Le cheerleader dell'e-book

Pare che il libro di carta sia ritornato in auge, le cheerleader isteriche* dell'e-book finalmente sono state sconfitte. Negli ultimi tempi ho letto diversi articoli sulla riscossa del caro libro di carta nei confronti del freddo e-book. Come se ci fosse stato un duello all'ultimo sangue, e il cattivo elettronico avesse avuto il compito di uccidere il buon cartaceo.

Il bar alla periferia dell'urbanità


Un folletto ghignante, mi lancia, cattivo, manciate di spilli addosso, mentre percorro in scooter il viadotto dell'Indiano nella fredda aria di un mattino di Maggio.
È ancora presto, mi sono vestita troppo leggera, e adesso devo subire la vendetta del mostrillo del raccordo, una creatura deforme, bitorzoluta.

Diario del ripostiglio: loading di primavera



Dalla finestra, osservo il cielo grigio col sole di questa strana giornata, mentre aspetto davanti al vecchio computer dell'archivio. Una scritta lampeggiante sullo sfondo nero ripete: Loading, Loading...
Prima di potermene andare, libera nel mondo, devo attendere che un certo servizio interno finisca di caricare gli aggiornamenti di rito.
Una roba lunga: ne avrò ancora per tre quarti d'ora, credo.
Ma non mi posso muovere, devo stare qui in caso si blocchi qualcosa o appaia uno di quei "messaggi strani" che mandano fuori di testa la collega psicopatica e la spingono a telefonarmi in preda al panico, gridando come un'ossessa che tutto sta andando a rotoli, come se l'edificio fosse in fiamme.

SEO e abbiocco: analisi di alcune tecniche casarecce di promozione online

Searching for Utopia

Polpette a pranzo e una naturale, lieve sonnolenza dopo il caffè. Fuori tempo che promette male, sole e nuvoloni neri. Il tempo che appena metti il naso fuori ti fa pentire di aver abbandonato il divano.

Allora mi dico: approfittiamone per leggere qualcosina online per migliorare le performance del mio gattasorniona punto blogger, ecc.

Praticamente un momento di "auto formazione".

Un allarme fuffa ha iniziato a trillare nella mia mente, diventando sempre più insistente. Incurante, l'ho spento con un gianduiotto.

Perché è da un po' che ci penso, insomma, di rimettere questo blog a regime. Lo so gli antichi splendori sono andati, perduti come lacrime nella pioggia, ma cercare di migliorare un po' in termini di visibilità e robe così mi sembra un obiettivo tutto sommato accettabile. Con questo spirito proattivo mi addentro nel magnifico mondo delle infografiche e dei blog di settore.

Aspettarsi il lavoro gratis dalla webagency di fiducia



Gianluca Diegoli ha pubblicato un podcast dal titolo: "Aprire un negozio online, da dove comincio?" Si tratta di un seminario sul tema: ecommerce e presenza online delle aziende. In circa un'ora e mezza di conversazione, affronta alcuni temi cruciali per chi si occupa di commercio in rete: dalla costruzione del sito, all'impostazione della newsletter, dalla gestione della mailing list al rapporto con i social Network, dall'organizzazione del customer care... e così via.

In tutto questo discorso mi ha colpito l'intervento polemico sul finale, fatto da un tizio titolare di un sito di ecommerce che ha sollevato un problema per me emblematico. Il tizio ha preso la parola per lamentarsi delle webagency in generale e della loro pessima abitudine di pretendere di essere pagate per i loro servizi.

10 cose che un commerciale deve evitare quando incontra il potenziale cliente



Durante una riunione aziendale, un fornitore di servizi web mai visto prima (né dopo), per spiegarmi le meraviglie dei social network, ha aperto il suo profilo Facebook - pieno di foto della Fiorentina, sfottò volgari tra amici e aforismi alla Osho - e si è messo a scorrere quella timeline imbarazzante sotto al mio naso. Incurante della figura di merda che stava facendo, si è soffermato sui dodici (12, uno-due) like alla foto di un cucciolo di labrador, postata il giorno prima.

- Capisci? 12 like così, senza praticamente fare niente - mi ha detto entusiasta, quasi fosse stupito di un tale successo.

- Wow - ho risposto, cercando di capire se mi stesse prendendo per il culo oppure no.

No no, era serissimo, naturalmente. Ed era anche convinto di trovarsi di fronte a una come lui.

Allora ho pensato di scrivere i 10 errori secondo me che un commerciale non deve mai fare quando entra in contatto con un'azienda.

Godetevi la corsa di Irvine Welsh (recensione)

Godetevi la corsa di Irvine Welsh è un romanzo gradevole, con una trama vivace che si legge in soffio. È la storia di un tassista di Edimburgo, "Gas" Terry Lawson, ricciolone con una predilizione per le tute di acetato sgargianti, simpatico erotomane superdotato, naturalmente dedito anche a trafficucci un po' loschi con personaggi poco raccomandabili. Un tipo esagerato, come tutti i personaggi di IW che amo, un tizio che passa il tempo tra una scopata e l'altra a ingegnarsi nell'arte del rimorchio e della sopravvivenza spicciola.

Il taccuino


Ho l'abitudine di portare sempre con me un taccuino. Lo tengo in borsa, chiuso da un elastico, per evitare che si spampani nell'eterno marasma che c'è da quelle parti.
La consapevolezza di averlo lì mi regala un tot. di tranquillità. Le rare volte in cui me lo scordo, infatti, chiedo sempre un pezzo di carta, perché mi dà ansia sapere di non aver niente su cui poter scrivere alla bisogna.

Social Media Manager a colloquio: la fissa del blog



Quando sono entrata nella sala riunioni non mi ha salutata.
Mi ha guardata di straforo, ho sentito il suo sguardo addosso.
Poi gli hanno spiegato che sono io la responsabile del progetto.
Adesso è tutto sorrisi.
Però al momento delle presentazioni non mi ha guardata negli occhi e mi ha offerto una mano molliccia e fredda.
Ho stretto la gelida manina senza nascondere una smorfia di disgusto. 
È il terzo che incontriamo.

Intime distorsioni prima del caffè



Se penso alla mia vita in modo astratto, senza realmente pensare a nulla in particolare, ho sempre la fastidiosa sensazione di aver sempre speso malissimo il mio tempo.

Un po' come lo Zeno Cosini dei frammenti sparsi post "Coscienza di Zeno" che, messo di fronte al classico dilemma faustiano, schifa sdegnato la possibilità dell'eterna giovinezza, perché preferirebbe di gran lunga barattarla con «qualcosa di molto nuovo, qualcosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni che vorrei rifare ora che so dove mi condussero*».

Ecco, proprio così.

La sensazione orrenda di un'intera esistenza sprecata in perdite di tempo.

Anche adesso, specialmente adesso, in questo grigio post pranzo domenicale, con la digestione in partenza e il caffè sul fuoco.

Il potere del sì per dire no: come trattare con gli scrocconi


Una volta un'amica mi ha detto che per vivere meglio avrei dovuto diventare "inaffidabile".

«Con certa gente puoi fare solo una cosa: diventa inaffidabile.»

Disse proprio così. "Certa gente" erano gli scrocconi, gli sfruttatori, i braccini corti con cui a tutti noi capita di aver a che fare.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...