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Post periodico sull'essenza del (mio) blog

Tanto tempo fa - quando ancora c'era Splinder, per intendersi - tra noi "blogger incalliti" si usava dire che "ogni cambio di template è un passo verso l'abbandono del blog". Ora, non ricordo se l'espressione fosse proprio questa, però era la sostanza del ragionamento. Figuriamoci allora che cosa avrebbe potuto scatenare il cambio di piattaforma: un salto nell'abisso. E poi in fondo gli si voleva anche bene all'inesorabile:



E allora si rimaneva tutti su Splinder, perché migrare altrove avrebbe portato a delle conseguenze terribili, fino al rifiuto dell'amata creatura su cui, almeno io, scrivevo tutti i santi giorni. Ho talmente assimilato questo modo di ragionare che il mio blog è rimasto praticamente uguale nel tempo.
Tutta questa premessa - prolissa e nostalgica, secondo lo stile della casa - per dire che adesso mi sono un po' rotta le scatole e sto valutando altre piattaforme, per capire meglio. Piattaforme blog che siano al di fuori dei social network, dove - sarà la vecchiaia, chissà - amo stare ogni giorno di meno e rimango su Facebook solo perché col tempo ho costruito una rete minuscola di contatti gradevoli, iper selezionati, che mi piace leggere e commentare. C'è da dire che buona parte di questi sono ex-splinderiani della prima ora, come lo sono io.
Comunque "faccio cose e mi muovo", nello specifico cerco alternative, scrivo, cancello, provo, apro e chiudo, collego, leggo recensioni, valuto altri nick, altri colori (bianco, voglio un blog bianco, perdio).

Splinder: la profezia del 24 novembre


Siccome in questi giorni non succede granché ed è tutto una gran noia*, mi sono messa a seguire con interesse la questione Splinder: chiude o non chiude?
Dopo otto anni passati a bloggare lì mi ci sono affezionata e son curiosa di sapere qual è il suo destino. A dire il vero un sacco di blogger, blasonati e non, hanno iniziato da Splinder, poi è una piattaforma tutta italiana e per me c'ha avuto una bella importanza nella storia dei blog italiani fin dagli albori, quando ancora non esisteva Facebook e tutta la socialità online si divideva tra forum e blog.
Insomma io voglio bene a Splinder nonostante tutto: mi ha ospitata per tanto tempo, mi ha fatta incavolare in mille modi, ma mi ci sono anche divertita un sacco.
Tuttavia è sempre meglio aver paura che buscarne, perché c'ho un'esperienza in merito: a suo tempo persi buona parte delle immagini del mio blog, quando all'improvviso Dada chiuse Supereva e tutti i suoi hosting gratuiti (n.b. sempre Dada, recidiva, crea precedenti). Perciò ho deciso di salvare tutto il contenuto del vecchio Gattasorniona, compresi i commenti, per non perderlo in caso il 24 novembre fosse davvero la fine di tutto il mondo Splinder. Ma perché il 24 novembre? E che ne so, è una voce che ho letto da più parti e che mi è stata confermata da gente che conosce qualcuno in Dada, perché Firenze è una città piccola, un "paesone" ecco, e allora si sa tutto di tutti. E io sono curiosa di vedere se succederà davvero; anche se, nel caso chiudano sul serio, non mi aspetto niente di buono: mi basta vedere che fine ha fatto il "cugino" americano di Splinder: www.motime.com (non lo linko, son solo loghi e suonerie) per intravederne il destino poco roseo. Speriamo di no.

(* disclaimer per l'utente sensibile: trattasi di incipit ironico)

Blog

Qualcuno mi ha detto che il blog è morto. Molto meglio aprirsi una pagina Facebook e scrivere lì. Questa cosa mi fa rabbrividire. Io sono all'antica su qualsiasi argomento, lo so. Ma quando si parla di tecnologie del trastullo divento talebana. E poi il blog è una cosa seria.
Son successe tante cose in questi giorni che non saprei da che parte rifarmi. A dire il vero tutte le mie energie le spendo per le eterne e inutili emergenze al lavoro e per star dietro a una certa situazione che ho in casa. Non scendo nel dettaglio ché si tratta della vita di un'altra persona e non mi va di cianarne più di tanto. Dirò solo du' parole: unemployed and homeless. Potrebbe essere il canovaccio perfetto per una sit-com con i fondali in cartone e le risate registrate. Ora che ci penso: mi sa che mi convenga prendere degli appunti e poi tentare di rivenderli agli sceneggiatori di Un posto al sole, almeno ci faccio qualche Euro. Comunque in questo periodo sono piuttosto impegnata a star dietro alle beghe altrui. La situazione dovrebbe ritornare alla normalità (mi scappa da ridere) la settimana prossima, almeno lo spero. Sennò potrei anche darmi fuoco come quell'imbecille che ha fatto finta di suicidarsi perché non è stato ammesso al Grande Fratello. Io mi sono stupita che continuino a farlo il GF. Preferisco ricordarmi le prime edizioni che guardavo con piacere, o rileggermi i resoconti del GF3 e GF4 di Zoro che si possono ancora scaricare dal suo blog. L'ho detto: sono all'antica su qualsiasi argomento. Prima è meglio.
«Guardi l'orologio e non sai dove cazzo. Tu, comunque, dietro a quel tempo veloce.» A. Nove Superwoobinda

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...