Lezioni di stile: "Progetto Elvira" di Tommaso Labranca


Ieri sera, mentre la bomba d'acqua* si abbatteva su Firenze, lasciando casa mia al buio, non me ne sono curata più di tanto; munita di torcia elettrica, ho divorato* per l'ennesima volta Progetto Elvira, dissezionando Il Vedovo.

Il pretesto per questo saggio monografico di Tommaso Labranca è stato un remake cinematografico de Il Vedovo che ha fornito all'autore lo spunto per l'analisi, anzi la dissezione accuratissima della pellicola originale del 1959, diretta da Dino Risi e interpretata da Alberto Sordi nella parte di Alberto Nardi.

Crocifissi a tutti i costi che fanno rimpiangere i bei vecchi tempi delle nozze celtiche del Pota


A Padova il sindaco leghista, Massimo Bitonci, impone il crocifisso negli uffici pubblici e dichiara perentorio: "ora in tutti gli edifici e scuole un bel crocifisso obbligatorio regalato dal Comune. E guai a chi lo tocca".

Finalmente in questo paese disastrato, c'è qualcuno che ha in testa delle priorià chiare, deciso ad arginare con piglio pragmatico l'ondata saracena.

Che spettacolo! Diario di una festa cittadina.


Camminiamo veloce, non vogliamo perdere lo spettacolo.
Ci hanno detto che canterà Bocelli, in riva all'Arno.
O forse proprio sull'Arno, su una di quelle strane piattaforme che sono già in acqua, non abbiamo capito. E in fondo non è che ci freghi un granché di Bocelli, ma lo spettacolo non ce lo vogliamo perdere. Trattasi dell'illuminazione del Ponte Vecchio, nuova di zecca. Una cosa spaziale, a quanto dicono, anche iper-ecologica, frutto di un mecenatismo per nulla ostentato, da signori veri*.
Le spallette dell'Arno sono tutte gremite. La gente si accalca per vedere, nessuno sa in che cose consisterà lo spettacolo. Leggende urbane prendono vita e si estinguono come lacrime nella pioggia. Delle ragazze ci chiedono se davvero ci sia Piero Pelù che si esibisce. Non ne ho idea, anche se spero di no. La mia amica spiega con entusiasmo che sa solo che ci sarà Giancarlo Giannini tra gli ospiti vip. Le ragazze non hanno idea di chi sia Giancarlo Giannini e ci guardano strane.

Il candidato



Luciano si guarda intorno spaesato. Sembra che non sappia dove si trova.

È casa sua.

Sua moglie Antonella ci fa accomodare in salotto. Lui la segue con lo sguardo a terra.
C'è una tv ultrapiatta.
Quarantotto pollici, dice lei.
Luciano è quasi in trance. Si riprende un po' solo quando inizia a supercazzolare di hd, pixel antani, risoluzioni, digitale e dolby surround.

Siamo stati convocati con urgenza ansiogena dai due. Non sappiamo perché. Sono stati misteriosissimi al punto che ho sentito puzza di Amway.
Però adesso li vediamo proprio male: stressati, tirati, gonfi. Lui ha uno sfogo sulla tempia. Ho paura che gli sia successo qualcosa di brutto. L'altro ospite pensa la stessa cosa. Siamo a disagio, entrambi li conosciamo da tanto, ma in fondo non sono così intimi.

La mia Combray

L'odore del preparato per risotto agli asparagi Coop - senza glutammato aggiunto, giammai! - che ho sul fuoco mi ricorda il cibo che mangiavo durante le "vacanze studio" in Inghilterra, quando ero giovane, davvero molto giovane.
Inspiro a pieni polmoni i vapori del riso liofilizzato che bollendo s'idrata e mi ritrovo in un parco soleggiato, con scoiattoli in libertà, grosse bici nere appoggiate sull'erba curatissima e una montagna di zaini Invicta tutti uguali tra loro.
Controvoglia ritorno al presente, mi affaccio alla finestra, guardando il traffico di Novoli impazzito per due gocce di pioggia, e sospiro.
E perdo ancora la nozione del tempo, aiutata dal profumo del risotto che continua a bollire, struggendomi nelle immagini di una vita remota e, col senno di poi, meravigliosa.
All'improvviso la realtà: con sollievo mi rendo conto di che grande invenzione sia il politetrafluoroetilene o, per gli amici, teflon antiaderente e con gioia stappo una birra per celebrare.

La piscina delinquente

Entro camminando piano, mi aspetto di venir bloccata da un momento all'altro. Sono un po' intimorita, l'ambiente è elegante, un tempo le stelle erano addirittura cinque. Fa fresco, mi viene la pelle d'oca. Un silenzio irreale; il rumore di ogni passo rimbomba che sembra quasi un eco; camerieri in livrea dappertutto.
Mi viene incontro. Felpa slabbrata e jeans sdruciti. Unica concessione al lusso e alla femminilità: sandali a tacco alto che costano un mucchio di soldi. Anche se li ha comprati ai saldi, sono stati un salasso. Prima dell'acquisto, a casa mia c'è stato un simposio dal tema attualissimo e universale: con questa crisi che ci sconquassa, sarà mica un attimino indecente comprare dei sandali da centosessanta euri?

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

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