanto lustro. È un profilo molto bello e ci tengo a condividerlo perbene anche qui: http://www.linkedin.com/in/gattasorniona. Credo di aver spammato un po' di contatti con questa cosa, chiedo scusa, ma all'inizio non ero padrona del mezzo. Ora men che mai, ma mi è già passata la voglia del giocattolo. Adesso, per esempio, potrei andare a cuocere un uovo al tegamino sulle panchine di piazza S. M. Novella. La carne no, c'hanno bell'e pensato:

Eccone un altro. Allora, da sotto l'ombrellone, controlla anche tu il lavoro di parlamentari e senatori!



Santo cielo, eccone un altro. Dopo la piazzata parlamentare di qualche tempo fa, in cui l'on. Aldo di Biagio difendeva l'indifendibile, ovvero il "diritto al pisolino sul posto di lavoro" del collega, Deodato Scanderebech, fotografato da un giornalista mentre ronfava beatamente dentro Montecitorio, ho visto un altro video di indignazione fuori luogo, questa volta direttamente dal Senato della Repubblica. A questo giro, infatti, tale sen. Giuseppe Astore si lamenta per futili motivi: perché "lo costringono" ad andare a lavorare il lunedì, cosa che a sentir lui fanno solo le bestie, perché il ristorante del Senato non è più quello di una volta... A parte l'antipatia del personaggio, c'è un aspetto della faccenda che mi lascia piuttosto schifata: questo tizio proprio non si rende conto del clima sociale/politico attuale e perde un'occasione d'oro per stare zitto. Perché la festa è finita per tutti - anche per chi non è mai stato invitato, come me - e ora chi è nelle stanze del potere deve avere almeno il buon gusto di tenerle per sé certe cazzate.
Io non darei mai il voto a Giuseppe Astore (e mi ricorderò di questo nome come di quelli qui sopra e di molti altri che non sto a dire) in primo luogo perché è evidentemente incapace di comprendere la situazione sociale che stiamo attraversando. Proprio non ci arriva, mette in scena il piagnisteo di non lavorare il lunedì e del ristorante del Senato. Ma che si porti un'insalata da casa, è economica e gli farebbe anche bene alla salute! Tra l'altro su OpenParlamento, il social network dei senatori/parlamentari italiani, leggo che G. Astore ha un indice di produttività piuttosto basso (si trova a metà classifica circa) e tutta una serie di info sulle sue attività e votazioni di senatore (vedi scheda, per esempio).
Per chi non lo sapesse, OpenParlamento è uno strumento molto istruttivo, anzi, per me quasi indispensabile, che permette di tenere d'occhio i nostri rappresentanti politici in tanti modi. Dà tante classifiche per conoscere chi vota cosa, chi cambia bandiera, chi è assenteista, chi è più produttivo, e tante altre informazioni utili. Sono dati e statistiche pubbliche, presentati in modo comprensibile e di facile lettura. Mi piace molto perché chi legge trae le proprie conclusioni , senza la mediazione giornalistica o politica che spesso appesantisce e distorce l'ovvio. Tra l'altro il sito ha un bel design responsive,si dovrebbe vedere bene anche con iphone e ipad.

Negli anni Ottanta...


 ...poter inviare una frase direttamente a Simon Le Bon mi avrebbe fatto venire un attacco isterico.

Wild Boys

Finalmente la buona notizia che ci voleva per allietare questi giorni difficili: Clizia Gurrado ha incontrato Simon Le Bon dopo ventisette anni di attesa.
Questa notizia mi ha fatta sorridere nonché ricordare quella volta che Simon Le Bon, sul palco dell'Ariston, si esibì in un playback osceno con la gamba ingessata... ma che belli gli Anni Ottanta in questo pomeriggio d'autunno estemporaneo:

 

Momenti omeopatici alla menta

Cerco di combattere l'insonnia da caldo + stress con delle granaglie omeopatiche che contengono un po' di tutto: dalla valeriana alla caffeina. Sono scettica, ma decido di essere aperta di mente, di tentare e poi ho pagato 15 Euri per questi microgranuli dolciastri. Allora chiedo lumi agli amici "naturisti" ché io non ci capisco nulla di queste cose ma ci tengo a far le cose perbenino almeno per ammortizzare la spesa. Leggono gli ingredienti sul flacone e mi spiegano, ingrediente per ingrediente, i benefici che avrò sul mio corpo malandato che avrebbe bisogno di ben altro.  Tutti chiosano con un emblematico: "ma ci devi credere". Eccallà. Comunque decido di essere collaborativa: si fa quel che si può, passi di bimbo per cominciare. Tuttavia ringrazio e non faccio notare le incongruenze; io sono una tranquillona ed entrare in un giro di polemiche infinite sull'omeopatia e sulle sue infinite nuances, mi par una grossa perdita di energie. E io ne ho poche di energie adesso, quasi punte. Però c'è sempre quella questione che mi rimbalza nella testa e non me la spiego perché tutti me la raccontano in modo diverso. Sì, intendo proprio quella faccenda della menta. Menta sì, menta assolutamente no, oppure menta insomma? La mia cara amica L. mi ha detto di non farmi infinocchiare. Il dentifricio gradito agli omeopati "menta-free" costa un mucchio di soldi. Quindi per me menta sì, almeno in tubetto per lavarsi i denti, ma lontano dall'assunzione della granaglia. La menta è un vaso costrittore, onde per cui puoi mangiarla ma lontano dalle assunzioni del medicinale, mi dice un'altra amica interpellata. Menta assolutamente no. Mi dicono invece un altro tot  di persone. Io per non saper né leggere né scrivere ho deciso per conto mio: menta sì. Quando ho finito i granuli vado a farmi prescrivere lo Xanax.

La #vecchiaia, all'improvviso

- Carino 'sto pezzo, mi pace? Chi canta?
- Iglesias.
- ...

E che la settimana possa iniziare alla grande...

La statua della libertà? L'originale è a Firenze




Rimettendo in ordine i miei file ritrovo questa vecchia foto che scattai in Santa Croce, sei o sette anni fa e sui cui scrissi un post apposito sul vecchio blog. Il post d'annata non lo ripropongo, ormai è roba vecchia, invece ripubblico volentieri la foto della Statua della libertà della poesia dello scultore Pio Fedi, che si trova sulla tomba del patriota risorgimentale Giovan Battista Niccolini in Santa Croce a Firenze. È molto somigliante alla più famosa Statua della Libertà realizzata da Augustin F. Barthaldi. Quando scrissi il post c'erano degli studi in atto per verificare se realmente Barthaldi si fosse ispirato alla statua in Santa Croce per creare quella americana. Le vicende biografiche dei due scultori, infatti, si intrecciano e questa ipotesi risultava probabile, al punto che diversi studiosi italiani e americani erano al lavoro per verificarla. Non so che esito abbiano dato questi studi, se un giorno riuscirò a sapere qualcosa lo posterò qui. Comunque è molto simile a quella americana. Non ha la fiaccola in mano ma una catena spezzata, mentre nell'altra mano tiene una corona d'alloro.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...