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L'estinzione di Babbo Natale


Quest'anno, al posto delle solite luci natalizie, vanno di moda i proiettori di lucine colorate. Ne ha uno anche il tizio di fronte a casa mia, quello che in estate sta sempre in terrazza, in mutande, a urlare una telefonata dopo l'altra. Invece adesso ha montato sulla balaustra una specie di bulbo che spara fasci luminosi tutto intorno, come in una discoteca vecchio stile.

Massa grassa



I giorni di festa si accompagnano a pensieri continui su massa grassa, digestione, villi intestinali, pressione alta, ictus, colesterolo, diabete, immobilità, obesità, vite all'estremo. Occasioni per inventare varianti estrose dei programmi Real Time.
Il tutto si traduce in sensi di colpa e ulteriore, immotivata, assunzione di cibo. Un "effetto valanga" che di anno in anno è sempre più preoccupante.

Una voce in strada mi distrae. 

Questo pomeriggio lo passo in casa: completo relax, divano , letture, blog, solite cose. Anche se poi i sensi di colpa sul cibo ingurgitato come se non ci fosse un domani, sulla vita sedentaria, sulle abitudini sociali legate a doppio filo al consumo di alcol, la fanno da padrone.

Fuori la voce è sempre più insistente.

Ciane di condominio, paranoie e il nuovo problema dell'identificabilità post #Wikitaly


Nel palazzo dietro al mio ci abita una tipa - secca allampanata, gobba, avrà ottant'anni o giù di lì - che c'ha un amante, colpevole di farsi troppo i cavoli suoi. E allora la tipa - che naturalmente ha pure un marito in casa - deve uscire per telefonare in pace all'amante e viene a farlo proprio davanti al portone del mio palazzo che è piuttosto riparato da sguardi indiscreti.
Ma la discrezione le serve a poco, perché durante quelle telefonate lei urla come una dannata e la sua voce lamentosa rimbomba in tutta la strada, informando il circondario dei suoi inciuci travagliati. Qualche giorno fa l'ho trovata mentre stava dicendo all'amante che sì, lascerà il marito di sicuro, ma per stare per conto suo perché s'è belle e rotta di tutti e due. "E no, caro mio, io non ne posso più né di te ne di quell'altro vecchio, o che lavoro l'è?" E giù minacce di sparire nel nulla, sfanculandoli entrambi. Mi sono stupita perché a quanto ho capito l'amante cercava di farle cambiare idea.
Ieri invece c'era il dramma. A quando pare l'amante è colpevole di farle le corna con un'altra che lei conosce. Sì, li ha visti perfettamente certi sguardi tra i due: "mica son nata ieri, caro mio, lo so icché vol dire guardassi così" la gridava in tuta da ginnastica, pantofole e sigaretta accesa tra le dita, camminando in su e in giù davanti all'ingresso. Ho notato che da qualche giorno la sua ora preferita per telefonare è esattamente quando rientro a casa io, neanche mi leggesse nel pensiero, e allora tra il parcheggiare, l'arrivare al portone, entrare, prendere la posta e aspettare l'ascensore, posso sentire dei bei pezzi di quelle conversazioni.
Forse sono inopportuna a scrivere queste cose, forse la tipa mi ha vista a Wikitaly, ora sa che sono quella del palazzo accanto che passa a testa bassa quando l'è al telefono a discorrere delle sue cose delicate. La prossima volta che la incontrerò mi manderà a cagare senza tanti complimenti per aver scritto queste tre righe, sputtanando la sua tresca senza tanti riguardi. Ma forse mi fascio la testa troppo prematuramente e la tipa non sa nulla di questa mia pagina giallina. Però pensavo che essendo diventata identificabile non posso più scrivere in libertà le cose sul mio condominio, per esempio. A pensarci bene, son limiti difficili da accettare. Per esempio non è proprio il caso che racconti dei miei nuovi vicini di casa iper buzzurri, quelli che ascoltano i neo melodici e i successi da hit parade a tutto volume, continuamente. Devi bussare alla parete, allora forse, abbassano la radio, sennò mica si rendono conto. Da quando sono arrivati a casa mia si va via di cervello, 'ste fave.

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