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Omissioni


Sono al tavolo di un bar del centro con Paola, agente immobiliare, o "real estate manager", come mi corregge sempre lei. Appassionata di pilates e meditazione, Cancro ascendente non ricordo, estrazione altoborghese, erede di un patrimonio cospicuo che le ha permesso di attraversare indenne questi anni di crisi e devasto sociale.

«Carino qui» dico, guardandomi intorno.

«Sì, è nuovo, ci vengo spesso, è un posto accogliente» dice lei, con gli occhi fissi sulla mia testa.

«Allora?» domando.

Siamo alla metà di un consulto importantissimo, e attendo il responso. Paola allunga una mano, prende una ciocca dei miei capelli, la esamina attentamente col piglio dell'entomologa. Infine la sentenza.

Singletudine post-concettuale: le 12 cose "oltre"


Mi capita spesso di leggere articoli come questo: "Sei single? Ecco 20 cose che hai sicuramente fatto o desiderato fare, anche solo una volta nella vita *", e immediatamente provo una grande tenerezza.


In questo caso le venti cose sono una serie di piccolezze, trite e ritrite, che potranno entusiasmare una single alle prime armi, una di quelle che - nemmeno tanto segretamente - spera di trovare un fidanzato al più presto che la salvi dall'impasse sociale, ché il gioco è bello quando dura poco.

Il potere isolante dei libri



Nota veloce che ho freddo e poco tempo per scrivere. Ho un desiderio piuttosto forte: vorrei passare questi giorni chiusa in una biblioteca antica, una di quelle di famiglia blasonata, possibilmente in un castello suggestivo. Una stanza grande, con le comode poltrone di pelle, tanti punti luce, caminetto acceso, legno dappertutto, tappeti persiani e un ottimo angolo bar con i migliori whisky.
Vorrei chiudermi in un posto del genere fino alla Befana compresa. Ma non per l'amore per i libri, e nemmeno per l'odore della carta. Piuttosto per il sottovalutato, ma per me fondamentale, potere isolante della carta.

Facili esotismi



Ieri sera sono andata al Forte Belvedere. Come tutta Firenze. Ho fatto lì la mia consueta passeggiata preserale antistress. Bello, ma si sapeva. La scultura dell'artista cinese mi è piaciuta un sacco. Mi piacciono tutte le cose che danno una smossa all'immobilità paesaggio cittadino.
Ero da sola. Nel pomeriggio avevo spedito quattro sms per raccattare qualcuno con cui andarci ma ho ricevuto soltanto: un rifiuto, un antani e due non pervenuti.

666 Park Avenue e le cose strane in casa mia...

666 Park Avenue è una serie americana con il Sig. Locke (ed anche indimenticabile Smokey) di Lost e Renee di Desperate Housewives tra i personaggi principali. Ora, io ho amato entrambi i telefilm: ho pianto quando è finito DH - cavolo, mi ero affezionata a Wisteria Lane - e ho mangiato un numero imprecisato di biscotti per il nervoso quando è finito Lost perché mi sentivo presa per il culo e ancora quando ci ripenso... Ma è storia vecchia, prima o poi me de dovrò fare una ragione. Insomma, quando ho visto la prima puntata di 666 Park Avenue, pardon il pilot, ho deciso che ne avrei guardati almeno i primi episodi in onore appunto di LostDesperate Housewives.
Si tratta di un telefilm dell'orrore parecchio edulcorato, che nei momenti di massima tensione tensione spesso e volentieri provoca il sorriso. Ma va bene così. Poi è pieno di luoghi comuni, al punto che ti puoi immaginare con un grado di accuratezza elevato che cosa succederà di lì a poco e anche questa è una caratteristica che toglie un bel po' di tensione all'insieme. Per esempio c'è l'immancabile bambina fantasma, un po' satanica, un po' non si sa ancora, che è interpretata dall'attrice che fa la parte della figlia minore di Luis C.K. in Louie (questo davvero imperdibile). Tutte le volte che la vedo "fantasmeggiare" in scena sorrido, come quando incontro i figli dei miei amici, quelli che non mi ricordo mai come si chiamano, ma li devo considerare e allora faccio buon viso a cattivo gioco.
La protagonista è una tipa piuttosto insignificante che va a fare l'inserviente/amministratrice (una roba del genere) in un condominio antico e pieno di ricconi di New York - btw io farei carte false per fare un lavoro del genere - dove naturalmente accadono cose stranissime e ci scappa un morto al giorno. I padroni dello stabile sono appunto Locke e Renee, qui sposati, con lui perfetto nella parte del milionario satanico, proprietario del palazzo pieno di segreti, alcuni terribili almeno nelle intenzioni degli sceneggiatori.
Comunque, questa nuova inserviente/amministratrice/boh comincia a percepire oscure presenze e a vedere e sentire cose strane. Roba da manuale: mani che ti afferrano le caviglie nel buio, la bambina satanica di cui sopra che gira in camicia da notte, voci e bisbigli vari, uccelli - satanici anche loro, ça va sans dire - che escono dalle pareti, ecc.
La tizia tutte le notti viene assalita da sonnambulismo allucinatorio che la spinge a uscire dall'appartamento sempre scalza e in mutande, attraversare mezzo condominio in desabillè estremo, per recarsi nel sotterraneo del palazzo, dove le accade sempre qualche cosa di inquietante. Quando la mattina dopo si sveglia non sa mai se ha sognato oppure no. Lo spettatore invece sa benissimo che c'è una parte di vero in quei sogni.
Ecco, stamani mi sono svegliata con una valigetta in mezzo alla camera. Non mi ricordavo perché fosse lì e chi ce l'avesse messa. Mi ha fatto quasi paura, ho pensato subito alla tizia mezza sonnambula di 666 PA perché cose come questa le succedono in tutti gli episodi. Sono corsa a controllare la porta di casa e l'ho trovata chiusa, con tutte le mandate a posto. Meno male, non ero uscita in mutande per il condominio in piena notte. Poi ho acceso il telefono senza osare toccare la valigetta né avvicinarmi troppo ed è stato un attimo svelare il mistero. Era stata lasciata lì da un'amica che è venuta a cena ieri sera. L'aveva appoggiata in camera al buio e poi si è scordata di riprenderla. Non so come non l'avevo vista quando sono andata a dormire. Per questa volta è andata.
Mollerò presto 666 Park Avenue perché è ricominciato (e alla grande!) The Walking Dead e si sa: gli zombie vincono su tutto...

Love me, I love me: San Valentino dalla parte dei single


Per chi non c'avesse fatto caso oggi è San Valentino. Poco fa al TG2, a mio avviso il non plus ultra dell'avanguardia in fatto di nuove tendenze, c'è stato un servizio su San Valentino vissuto dai single. Ovvero: la gente sola come la sottoscritta, come trascorre la festa degli innamorati? E non è una domanda da poco. Pare, infatti, che in Italia ci siano ben sette milioni (7.000.000) di single. Sinceramente pensavo qualcosina in più, ma comunque siamo sempre un bel numero di tutto rispetto. Tutta questa massa di persone, nella giornata dell'anno consacrata all'amore e agli innamorati, potrebbe soffrire di "qualche disagio" per via del bombardamento mediatico in atto. Allora è comparsa la psicologa televisiva di turno a spiegarci come sfangare San Valentino. Io adoro gli psicologi tv e mi piacerebbe incontrarne qualcuno di persona per vedere se anche nella realtà sono così squisitamente banali. Ma questa è un'altra storia. Insomma la dottoressa, con piglio serissimo ha dato i suoi consigli professionali per noi single che siamo costretti ad attraversare l'inferno di questa giornata che non ci appartiene. Dunque: per prima cosa non dobbiamo pensare all'Amore come a una cosa di coppia, invece dobbiamo pensarlo in "modo generale", partendo dall'Amore per sé stessi. Io mi amo. Ottimo consiglio, vero? Poi mi pare abbia consigliato di non dar retta alle minchiate televisive, o forse questo l'ho pensato solo io, adesso non ricordo esattamente. Infine hanno mostrato una grafica interessantissima, risultato di un sondaggione nazionale che ho cercato di memorizzare il più possibile e che ora tento di riproporre qui. La domanda era: "come passeranno San Valentino i single?" Molto semplice: il 45% circa lo trascorrerà a casa da solo/a, in attesa che passi (a macerarsi nel dolore della solitudine, aggiungo io). Il 42% circa lo trascorrerà a eventi per single: ritrovi tra amiche, fight club e robe così (per tentare di dimenticare il dolore immenso della solitudine siderale, aggiungo io). Il restante 23% circa lo passerà cercando un partner per la serata. Il tg parlava di cena fuori (e sana trombata estemporanea: viva i tromboamici, aggiungo io). Ecco. stasera inizia Sanremo.

La paranoia del grande freddo


Sono giorni che aspetto la neve. Seguo con passione i tweet del sindaco e sono sempre "sul pezzo". Ormai sono perfettamente organizzata per quel momento. Per questo giro per la città carica come un ciuco, indossando tre tipi di sciarpe diverse, contemporaneamente. Per aggravare la situazione ho avuto la bella idea di dedicare questi primi mesi del 2012 alla mia formazione; il "self-improvement" che ci fa tanto bene e ci aiuta a combattere la depressione causata dalla vita contemporanea: costa come la psicoterapia ma ti arricchisce di competenze che prima non avevi. E in più ne guadagni in socialità. Molto "americano" come ragionamento, mi dicono. «Da zitella pragmatica,» rispondo.
Allora ho iniziato a seguire due corsi che necessitano di un bel po' di attrezzature, che sono diventate il mio bagaglio quotidiano. A dire il vero il secondo corso non era in programma, ma mi è stato regalato inaspettatamente e io non mi sono certo fatta sfuggire l'occasione. Oltre a tutto ciò mi porto appresso la borsa per fare sport che già di per sé è un bell'ingombro. Poi ho piazzato ricambi di biancheria e una vecchia tuta da ginnastica nel vano dello scooter, in caso la tormenta pluriannunciata mi impedisse di ritornare a casa per la notte come è accaduto l'anno scorso. E come se non bastasse ho nella  borsa un tot di cose per passare il tempo in luoghi diversi da casa mia: lettore ebook, lettore mp3, quaderno di appunti, e un pacco di fotocopie che devo leggere per la settimana prossima. Quasi quasi auspico che venga giù una bella nevicata di quelle che bloccano tutto e in quel momento preciso, di trovarmi a casa di mia cugina, ovvero l'unica persona che conosco bene in città ad avere un caminetto funzionante e una casa molto tranquilla, ideale per rimanerci un paio di giorni bloccata a bere vin brulé e leggere libri davanti al fuoco. Perché sono memore di quando nel dicembre 2010 la città perse la testa per quei venti centimetri di neve, io non ero organizzata e riuscì a rientrare a casa solo dopo 48 ore e con molte difficoltà. Per fortuna quest'anno ci sono i tweet del Renzi che mi tranquillizzano e mi gasano abbestia.

3 primi piatti di alta gastronomia, ma dalla semplicità disarmante, che ti faranno impazzire

La mia spesa di ieri sera che ha ispirato questo post con dedica finale.

Dicono che nevicherà presto. Dicono. Allora a questo giro mi sono premunita in anticipo, in caso rimanessi bloccata in casa come l'anno scorso. Se dovesse succedere, infatti, avrò carboidrati e proteine vegetali a tirarmi su il morale per tutto il tempo che sarà necessario. Senza l'urgenza di ritornare nel mondo a tutti i costi come accade quando certi eventi straordinari ti prendono alla sprovvista e ti manca sempre qualcosa di fondamentale per riuscire a goderteli. E poi ci sono dei cibi che io collego direttamente allo stare in casa e all'inverno.
Tipo le penne lisce Barilla, cottura otto minuti di saggezza popolare pura: dove c'è Barilla c'è casa, perché dove c'è casa c'è pastasciutta.Voilà servito il sillogismo culinario dell'abbrutito. E io mi ci ritrovo in tutto ciò. Eccome. Tornando allo specifco, io sostengo che penne lisce siano fatte apposta per essere abbinate al tonno. Non ammetto repliche: si tratta di un abbinamento perfetto. In questo caso ho scelto tonno al naturale poco calorico, ma che alla fine condirò con olio di olive mediterranee a crudo, per ottenere una pasta al tonno coi fiocchi. Mi raccomando: la vera pasta al tonno è soltanto quella fatta con la "ricetta dello studente", ché tutte le altre varianti sono solo dei volgari tentativi di rendere trendy il cibo che ci ha accompagnati negli anni dell'Università, se si è stati studenti fuori sede o se si frequentavano tanti fuori sede, come nel mio caso. Quindi fare la pastasciutta così provoca momenti proustiani a sfare, con spleen e struggimenti sul tempo che fu, ecc. Con la pasta al tonno si aprono dei mondi dimenticati e mi pare una gran cosa.
Poi ho acquistato dei magnifici ditali rigati con trafilatura al bronzo, qualsiasi cosa sia la trafilatura al bronzo non son mai riuscita a capirlo e ora che ci penso non m'interessa nemmeno approfondire l'argomento. Ditali rigati biologici-mio-malgrado e integrali, sempre marca Coop. A dire il vero è un po' cara come pasta, l'ho pagata sugli 83 centesimi contro i 50 del mezzo chilo della Barilla, ma va bene così: una volta ogni tanto si possono fare certe pazzie in cucina. A questa pasta ci abbino sempre e solo delle lenticchie coop, ovvero: lenticchie secche, reidratate e poi confezionate immediatamente per mantenerne inalterato il gusto. C'è scritto proprio così sull'elegante confezione in brick e io ci credo. Anche questo piatto va eseguito sempre con la "preparazione dello studente": stesse emozioni, stessi momenti proustiani, stesso riaffiorare di mondi remoti e via discorrendo.
Infine l'ultimo piatto del mio kit emergenza-neve: un ottimo riso Carnaroli indicato per risotti speciali, abbinato sapientemente a piselli finissimi raccolti e lavorati in giornata e anch'essi confezionati in brick. Da prepararsi, manco a dirlo, pure questo con la ricetta dello studente così si porta dietro tutte le suggestioni di cui sopra.
Ecco tre abbinamenti gastronomici ideali, con cui iniziare l'anno e affrontare i rigori dell'inverno, che dedico con tutto il cuore alla mia amica L. grande gourmet e pioniera del gusto, anche se non credo legga 'sto blog. Ma non ha importanza.
Infine, ci tengo a precisare che questo post di alta gastronomia non è una marchetta alla Coop. Nemmeno per sogno, sia chiaro. Ieri per caso ho fatto la spesa lì e ho preso i loro prodotti, ma potevano essere benissimo dell'Esselunga, della Conad, del Lidl, ecc. ecc.

Esiste un manuale di sopravvivenza urbana del single rimasto solo in città d'estate quando tutti gli amici sono o dicono di essere in luoghi fichissimi a fare ferie da dio?

La maggior parte dei miei amici sono spariti, tutti ancora in ferie, tutti in luoghi ameni e molto esclusivi dove ci si diverte un sacco. Così in questi giorni è un problema trovare un'anima per andare a bere una birra e far due chiacchere in città. Di conseguenza passo la maggior parte delle serate per conto mio, chiusa in casa a guardare le serie americane, come l'ottimo 30 Rock, e per forza di cose compenso i vuoti affettivi sociali mangiando quantità notevoli di gelatini. Sì quelli mignon, la mia nuova passione: mini-coni e mini-stecchi, ma solo di sottomarche semi-sconosciute, possibilmente comprati al discount, ché Coop ed Esselunga son diventate troppo chic per i miei gusti. Mi gratifico così. Tuttavia non ho perso la testa del tutto e sono perfettamente conscia che non mi posso permettere di mangiare a oltranza 'sta roba che fa ingrassare. Così stamani ho fatto voto di non mangiare mini-gelati per almeno due giorni. E ora sono qui nervosa e rimugino: devo fare qualcosa per rimettere in sesto la mia vita sociale. C'è qualche cosa che non va nelle mie frequentazioni in termini di equilibri e di flussi. Passo periodi super-intensi in cui tutte le sere c'è qualcosa da fare che si alternano repentini a periodi di solitudine siderale. È questo i destino dei single? Rimanere soli in certi periodi dell'anno? Ci sarebbe da scriverne un trattato. Oppure un manuale sul muoversi da soli in una città medio piccola come questa, quando si svuota per le vacanze. Certo, un manuale con consigli generali a chi è da solo, sul benessere, sulle attività consigliate, sulla dieta ideale da seguire in allegria e senza accumulare i cartoni della pizza accanto alla porta, ehm. E poi in questo manuale ideale ci dovrebbero essere anche le info specifiche di un po' di città italiane. Perché noi single siamo in tanti e questa esperienza viene sicuramente condivisa da altri e altre come me; sì proprio in questo momento, in altre città come questa che offrono non tanto ma nemmeno poco (ci sono posti ben peggiori, tipo al paese dove non si sta mai da soli, ma questo è tutto un altro problema che affronterò in un altro momento, forse). Ci devo pensare bene.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...