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tratto dal blog gattasorniona.splinder.it. grazie web.archive.org per avermelo conservato. che vergogna quelle virgolette, ero una giovane intrisa di mainstream |
Mad in Italy di Gabriele Ferraresi (recensione parziale)
Fake people storie di social bot (recensione)
Ho finito di leggere Fake People. Storie di social bot e bugiardi digitali di Viola Bachini e Maurizio Tesconi, Codice Edizioni.
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Scopro da questo libro che è una vignetta celebrissima! (l'avrò vista mille volte) |
Celebrity di Andrea Kerbaker (recensione)
Ho finito di leggere Celebrity di Andrea Kerbaker, edizione la Nave di Teseo.
È un racconto lungo un centinaio di pagine sulla smania di essere famosi. Il protagonista è un giovane barista di nome Giuseppe Scannadinari – anche se preferisce essere chiamato Pino – logorato dal desiderio di diventare famoso e finalmente ottenere la rivalsa sociale che desidera più di ogni altra cosa.
L'occasione gli arriva quando riesce a partecipare come concorrente a un quiz televisivo. Il racconto si svolge nei giorni tra la registrazione della puntata e la messa in onda.
Pino è un ragazzo buono ma sfigato, poco istruito, poco intelligente, viene da una famiglia con le stesse caratteristiche. Dopo essere stato alla RAI a registrare la puntata, si fa dei film pazzeschi, ed emerge qualche problemino con la realtà. È uno dei tanti, vien da pensare. La fine non la svelo, ma in sostanza è tutto qui.
Una cosa mi ha sconvolta, se posso permettermi. Celebrity è un volumetto minuscolo, che ho trovato a due euri razzolando nella cassetta delle offerte alla IBS. Però da nuovo il prezzo di copertina sarebbe stato 11 euro, una cifra assurda per poco più di cento (dimenticabili) pagine che si leggono in un'oretta o poco più. Mi sembra un prezzo troppo esagerato. Ecco, lo volevo dire.
Voto: gli do due televisioni 📺📺solo perché tra le emoticon non ci sono i riflettori.
Disclaimer per i miei tre due lettori.
Ho letto un mucchio in quest'ultimo periodo, ma non ho avuto voglia di fare le recensioni. Però sto tenendo traccia dei titoli su Goodreads, in caso interessasse.
(p.s. anche goodreads lo aggiorno in maniera discontinua e umorale, ça va sans dire)
Come stare soli di Jonathan Frenzen (recensione)
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Un ritaglio a caso: il senso originale (italiano) del fascismo |
Becoming di Michelle Obama (recensione)
L'intelligenza emotiva di Daniel Goleman (recensione)
Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron (recensione)
Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità di Yuval Noah Harari (Recensione)
A proposito di niente, l'autobiografia di Woody Allen
Serotonina di Michel Houellebecq
Ho finito Serotonina di Michel Houellebecq, traduzione di Vincenzo Vega per La nave di Teseo edizioni.
Maremma santa quanta depressione. Il protagonista si chiama Florent-Claude ed è un alto funzionario del ministero dell'Agricoltura francese. Naturalmente ha una vita sessuale disordinata ed è un depresso di quelli particolarmente incancreniti al punto che per tirare avanti deve consumare dosi massicce di Captorix, farmaco che lo tira su di morale (per quanto possibile) ma al tempo stesso lo rende sessualmente impotente.
Stavo per mollare questo libro dopo poche pagine perché comincia con una assurda scena di sesso a tre ambientata in una stazione di servizio, una brutta versione gerontopornografica della celebre scena dal benzinaio di Zoolander:
Ridacchiando ho pensato di aver bisogno di passare ad altra lettura, che Houellebecq nella mia vita avesse già fatto il suo tempo dopo lo sciatto Sottomissione, e di abbozzarla coi suoi libri. Invece la storia è davvero bella, un'esplorazione della mente, della vita del mondo del depresso che rapidamente inizia a riguardarci più di quanto non ci piaccia ammettere (ho letto altrove che è il futuro, per me è puro presente).
Tragedia, amori passati e irrecuperabili, solitudine siderale, depressione con un piede nella follia, e infine il tramonto della classe media.
Mi è piaciuto, anche perché il protagonista è davvero tanto antipatico e si fa fatica a simpatizzare con lui. Gli dò 4 pasticchine di Captorix, se le merita:
Factfulness di Hans Rosling (recensione)
L'Educazione di Tara Westover (recensione)
Anzi, peggio.
Westover non ha fatto la scuola da piccola ma è riuscita a laurearsi da autodidatta a Harvard.
Raccontato così sa di bischerata, in realtà il libro merita.
Prima di tutto è una storia vera, e dà uno spaccato degli Stati Uniti a cui non siamo abituati. I genitori dell'autrice vivono ai margini della società in attesa dell'Apocalisse, ed è bello seguirla, passo passo, nel cambiamento di vita: dallo stato brado sulle montagne dell'Idaho in balia di qualsiasi superstizione, fino all'università prestigiosa e alla laurea.
L'ho letto solo perché lo consigliava Bill Gates nella sua newsletter di fine anno.
Voto 4 cavalli bradi
Fango di Niccolò Ammaniti (recensione)
Sto diventando pigra anche con robetta social di poco conto, come i resoconti dei libri che leggo. Ecco, con molto ritardo il resoconto su Fango di Niccolò Ammaniti che ho finito già da un bel po'.
I giorni felici di Teresa Ciabatti (recensione)
Ero convinta di aver letto tutto di Teresa Ciabatti. Invece mentre esploravo una bancarella dell'usato, mi sono trovata tra le mani I Giorni Felici.
Tuffo al cuore seguito da un ghigno di soddisfazione. Come ha potuto sfuggirmi fino adesso?
Preso.
Letto.
Bello.
È la storia di una famiglia romana, ma la vicenda ruota attorno a Sabrina, la più piccola dei tre fratelli. Il padre lavora in RAI e il suo sogno e far arrivare Sabrina allo Zecchino d'Oro. Sabrina sa di avere un talento pazzesco e di essere una bambina con una marcia in più degli altri.
Molti anni dopo, sul letto di morte del padre, i tre fratelli ormai adulti si ritrovano e partono i bilanci di una vita.
Per certi versi mi ha ricordato un po' il Grande Freddo, per altri l'ultimo romanzo di Teresa: Matrigna.
Ne I giorni Felici ho amato un casino gli "inserti" con le storie dei personaggi dell'epoca.
Voto in barba alla nostalgia struggente: 5 "portobelli"





Matrigna di Teresa Ciabatti
Ho finito di leggere Matrigna di Teresa Ciabatti, ed. Solferino.
Adoro la scrittura di Teresa Ciabatti, credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato.
Mi piacciono un casino i dialoghi pungenti, i personaggi sopra le righe, sempre guidati da un egotismo ingenuo e al contempo stronzo che per me è proprio godurioso.
In Matrigna ho trovato questi aspetti molto più smussati rispetto alle cose precedenti e questo un po' mi è dispiaciuto perché a me la scrittura della Ciabatti piace estrema, ma forse sono io che ragiono troppo da fan.
Il romanzo però è davvero bello, merita leggerlo. È il racconto di cosa accade a una famiglia dopo la sparizione misteriosa di uno dei figli. Sia i personaggi, sia i loro ricordi non sono come sembrano e nella storia un po' si evolvono un po' no.
Voto 4 pappagallini che potrebbero parlare; ma perché non parlano? 🐦🐦🐦🐦
Vengo ad ascoltare la Teresa Ciabatti che parla del suo nuovo libro e mi tocca sentire Edoardo Nesi che ci dice come l'avrebbe scritto lui, questo romanzo. Oimmena. pic.twitter.com/qROTB24Yud— gattasorniona 🥚 (@gattasorniona) 23 ottobre 2018
Matrigna con dedica, meraviglioso pic.twitter.com/60hs7bsWfR— gattasorniona 🥚 (@gattasorniona) 23 ottobre 2018
La vita di Prima di Marian Thurm
Ho finito di leggere La vita di Prima di Marian Thurm, tradotto da Monica Capuani, ed. Bollati Boringhieri.
È la storia d'amore tra due newyorkesi - lei più proletaria, lui ricco - che si incontrano per caso in un caffè, si innamorano, mettono su famiglia, tentano di mischiare i loro mondi.
Poi le cose cambiano, piano piano. All'inizio impercettibilmente, poi in un crescendo di segnali, inquietudini, anticipazioni misteriose... fino alla tragedia.
Mi ha fatta riflettere, non per la storia in sé che è banale anche se ben costruita, specialmente i personaggi, ma per il fatto che ultimamente mi vada di leggere/guardare quasi esclusivamente roba ambientata a NY. Boh.
Non aggiungo altro, trattasi di thriller e dunque evito spoiler.
Voto quattro appartamenti in condominio di lusso a Manhattan:




L'ultimo anno della mia giovinezza di Costantino Della Gherardesca e Marco Cubeddu
Ciascun capitolo affronta una sfaccettatura, un "come" del Costa, in cui passato, presente ma sopratutto visione del mondo si mescolano per creare una serie di racconti davvero gradevoli che - non per essere stronza - non mi aspettavo minimamente.
Invece è un libro sfizioso che alterna i gustori siparietti di vita a riflessioni mature.
Voto 4 Patek Philippe
Parlarne tra amici di Sally Rooney
5 libri che ho letto a febbraio
La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia per Adelphi. A dire il vero si tratta di una rilettura perché ricordo con fastidio che ce lo fecero leggere obtorto collo alle medie. Invece è un libro pazzesco, che ti prende grazie all'inquietudine che traspare dalla vita di questo genio che aveva intuito l'orrore e aveva scelto di sparire prima che fosse troppo tardi, e grazie anche alla ricostruzione storica meticolosa e allo stesso tempo di ampio respiro.
"È un libro bello proprio perché non è una indagine, ma la contemplazione di una cosa che non si potrà mai chiarire" (Pasolini)
Voto 5 traghetti:





Quello che rimane di Paula Fox per Fazi Editore. Solo un commento ché non ha senso raccontare la trama di un libro così: oddio che bello. Voto: cinque siringhe di antitetanica





Fire and Fury di Michael Wolff, più che altro presa dalla curiosità destata dal clamore dell'uscita di questo libro. Lo colloco a metà strada da House of Cards e una riunione di condominio. Se solo la metà della roba che contiene è vera, siamo tutti nella cacca. Voto: tre operai della Rust Belt in attesa della riapertura delle gloriose miniere di carbone



Il caso David Rossi di Davide Vecchi ed. Chiarelettere. Tempo fa l'avevo preso a caso, da uno scaffale alla libreria della stazione, mentre aspettavo un Frecciarossa in ritardo. A malavoglia l'avevo rimesso a posto, per correre a prendere il treno. Però mi è rimasto il pungolo di finirlo. Racconta l'indagine sulla morte del manager MPS, custode di tanti segreti della banca più antica del mondo, oggi sprofondata negli scandali. Una morte strana, mai indagata correttamente, con rilievi sciatti, prove mai esaminate oppure distrutte a tempo record. Uno dei tanti misteri italiani, dice l'autore. Una vicenda, quella dell'MPS, che è già costata allo stato un visibilio e che non ha ancora finito di ritornarci sui denti. Voto quattro teste di cavalli scossi:




La grande truffa di John Grisham ed. Mondadori. Un po' didascalico, personaggi abbastanza tagliati con l'accetta, intreccio bizantino ma scorrevole. Non so se sia solo una mia impressione, ma la storia mi è sembrata più tirata via sul finale, rispetto alla parte iniziale. Niente di eccezionale, tuttavia è stata una lettura divertente; interessante il racconto sui livelli assurdi nell'infognamento di debiti studenteschi degli universitari americani. Voto: tre mazzette di verdi bigliettoni



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