A proposito Robert Galbraith aka JK Rowling

Negli ultimi tempi sono incappata in diverse discussioni su Facebook su questo tono:



Credo che il caso della Rowling non sia indicativo di una malattia dell'editoria, anzi, a mio avviso non c'entra proprio niente.

Facili esotismi



Ieri sera sono andata al Forte Belvedere. Come tutta Firenze. Ho fatto lì la mia consueta passeggiata preserale antistress. Bello, ma si sapeva. La scultura dell'artista cinese mi è piaciuta un sacco. Mi piacciono tutte le cose che danno una smossa all'immobilità paesaggio cittadino.
Ero da sola. Nel pomeriggio avevo spedito quattro sms per raccattare qualcuno con cui andarci ma ho ricevuto soltanto: un rifiuto, un antani e due non pervenuti.

Incubi notturni e serie TV

Stanotte ho sognato che ero morta ammazzata. Non so per quale motivo mi avessero uccisa; a dire il vero neppure a me importava molto di essere morta, fatto sta che ero all'obitorio, sul tavolo delle autopsie. Intorno c'erano altri tavoli con gente decomposta sopra. Morti ammazzati pure loro. Sfiga.  Comunque ero perfettamente consapevole di essere in quella situazione e non mi tangeva più di tanto.
Poi sono arrivati i poliziotti e hanno esaminato le mie mani.
Io ascoltavo i loro commenti: non riuscivano a trovarmi nulla sotto le unghie perché, prima di crepare morta ammazzata, avevo fatto una manicure accurata e si vedeva. E da morta io ero molto contenta di ascoltare questi apprezzamenti.
È cominciata la terza serie di The Killing. Mi piace molto. A quanto pare piace anche al mio inconscio.

Libri elettronici a scuola #ebook, secondo me

Che bello, questo è un post a richiesta, proprio come se io fossi juke box vecchia maniera, quelli suggestivi, col braccetto rachitico che metteva e cambiava i dischi. È dedicato a una coppia di amici con figlia quasi alle medie, proprio perché da tanti anni io e il mio lettorino e-ink siamo inseparabili (mentre lo scrivo accarezzo sensuale il Kindle qui accanto a me, è una bella immagine che ci tengo a condividere).
Quando comprai il mio primo lettore di ebook, all'incirca cinque/sei anni fa, pensavo di poterci studiare tranquillamente e metterci sopra i manuali corposi e in evoluzione continua che devo leggermi per lavoro.
Comprai su ebay da un tizio all'estero un Sony prs-505 usato; in Italia questo genere di lettori, fatti per simulare il libro "tradizionale", ancora non se ne trovavano. Prima di fare l'acquisto mi ero informata, avevo girato su blog e per forum, alla fine avevo scelto il modello che mi aveva convinta di più. E fu una scelta bellissima. Quel Sony è bellissimo.

Commenti fantasma e bocconcini di bufala online

Allora, adesso i commenti sono spariti dal blog e... non so che farci. Mi sono scervellata: ho tentato di resettare tutto, ho pure rifatto il template da capo. "Rifatto" è una parola grossa: ho preso un modello dei semplici di Blogger e c'ho messo lo sfondo giallo che è cosa nota: dove c'è #ffc c'è blog.
Un minuto netto di restyling/recoding. Un record. Ma tutto inutile, i commenti sono ancora scomparsi. Non so cos'altro fare e l'opzione "basta, mollo tutto e vado su wordpress" si avvicina sempre di più.
Non oggi, non domani, ma la tengo in considerazione.
Cambio argomento, ma rimango sul nerd. Mi ha colpita molto la storia del giovane webdesigner, Giuseppe De Napoli, che ha oscurato il sito web di un cliente che non gli saldava la fattura da mesi, con una schermata di fine sputtanamento che mi ha fatto sorridere: la nemesi della gioventù.
Il problema lo conosco bene. Ho lavori iniziati più di un anno fa che non ho ancora riscosso perché la crisi, perché il momento, perché cippalippa... Le scuse sono tante i piagnistei ancor di più.
Sono vecchia: ho visto gente perdere la dignità piuttosto che saldare cento euro pattuiti, non mi stupisco più di nulla. Anzi, ne approfitto per una pre-auto-marchetta: il mio prossimo ebook parlerà proprio di questo.
Ma torniamo a Giuseppe De Napoli. Bravo, coraggioso, oppure bischero? Comunque sia aggiungerei anche l'aggettivo "strano". Infatti il dominio oscurato risulta essere di sua proprietà. Basta fare un whois qualsiasi per appurare che http://www.agitmediasrl.com/ appartiene proprio alla società di Giuseppe Di Napoli, la Creorin. Quindi De Napoli ha agito sul suo, oscurandosi da solo. Buon per lui, questo lo rende meno sprovveduto. Ora mi chiedo: il tizio debitore (se esiste e se la storia è vera) saprà che in realtà il dominio non è registrato a suo nome?
Mi rimetto a vedere se sistemo i commenti.



Perché la mia esigenza dei commenti in fondo è semplice. Commenti aperti (con possibilità di moderazione), e senza chiedere tante info: nick e url del blog, ma facoltativi. Come ai vecchi tempi, che io ho tanti lurker e commentatori anonimi e Disqus li ha irritati. 

Aggiornamento fondamentale: i commenti di default sono ritornati (miracolo?). Non sono il massimo, ma meglio di nulla...!

La Biblioteca Nazionale di #Firenze nel suo inesorabile degrado

Poche cose mi provocano malessere come il degrado in cui si trova la Biblioteca Nazionale. Forse perché ormai ci vado di rado e allora quando ci metto piede diventa più evidente. C'è un'aria di abbandono, sembra che la Guerra Fredda sia finita l'altro ieri. 
A parte l'atmosfera grigia e mortifera in quello che dovrebbe essere un luogo di eccellenza della cultura, il personale spesso è maleducato e indisponente* e c'è un'aria perenne di dismissione polverosa.
Capisco perché Nadia Desdemona Lioce incontrasse qui i suoi complici per organizzare l'omicidio D'Antona: ci ritrovava inalterata l'atmosfera suggestiva e (per lei) motivante dei primi anni di piombo. Ho fatto delle foto, documentiamo, anche se solo adesso mi rendo conto che il bianco e nero sarebbe stato più appropriato:





"il cartello in alto dice: questo ascensore resterà fermo. per sempre, intendono."

*Son più di vent'anni che frequento il luogo, ormai sono convinta che i custodi/impiegati li scelgano apposta, forse per dare agli utenti un'esperienza simile al ristorante La Parolaccia:

Oltre masterchef: i precursori


Tagliatelle al salmone di Wilma De Angelis 1992 (circa).



Un piatto che mi fa venir voglia di ascoltare i Duran Duran in cassetta e poi passare il pomeriggio in centro.

Tra le altre cose, celebro matrimoni

Vorrei ricordare (e il certificato qui sopra ne è la prova lampante!) che dal 2 settembre 2005 io sono una vera Reverenda della ULC, ovvero la Universal Life Church. Trattasi di roba seria. Senza scendere in dettagli pesanti, dico solo che mi fanno compagnia anche un bel tot. di vip come: Ringo Starr, Sharon Stone, Barbra Streisand e tanti altri.
Dunque confermo di essere ancora* disponibile a celebrare matrimoni in giro per il mondo, in cambio di vitto, alloggio e magari anche viaggio.

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I commenti al blog non sono ancora a posto, anche se a quanto ho potuto constatare funzionano. Meno male che il sito di Diqus dice che ci vogliono solo 24 ore per l'importazione e il ripristino...

*non posso più linkare il vecchio blog...

Il risveglio: auto blu e pezzi grossi a giro

Stamani ero sull'autobus 22, in via Maragliano, piuttosto pieno di gente. Tutti in silenzio, chi con gli occhi sul telefono, chi con le cuffiette, chi assorto nei propri pensieri.
Si sono sentite delle sirene in lontananza, il traffico si è bloccato all'istante, mentre le sirene si avvicinavano sempre di più.
Ci hanno superato a tutta velocità un'auto blu e due pattuglie di polizia a sirene spiegate, dirette verso il centro. Poi l'autobus ha ripreso la sua corsa regolare.
A quel punto, però, è successa una cosa a mio avviso straordinaria: l'autobus si è come svegliato all'improvviso. Tutti hanno iniziato a fare i conti di quanto ci costino quelle due pattuglie e quell'auto blu. Rimbalzavano cifre da una parte all'altra della vettura, ogni tanto qualcuno diceva: «è una vergogna» e gli altri gli davano ragione. Qualcuno ha esclamato: «ma 'sti politici non possono far la fila nel traffico come tutti?» Un coro di approvazione. Qualcun'altro ha fatto un calcolo a cazzotto su quanti personaggi del genere che si permettono di viaggiare in quel modo abbiamo sul groppone in quanto cittadini italiani. Ancora voci di approvazione e chiacchiericcio sommesso. Il risveglio dell'autobus.
Adesso io non so chi fosse quel "pezzo grosso" che è passato da via Maragliano questa mattina con la scorta. Magari è un personaggio che ha davvero bisogno di due pattuglie di polizia e del macchinone statale. Però mi ha colpito come tutte quelle persone si siano risvegliate all'istante e si siano messi tutti a far calcoli di quanto ci costino certi privilegi di pochi. Nessuno si è posto il problema di chi ci fosse su quella macchina (nemmeno io, per carità).
Questo episodio mi dà una misura di qual è il clima generale e di come mai il Movimento 5 Stelle abbia spopolato alle elezioni.
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Aggiornamento: pare che l'auto blu trasportasse D'Alema.

Profiling estemporaneo: la food blogger

non sono io, ok?
Giorni fa ero a una fiera enogastronomica, ospite allo stand di un amico. C'era tanta gente che passava, si scambiavano due parole, un contatto, qualche info e via.
A un certo punto è arrivata una tipa sulla quarantina, una signora tipo me, per intendersi. È arrivata tutta sparata allo stand e si è presentata tirandosela un monte: "Ciao, io sono una food blogger". "Okei" rispondiamo all'unisono, "ciao".
Le facciamo assaggiare qualche cosa e la tipa non ci capisce nulla, si vede lontano un chilometro che non le interessa nemmeno tanto capire il prodotto che ha davanti.
Ma non importa: in queste occasioni son così tanti i parvenu che alla fine non ci si fa più caso. Ora va di moda il cibo, il bere, ecc.
E per fortuna (sì) io sono vecchia e ho memoria, posso andare indietro nel tempo e lo faccio con piacere.
Nel secolo scorso ho visto cuochi usare la panna dappertutto e poi vergognarsene e rinnegare di averlo mai fatto.
Poi ho visto cuochi usare la rucola dappertutto e poi vergognarsene e rinnegare.
E poi ho visto cuochi sdoganare la Nutella Ferrero e poi vergognarsene e rinnegare; brutte multinazionali cattive.
Adesso attendo che la stessa cosa accada con l'aceto balsamico e le sue riduzioni che ce lo propinano dappertutto, quasi sempre a sproposito.
Già dall'anno scorso il fenomeno si è un po' ridimensionato; adesso aspetto con trepidazione, sperando accada presto, il momento: vergogna + abiura a grappolo.
Per non parlare poi del cosiddetto "mondo del vino"... ma sto divagando, i pensieri si accavallano e il tempo è poco.
Torniamo alla tipa sono una food blogger.
Io rimango scioccata quando si presentano così. Che cavolo vuol dire food blogger?
Allora le ho chiesto subito, senza tanti convenevoli: "nome del blog, prego".
Me l'ha detto.
"Mai sentito", ho risposto.
Non ha fatto una piega e mi ha allungato un biglietto da visita fatto in casa. Nome, cognome, titolo "foodblogger" scritto nero su bianco, telefono e un url di Blogspot.
Sono rimasta un attimo attonita, dopo tanta cerimonia mi aspettavo almeno un Dissapore, un Cavoletto, robe così. O al limite un dominio registrato che sarebbe il minimo sindacale.
La tipa lanciatissima mi comunica, tirandosela ancor di più, che il giorno prima ha pubblicato un post e ha ricevuto degli apprezzamenti perfino dalla Russia.
Cappero.
Mette la quarta e mi racconta con orgoglio che pubblica ricette di sua invenzione e tutorial e che ha un pubblico che la segue con affetto.
Bene, porca miseria, buon per lei.
Si vede che non le interessano i nostri prodotti, vuol solo presentarsi e vantarsi del suo blog.
Ok, maremma santa.
Dopo che se n'è andata, curiosa come una scimmia, ho aperto la pagina e mi sono trovata davanti agli occhi un blog miserello pieno di "gif agitate", spam (eccoli i russi!), tutto scritto in comic sans.
Ora, non è per essere spocchiosa anche se mi rendo conto di esserlo, ma come si fa?
È come se io andassi in giro a vantarmi di questo blog. Mi vengono i bordoni solo a ipotizzarla una cosa del genere. Sono cose da manicomio, secondo me. E indicative di tante cose. Forse sono io che non mi so valorizzare, per carità, ma il livello di farloccheria che si vede in giro è pazzesco.
C'è da dire che il cibo e i suoi derivati sono settori che si prestano molto bene a dare corda alla fabulazione negli animi semplici.
Però, dai.

Numeri e zombi.


Questo blog ha 132 post pubblicati. Anzi 133, comprendendo anche questo. Poi ha 534 commenti che non sono una gran quantità; io sono un po' assente, il network per funzionare va curato e purtroppo non ho il tempo che vorrei. Questo blog ha pure la bellezza di 84 bozze di post. Tutta roba che ho iniziato a scrivere e che non ho mai finito per i soliti motivi: mancanza di tempo, fine dell'ispirazione, telefonata inopportuna che distoglie, telefilm la mia droga, amnesia geriatrica, maledetti social network, oppure un classico dell'accumulo in bozza: il post andato a male. Perché è cosa risaputa: la maggior parte dei post nei blog son longevi come le mozzarelle di bufala fuori dal frigo, in una giornata d'estate. Adesso, per esempio ho scordato quel che volevo scrivere all'inizio, ma oggi non metto in bozza: pubblico e via; chi c'è, c'è. Vado di fretta ho gli ultimi 7 minuti di The Walking Dead s.3 ep.11 da vedere prima di uscire e gli zombi son creaturine simpatiche che mi mettono il buon umore addosso, soprattutto in una giornata uggiosa e piovosa come questa.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...