Cronaca dell'acquisto di un ebook con i maledetti #DRM Adobe

Ho comprato un ebook protetto da DRM Adobe. Ho sbagliato e non lo farò mai più. Lo giuro solennemente. Ho cliccato con disinvoltura, troppa, ma pensavo davvero di aver acquistato un file di testo vero e proprio, per la discreta somma di quasi €10 (dieci euri).
Per un gruzzolo del genere ti devono dare il file e basta. Invece no, ecco i maledetti DRM Adobe. E io me ne sono accorta soltanto dopo averlo pagato, porca miseria.
Da fedele lettrice di blog come Baionette Librarie e Gamberi Fantasy avevo imparato a stare alla larga dai DRM e da schifarli di default, perché per me vale la regola che se reperire un libro deve creare rotture di scatole allora è meglio passare al successivo e cercare per altri canali, ma sempre con calma e convenienza quello "problematico". Non dico che libro fosse, non ha importanza ai fini del discorso.
Dunque, pago la bellezza di 10 euri e immediatamente ricevo la mail con il link per scaricare il file. Allora accedo alla mia area utente di Ultima Books e scopro che ho appena comprato un file protetto da DRM Adobe e non il libro vero e proprio. Potrò visualizzarlo su 6 "devices" in tutto: 3 fisse e tre mobili, poi rizzati. Ma come, è roba mia, io lo visualizzo dove mi pare, quando mi pare, stiamo scherzando? Possiedo due computer e due lettori di ebook, già son fuori dai giochi. Non esiste.
Comunque clicco sul download dell'epub e invece mi viene fuori un file .acsm. Ma che roba è? Non esiste caricarlo direttamente sul lettore, giammai, prima bisogna installare il programma gratuito (e vorrei anche vedere) Adobe Digital Editions, ma solo dopo esserci crearti un Adobe ID.
Di punto in bianco il mio mac impazzisce (o rinsavisce, dipende dai punti di vista) e non mi fa più collegare ai siti Adobe. Da Twitter apprendo che il problema è solo mio. Allora prendo il mio vecchio portatile con Windows XP (sì io ce l'ho ancora e funziona bene), creo l'ID richiesto, scarico e installo il software Adobe Digital Editions che mi crea una cartella dal nome "My Digital Editions" o giù di lì, dove ci piazza il file epub del libro. Ma è una situazione strana perché quella cartella è tipo un'enclave della Adobe sul mio hard disk. Il mio file epub pagato ben 10 euri non lo posso né copiare altrove, né aprire con Sigil per fare le modifiche al foglio di stile come piace a me.
Eppure la settimana scorsa sempre da Ultima Books ho comprato Mu, l'ultima fatica letteraria di Tommaso Labranca, un file epub, perfetto e semplice che ho aperto subito per sistemare i font come piace a me e infine ho archiviato in Calibre senza tante storie. Ma quello non aveva i maledetti DRM...
Dunque ritorniamo invece al presente con gli odiosi DRM. Quando mi sono resa conto che non potevo aprire il libro che avevo pagato €10 per sistemare i font come piace a me ho moccolato e ho avviato amule scaricando quel titolo in venti minuti scarsi. Non è pirateria, l'avevo già comprato e pagato. Ok?
Poi c'ho pensato e ho deciso di usare il mio file, non quello di altri, perché proprio l'averlo pagato mi dava la certezza che non contenesse errori e poi volevo andare fino in fondo a questa storia.
L'unico sistema però era craccarlo, per eliminare una volta per tutte i maledetti DRM. Un'operazione semplice, come ci ha insegnato a fare il Duca in un tutorial preziosissimo disponibile sul suo blog: Togliere i DRM dagli eBook: guida per principianti.
Ho seguito passo per passo la guida che è precisa e nemmeno tanto difficile. Basta seguire i vari step alla lettera, avere un po' di dimestichezza col computer, ma insomma, nemmeno poi tanta. In pochi minuti ho avuto il mio file epub sbloccato e utilizzabile su Calibre.
A quel punto l'ho aperto per  sistemare finalmente i font come piace a me e ci ho trovato un codice caotico. Ho aperto anche il file che avevo scaricato piratato e ho constatato che a livello di codice e struttura fosse messo molto meglio dell'originale che - ripeto - ho pagato 10 Euro. Porca miseria.

Appunti banali di diario #3. Propositi per il 2013: parola d'ordine: Deutschland

Mi hanno regalato delle M&M's. Io non resisto alle M&M's e ne ho mangiate troppe. La cioccolata non è tra i miei alimenti preferiti e ne ho una bassa tolleranza. Ma le M&M's, non so perché, mi sono irresistibili e non riesco a mai smettere. Saranno i colori, sarà che quando si rompono in bocca fanno quel rumorino che adoro... Sono parecchio stressata. Me ne rendo conto perché ho la fissa per alcuni eventi marginali della mia vita. Delle perdite da un tubo in casa, il frigo da ricomprare e un'altro paio di cavolate che è meglio lasciar perdere. Sono tutti segnali di disagio.
Infatti, quando mi prendono le fisse per le bischerate vuol dire che è arrivato il momento di fermarsi, valutare e cambiare qualche cosa. Allora per "stemperarmi" faccio i propositi per l'anno nuovo. Tutte cose fattibili, tipo riprendere a studiare il tedesco ché son tanti anni che non lo pratico e non lo capisco quasi più.
A dire il vero ho già cominciato, ho scaricato degli mp3 che ascolto per la casa ripetendo le frasi. Non mi ricordo quasi più nulla di quella lingua che mi piace tanto, son quasi quindici anni che l'ho lasciata perdere. Perciò è l'ora di riprenderla in mano. Poi mi piacerebbe anche andare a fare un giro in Germania, su al Nord, verso Kohln, Essen, quella parte lì, insomma. Magari con l'occasione andare anche verso est e ritornare a Berlino perché l'unica volta che c'ho messo piede ero un'adolescente scalcagnata e c'era ancora il muro, nonché la DDR, la Stasi e Wir Kinder vom Bahnhof Zoo era un cult (per me lo è ancora).

Appunti banali di diario #2


Un tempo il blog mi serviva anche come diario. Diario nel senso di agenda di appunti. Ci scrivevo le cose, magari non direttamente, per ricordarmi date ed eventi. È sorprendente quanto tendiamo a dimenticare l'ordine cronologico delle cose che ci riguardano.
Bene, oggi con questo post prendo nota di una data. Ho fatto una cosa, che non racconto, ma sono contenta. Un passo avanti in questa esistenza tentennante. Il coraggio di mettersi in gioco, bello concludere l'anno così.

Maremmamaya e le altre apocalissi



A quanto pare non è successo nulla. Adesso ci sarebbe da andare da Giacobbo a farsi restituire i soldi, anche se io il suo libro non l'ho né comprato né letto e allora è inutile che stia a far polemica. Il mio primo pensiero è andato al bunker anti-Apocalisse Maya che Ron Hubbard si è fatto costruire in casa sua. Una delusione quando l'ho visto: si tratta proprio di un tubo di una ventina di metri arredato come un bungalow. Che tristezza. Mi sarei aspettata qualcosa di più da un multimiliardario come lui, un rifugio degno. Ron  ha creato psicoterapie alternative, religioni, intortato nelle sue faccende un sacco di stelle di Hollywood che gli hanno dato un sacco di soldi (adesso mi viene in mente solo Tom Cruise, ma ce ne sono un sacco). Insomma, questo ha i soldi che gli escono dalle orecchie e si è fatto piazzare un tubo in un buco nella terra con qualche branda, una televisione, qualche decorazione da casa al mare e basta, fine. "Braccini" corti.  Con le sue possibilità economiche e la sua fantasia io mi sarei comprata una grotta nel deserto e l'avrei sistemata in uno stile alla Paolo Soleri. Oppure mi sarei fatta una copia del mio bunker preferito: quello di Lost naturalmente, che era bellissimo, pieno di oggetti retrò e cose utili, dischi in vinile, lavatrice+asciugatrice, armi, dispensa fornitissima e, dulcis in fundo, uno splendido personal computer vintage a schermo nero su cui, volendo, tra un inserimento di una sequenza di 4 8 15 16 23 42 e l'altra, potevi anche fare un po' di esercizi di basic, per reinserirti nel mondo del lavoro post-catastrofe:

10 PRINT "Hello, World!"
20 END

Praticamente il paese dei balocchi per i nerd come me. Adesso nulla, la panzana è evidente e allora si aspetta la prossima catastrofe annunciata. Confido nel 2038 o in Hercolubus che però non ricordo quando dovrebbe distruggerci tutti...
In compenso mi dicono che oggi sia iniziata l'era dell'Acquario. Era ora.

Appunti banali di diario

Stamani pioveva a dirotto e, potendo, mi sono alzata più tardi del solito. Avevo un bel po' di sonno arretrato da recuperare e poi ieri sera ho passato una serata stancante e depressiva che ha gettato un carico di briscola sulla mia spossatezza cronica. Ci sono persone a cui voglio un mucchio di bene ma che hanno la capacità di deprimermi oltremisura. Senza volerlo, naturalmente. Ma passare tante ore di fronte alle impasse altrui non aiuta e iniziare con slancio il primo giorno del resto della mia vita (ver. anche troppo positiva), oppure l'ultimo giorno dell'ultima settimana prima dell'Apocalisse Maya (ver. catastofista. In Cina c'è chi va in galera con certe affermazioni pubbliche, btw).
Non sto ad entrare nello specifico, non importa, però quando sono rientrata a casa avevo un gran giramento di scatole, trasmesso per osmosi marinata dei soliti discorsi. Come se non bastasse mi sono accorta di non avere più tisane in casa e allora mi sono fatta un tè verde che mi ha tenuta sveglia fino a stamani. Ma forse non è stato il tè verde, ma la mia solita insonnia. Anzi, credo sia più probabile la seconda comunque ho visto la notte piovosa trasformarsi in alba altrettanto piovosa e tutto ciò non ha contribuito al mio umore sempre più provato. Stamani ho fatto colazione con altro tè verde perché mi piace un sacco e me lo berrei di continuo. Ma c'ho 'sto giramento di fondo che non mi dà tregua un attimo.

No logo

Perché poi una diventa acida. Ci credo. Perché una va a cena da un'amica che non vede da tanto. il marito è a calcetto. Si mangia, si parla, si mette a letto la creatura meravigliosa e stranamente tranquilla che non ha rotto le scatole quasi per nulla. Poi caffè sul divano e arriva "slang" aka il consorte. Slang è venuto fuori da un po' - e non da me, maligni lurker del cavolo che poi mi scrivete in privato perché avete riconosciuto il soggetto- dopo aver letto i suoi status di facebook sgrammaticati cercando di scrivere in vernacolo, arte che solo l'intramontabile Vernacoliere riesce a compiere senza scadere nel patetico. Ora: Slang mi saluta appena, va di là e ritorna subito dopo con un portatile acceso che mi butta in grembo. Non faccio in tempo a chiedere che succede che lui mi dice che gli DEVO fare un favore. Perché ha il suo logo (il suo logo?) che - deve mandarlo a quello che gli stampa i biglietti da visita - non è vettoriale e gli hanno detto che così gli viene fuori uno schifo. Non è un logo. Faccio la finta tonta e gli dico di chiedere al grafico che gliel'ha disegnato perché di norma un logo si fa in vettoriale. Punto nell'orgoglio mi dice che l'ha fatto da solo! Guardo il disegno e sembra uno scaracchio catarroso sull'asfalto. Cerco di tagliar corto e continuare la conversazione con la mia amica che distoglie lo sguardo. Anche lei sapeva: collaborazionista! Gli dico di mandarmi il file. Lui mi interrompe, mi dice che me lo manda subito se glielo posso fare domani mattina presto, ché ha fretta lo deve mandare in stampa subitissimo...  Gli dico di mandarmi il file che poi gli faccio il preventivo per il lavoro. Ci vorrà una settimana dico a occhio e croce, senza stare ad ascoltare le sue urgenze. Mi guarda malissimo, piagnucola, cazzo questo piagnucola perché non può avere tutto subito e gratis. Devi morire, penso. Sorrido dico che si è fatto tardi e torno a casa.

Rettiloidi

Mi contattano quasi tutti i giorni, a quanto pare convinti che abbia l'osso al naso. Eppure è un bel po' che sono in questo settore, lo so chi sono gli attori principali, quelli su cui vale la pena puntare. Ma nulla, temo per motivi lombrosiani sono la vittima prescelta per l'approccio commerciale/aggressivo. Riconosco - cavolo, impegnatevi un goccino di più, per la miseria - dicevo, riconosco le tecniche di vendita e di approccio da manuale. Quelle basilari, naturalmente. Risultato incerto di letture veloci, fatte nelle pause, per padroneggiare meglio le situazioni e ottenere il massimo dall'interlocutore/potenziale cliente. Letture fatte malissimo. Suggerimento gratis: il libretto sulla pnl ostentato nella sala di aspetto denota insicurezza. Non fatevelo vedere, la giovane signora sovrappeso e pacioccona con cui farai l'incontro, in realtà potrebbe essere una vecchia volpe scafatissima, con l'ordine dall'alto di scovare ed eliminare lo stronzo che genera solo costi. Se proprio non ce la fate, usate un lettore ebook per mascherarlo meglio. Una stretta di mano, ci accomodiamo, poi inizi a parlare e mi racconti fatti, cose , cifre, nomi di animale, di fiori e di città campati in aria. Altro suggerimento gratis: se l'interlocutore annuisce senza dire nulla non è perché lo/la state conquistando, ma perché si annoia e vuole tornare a prendere il caffè presto.

Il giovane signore bagnato e il politicamente corretto

Sì è la Pellegrini che a quanto pare ha il monopolio delle immagini "donne e nuoto" su Google...
Perché ero in piscina, allora mi sono tuffata e ho annaffiato un ragazzo che era in piedi sul bordo. Io mi tuffo sempre, mi piace un casino tuffarmi. E il ragazzo bagnato mi ha detto, scherzando: «Ehi, mi hai fatto la doccia!» E io ho risposto, sempre scherzando: «scusa, mi scordo sempre di avere una mole importante!» E allora il ragazzo bagnato, che poi tanto ragazzo non era, avrà avuto la mia età, diciamo il giovane signore bagnato, all'improvviso è diventato tutto serio e mi ha detto con un imbarazzo che si tagliava a fette: «scusa te, non dovevo dirti quello che ti ho detto.» Ho risposto «figurati, che c'è di male» e sono partita a stile libero che mi viene anche piuttosto bene e mi piace cominciare con quello. Poi pensavo che devo perder peso perché anche farmi una battuta innocua come quella del giovane signore bagnato, è diventata una roba politicamente scorretta e il mondo, si sa, è pieno di animi sensibili.

Il #Natale si avvicina, cominciano i consueti #desiderata

Ecco due cose mi piacerebbe ricevere come regalo di Natale:

Aria di cioccolato spray: tutto il gusto della cioccolata e nessuna caloria!

Infusore per tisane alla "Guerre Stellari"


Poi ricordo, tanto per la cronaca e la ciana, che ho il frigo rotto, mi manca la televisione, il tostapane ha esalato l'ultimo respiro pochi giorni fa e nemmeno il cellulare si sente tanto bene.

Politici su Twitter che prendono derive strane


Oggi niente post, sono troppo occupata a vincere il concorsone di Formigoni; in caso di successo spero che abbia una XL, abbondante di tette...
Disclaimer: è un tweet vero, non me lo sono inventato...

A Torino ho mangiato cose che voi umani...


Lo scorso fine settimana sono stata al Salone del Gusto di Torino. Tre giorni trascorsi in amicizia col cibo e col buon bere, non avrei potuto chiedere di meglio. In settimana prossima dovrò andare dal medico a farmi misurare la pressione e sistemare altre cosette e mi sa che a questo giro non andrà tutto liscio e scatterà la dieta tremenda di cui si fa un gran parlare da qualche mese ma poi si rimanda sempre... ecc. Ma sono cose tristi e ci penserò al momento opportuno, non un secondo prima. Adesso son qui con la testa piena di immagini di Torino. Torino qui, Torino là, mi piace un sacco Torino, stare a Torino, passeggiare per Torino, ci devo tornare presto a Torino... Allora presa da mille suggestioni mi riguardo per l'ennesima volta La donna della domenica - quello del '75 of course - che qualche animo urbano ha pubblicato, tutto intero, su Youtube per la gioia di questo freddo dopopranzo fiorentino.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...