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Mad in Italy di Gabriele Ferraresi (recensione parziale)


Ho finito di leggere Mad in Italy. Manuale del trash italiano 1980-2020, scritto da Gabriele Ferraresi e pubblicato da Il Saggiatore. 
L'autore ripercorre 30 anni di storia italiana attraverso gli episodi più "trash" (lo metto travirgolette, poi spiego perché). 
Quando si parla di trash non si può fare a meno di parlare di Tommaso Labranca, e Gabriele Ferraresi è un estimatore di lungo corso di T-La. Cita Tommaso nell'introduzione, nei ringraziamenti e all'interno del libro, nel capitolo dedicato all'anno della morte. 
Questo libro è diviso in capitoli, ciascuno ha il nome di un anno dal 1980 al 2020. Il duemilaventi è incompleto, e si interrompe all'arrivo del covid-19, creando un effetto"brusco ritorno alla realtà" che trovo molto efficace come conclusione.
 
Io ho una "storia personale" con Gabriele Ferraresi. Mi contattò nel 2006 tramite il mio antico blog su Splinder 💖che era molto più seguito e molto più giallo di adesso. 
Era uno studente universitario, stava preparando la tesi di laurea su Cronaca Vera. Mi scrisse perché ne avevo parlato sul blog e io gli suggerii alcuni autori, primo fra tutti Labranca. 
 
tratto dal blog gattasorniona.splinder.it. grazie web.archive.org per avermelo conservato.
che vergogna quelle virgolette, ero una giovane intrisa di mainstream
 
 
«La mia rubrica preferita è I misteri del sesso a cura del Professor R. Dell'Alba.»
 
Vabbè.
 
Comunque, per concludere l'aneddoto, detti a Gabriele Ferraresi qualche indicazione, mi pare la copia elettronica di Andy Warhol era un coatto che già non si trovava più da anni e lui, dopo la laurea, mi inviò una copia della sua tesi, un dono molto gradito che conservo ancora adesso. 
 
Fine aneddoto. 
 
Ora, immaginatevi il piacere che mi ha fatto, dopo 14 anni, vedere questo ragazzo uscire con un libro così. Mad in Italy è un volume corposo, più di 400 pagine che raccontano gli episodi più pecorecci (ci sta meglio che trash, secondo me) della storia recente del nostro Paese.
 
Su tutto il libro aleggia lo spirito di Tommaso Labranca anche se gli episodi riportati non sono tutti tecnicamente trash, secondo la formula labranchiana: 
 
intenzione – risultato ottenuto = trash
 
Piuttosto sono per lo più episodi di costume sopra le righe, momenti beceri della nostra storia recente di cui ci ricordiamo più o meno tutti, ed è divertente leggerli in ordine cronologico raccolti in un unico volume. 
 
E il lettore, specialmente di una certa età come sono io, si diverte un monte a fare questo viaggio nel tempo, dai bei vecchi tempi al "brusco ritorno alla realtà", appunto.
 
Io ci ho trovato un sacco di roba che non mi ricordavo più, e che mi ha fatto piacere di leggere e ricollocare nella giusta scala temporale. Col passare del tempo i ricordi oltre a sbiadire si sovrappongono e questo libro casca a fagiolo.

Voto 🌟🌟🌟🌟 quattro stelline sberluccicanti come negli Anni Ottanta.
 

Fake people storie di social bot (recensione)


 

Ho finito di leggere Fake People. Storie di social bot e bugiardi digitali di Viola Bachini e Maurizio Tesconi, Codice Edizioni.
 
Cosa sono i bot? Come funzionano? Questo libro ce lo chiarisce a suon di esempi e ci racconta dove i bot vengano usati più spesso, come per creare finti follower sulle piattaforme social.
 
L'acquisto dei follower fittizi per il proprio profilo social è prassi consolidata, e si tratta di un'operazione facilissima che comporta solo l'investimento di pochi soldi. Nel centro di Helsinki c'è una macchinetta che assomiglia a un bancomat – il nome vale più di mille parole: Quickfix – fatta apposta per acquistare istantaneamente pacchetti da migliaia di follower a botta. Anche in Russia si trovano aggeggi del genere che vendono un sacco, perché chi compra follower non lo fa solo per soldi, ma anche per dare un’immagine migliore di sé. E poi il rapporto tra like e scariche di dopamina ormai è cosa nota. Gli ambienti online in cui passiamo tanto tempo sono fatti da un numero consistente di fake con cui a volte interagiamo senza accorgercene.

Questo libro non svela chissà che cosa se si ha l'abitudine di leggere qualche articolo sull'argomento, però è fatto bene ed è consigliabile a chi si voglia costruire una panoramica sull'argomento.


 
Scopro da questo libro che è una vignetta celebrissima! (l'avrò vista mille volte)
Voto quattro mostrilli di Space Invaders: 👾👾👾👾
 
 

Celebrity di Andrea Kerbaker (recensione)

 

Ho finito di leggere Celebrity di Andrea Kerbaker, edizione la Nave di Teseo. 

È un racconto lungo un centinaio di pagine sulla smania di essere famosi. Il protagonista è un giovane barista di nome Giuseppe Scannadinari – anche se preferisce essere chiamato Pino – logorato dal desiderio di diventare famoso e finalmente ottenere la rivalsa sociale che desidera più di ogni altra cosa. 

L'occasione gli arriva quando riesce a partecipare come concorrente a un quiz televisivo. Il racconto si svolge nei giorni tra la registrazione della puntata e la messa in onda. 

Pino è un ragazzo buono ma sfigato, poco istruito, poco intelligente, viene da una famiglia con le stesse caratteristiche. Dopo essere stato alla RAI a registrare la puntata, si fa dei film pazzeschi, ed emerge qualche problemino con la realtà. È uno dei tanti, vien da pensare. La fine non la svelo, ma in sostanza è tutto qui. 

Una cosa mi ha sconvolta, se posso permettermi. Celebrity è un volumetto minuscolo, che ho trovato a due euri razzolando nella cassetta delle offerte alla IBS. Però da nuovo il prezzo di copertina sarebbe stato 11 euro, una cifra assurda per poco più di cento (dimenticabili) pagine che si leggono in un'oretta o poco più. Mi sembra un prezzo troppo esagerato. Ecco, lo volevo dire.

Voto: gli do due televisioni 📺📺solo perché tra le emoticon non ci sono i riflettori.

Disclaimer per i miei tre due lettori. 

Ho letto un mucchio in quest'ultimo periodo, ma non ho avuto voglia di fare le recensioni. Però sto tenendo traccia dei titoli su Goodreads, in caso interessasse. 

(p.s. anche goodreads lo aggiorno in maniera discontinua e umorale, ça va sans dire)

Come stare soli di Jonathan Frenzen (recensione)



Ho finito di leggere Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa di Jonathan Franzen, pubblicato da Einaudi e tradotto da Silvia Pareschi.


È una collezione di saggi scritti tra la fine degli Anni Novanta e i primi Anni Zero sulla vita in America, sulla cultura americana e sulla famiglia dello scrittore.

Frenzen spazia dalla morte del padre al romanzo, per poi allargarsi per raccontarci spicchi di società dell'epoca; un reportage sul sistema postale di Chicago con le sue inefficienze; un altro sulle carceri americane a gestione privata; il racconto di quando si è fatto buttare fuori dal book club di Oprah Winfrey che diventa l'occasione di una riflessione profonda sui media, sulla spettacolarizzazione della cultura e molto altro.

Di quello sulle carceri (Unità di controllo) mi ha colpita le surreale situazione della città di Cañon City in Colorado che la cui economia e speranze di sviluppo girano intorno alla presenza di questo istituto che riesce a generare anche un indotto di turismo, con tanto di celle per i visitatori che desiderano fingere di essere detenuti pericolosi e la vecchia camera a gas aperta al pubblico. Questo è stato il saggio che mi disturbata di più tra tutti quelli contenuti in questa bella raccolta.

Ho amato leggere La prima città. A differenza di quello che accade in Europa, negli USA il centro delle città di solito è la zona più disagiata, mentre le periferie nascono e si espandono per accogliere il ceto medio, con tutto quel che ne consegue a livello sociale. Ho trovato ragionamenti simili nel libro di Michelle Obama e in quello di Francesco Costa, sono temi che sono negli ultimi tempi sono venuti fuori spesso nelle mie letture.

Un ritaglio a caso: il senso originale (italiano) del fascismo


La scrittura di Frenzen è rilassante, semplice ma sofisticata, sembra si sviluppi linearmente, in realtà raggiunge livelli di rara profondità e riesce a metterli in connessione con chi legge.

Un aspetto per me divertente un casino, è che si tratta di saggi scritti in epoca pre-social. Frenzen attribuisce tutti i mali del mondo alla televisione, che gli sta sulle scatole anche come oggetto. Mi piace leggere della tecnologia dell'epoca, forse perché un po' certe cose mi mancano, forse perché le ho vissute durante la mia gioventù o forse perché sono diventata un'anziana luddista. Chissà.

Voto: quattro apparecchi televisivi retrò 📺📺📺📺

Becoming di Michelle Obama (recensione)

Ho finito di leggere Becoming, la mia storia di Michelle Obama, edito da Garzanti e tradotto da Chicca Galli.

Mi è sempre piaciuta la Michelle. Mi sono sempre piaciuti entrambi gli Obama, così elegantemente fighi.
Questo memoir casca a fagiolo per le sere d'estate in cui prediligo leggere cose non troppo impegnative (come se negli altri momenti dell'anno... vabbè).

Michelle Obama è stato un personaggio della politica americana positivo e pieno di glamour, un modello per milioni di giovani in tutto il mondo. È un bel libro scritto da una squadra di gente (vedere i ringraziamenti alla fine) che hanno tirato fuori una narrazione magnetica che me l'ha fatto finire in tre giorni.

Si parte dalle origini, famiglia amorevole nella periferia piccolo borghese della Chicago dei primi anni Settanta che aveva già iniziato l'inesorabile processo di ghettizzazione. Lo studio come via d'uscita da una vita che in certi ambienti ha la tendenza a chiudere le prospettive anziché aprirle; la scuola una piattaforma di lancio verso il mondo. Convinzione che Michelle Obama si è portata a Washinghton, concretizzandola in estesi programmi di tutoraggio e borse di studio.

Mi è piaciuto leggere della sua storia d'amore con Obama, sono entrambi fighissimi, sapere come si sono incontrati e che tipo intellettuale ma al contempo fighissimo fosse lui. Ok, la smetto di scrivere fighissimo.

Spesso il suo punto di vista non necessariamente coincide col mio, da sempre molto ma molto critica con le amministrazioni americane che hanno tanta influenza sul mondo e che non considero così benevole come ci racconta lei, anche se non poteva essere altrimenti — il suo punto di vista, intendo.

Prima di cominciare ero interessata a vedere come avesse trattato alcuni temi che hanno avuto impatti abbastanza devastanti in Europa — le primavere arabe e la faccenda Snowden — ma nel libro non compaiono.
Forse è giusto che sia così. Ho letto delle recensioni online in cui la accusavano di aver trattato in modo parziale la causa dei neri americani. Non so se sia vero, ma nel caso della mia critica mi rendo conto che il personaggio è talmente immenso che raccontare solo "la mia storia" non sembra sufficiente, nonostante il libro sia proprio questo: una splendida agiografia familiare che ho letto con grande piacere e un pizzico di nostalgia.

Irresistibili i retroscena della vita alla Casa Bianca, i personaggi incredibili che ha incontrato da First Lady, e come ha affontato i tanti attacchi politici. Il tutto incastonato in un racconto avvincente, condito da innumerevoli siparietti gustosi:


Le do quattro tavole da surf per le feste di Natale trascorse alle Hawaii, una ganzata di vacanze anche se Michelle tenta di spacciarle come mere visite di cortesia all'anziana nonna di Barak :-)  🏄🏄🏄🏄

L'intelligenza emotiva di Daniel Goleman (recensione)


Ho finito L'intelligenza emotiva di Daniel Goleman edizioni Rizzoli.
Traduttore non pervenuto.
Ora, non ne volevo neanche parlare di questo libro, che ho finito controvoglia autoimponendomi di non iniziare altro finché non fossi arrivata in fondo.

Intendiamoci, questo patire auto-inflitto non perché sia un libro pessimo, anzi...

Stop.

La voce della coscienza mi fa fermare per rileggere la frase precedente: "non perché sia un libro pessimo, anzi..."
Ecco il problema.
Non è il libro, ma il fatto che non mi vanno molto a genio questo genere di letture.

E allora perché l'hai letto?

Proprio di questo volevo parlare. Ho comprato questo libro per una coincidenza curiosa. Nel giro di una quindicina di giorni, due persone che mi conoscono ⎼ non in relazione tra di loro ⎼ me l'hanno consigliato. Una si è pure raccomandata che lo leggessi. È bastato questo ad accendere la mia curiosità. Che a ben vedere è più che sufficiente, considerando che si tratta di un libro degli anni Novanta anche se viene stampato ancora.

Purtroppo, tempo un centinaio di pagine, ho iniziato ad annoiarmi a morte. Anche se non avevo mai sentito parlare di intelligenza emotiva, mi è sembrata una lettura piuttosto datata. È pieno di aneddoti che vertono tutti su bambini e matrimonio, due cose che non fanno parte della mia vita e con cui faccio fatica a relazionarmi.

È un libro pieno di liste e di acronimi. Questo è un aspetto che mi è piaciuto.

Per esempio, si parla del modello "socs" per la soluzione dei problemi: situazione, opzioni, conseguenze, soluzioni. È un metodo in quattro fasi che consiste nel prendere atto della situazione problematica identificando i nostri sentimenti al riguardo; pensare alle opzioni per risolverla; valutare a quali potrebbero essere le conseguenze in seguito alla messa in atto di tali opzioni; scegliere una soluzione e realizzarla. Una cosa banale, che ho trovato anche un pochino infantile.

Ci sono anche cose interessanti, tipo le 6 emozioni fondamentali nell'essere umano: felicità, tristezza, collera, sorpresa, timore, disgusto.
Ora, se questa informazione è giusta, noi tutti disponiamo di una base di emozioni di cui: 4 negative, una neutra, è solo una positiva.

Siamo nati per soffrire.

Un'altra lista divertente sono i 7 ingredienti fondamentali sul "come si impara", capacità importantissima nella vita ⎼ e che te lo dico a fare? ⎼ che per sbocciare ha bisogno di: fiducia, curiosità, intenzionalità, autocontrollo, connessione, capacità di comunicare, capacità di cooperare.

Allo stesso modo potremmo chiederci quali sono gli ingredienti del genio:




Vabbè, l'associazione è venuta spontanea.

Una curiosità che mi ha fatto concludere la lettura col sorriso. L'intelligenza emotiva finisce con la frase più passivo aggressiva di sempre:


Comunque l'ho portato avanti fino in fondo, dedicandogli un mucchio di ore, e ora non voglio dare un voto basso solo perché il libro di Goleman non è adatto a me, e i due che me l'hanno consigliato chissà a che pensavano  💞  Tutto sommato, nel suo genere credo sia una lettura valida.

Così come voto gli do 4 cacchette, ovvero l'espressione del genio 💩💩💩💩

Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron (recensione)




Una fortunata lettura casuale questo romanzo piuttosto breve, di cui poi ho scoperto che esiste anche un film di qualche anno fa. Il libro è Un giorno questo dolore ti sarà utile, scritto da Peter Cameron e pubblicato in Italia da Adelphi con la traduzione di Giuseppina Oneto.

Mi è piaciuto.
Racconta alcuni giorni nodali di un ragazzo newyorkese di 18 anni, sotto forma di diario in prima persona, con tanto flusso di coscienza.
Mi piace molto il flusso di coscienza quando è fatto bene.
Una narrazione gradevole, un po' "giovane Holden" ma con in più tanto background di psicanalisi.
Il periodo è i primi anni 2000, in seguito al crollo delle torri gemelle e questo ragazzo con genitori separati è un introverso con un piede nell'autismo.
Solitario, lavora nella galleria d'arte della madre, non vuole andare all'università, sta bene da solo e va a trovare volentieri solo la nonna.
Non riesce a comunicare con nessuno della sua famiglia ed è incapace non solo di gestire, ma anche di comprendere i propri sentimenti e impulsi più basilari. Si trova così a vivere distaccato dagli eventi, sempre col cervello altrove, sentendosi un non-adatto.
Ora, mi scoccia ammetterlo, ma questo romanzo mi ha fatto squillare nella testa tanti piccoli campanelli, legati ad altrettanti dettagli nella narrazione. Col risultato che mi sono ritrovata in questo personaggio molto più di quanto mi piaccia ammettere.

Voto 4 aperitivi da bere assieme alla nonna, a casa sua in una sera d'estate: 🍸🍸🍸🍸

Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità di Yuval Noah Harari (Recensione)


Ho finito di leggere Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità scritto da Yuval Noah Harari, edizione Bompiani.
A mio avviso è una lettura goduriosa e al contempo indispensabile. L'autore dipinge il quadro delle nostre origini in maniera magistrale, come non avevo mai letto. È un libro di intrattenimento, e fa il suo lavoro nel miglior modo, scrittura notevole e scorre che è un piacere, grazie alla traduzione di Giuseppe Bernardi.
Questa è la nuova edizione riveduta, probabilmente per sistemare alcuni punti controversi che avevano scatenato qualche polemica nella prima uscita.
Per quanto mi riguarda è stata una lettura piacevolissima che mi ha fatto venir voglia di approfondire certi argomenti. Come dice il sottotitolo, Harari fa una breve storia dell'umanità, partendo dalle tribù primitive di cacciatori e raccoglitori, seguendone migrazioni e sviluppi per il mondo, per arrivare all'essere umano attuale che grazie a tecnologia e conoscenza inizia a trascendere il proprio corpo fisico.
Bel libro, lo consiglio a chiunque, è avvincente e denso :-) Una lettura imprescindibile, almeno per me che ingnoravo un sacco di cose.
Voto cinque banane da dividere con i nostri cari antenati scimmie
🍌🍌🍌🍌🍌

Dimenticabile momento Zeitgeist: link per comprare Sapiens su Amazon sostenendo questo blog Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità. Altrimenti compratelo dove preferite (io l'ho preso alla IBS di via Cerretani andandoci a piedi in una splendida passeggiata post-lockdown, per esempio).

A proposito di niente, l'autobiografia di Woody Allen


Quando è iniziato il lockdown pensavo che sarebbe stato una passeggiata per noi amanti della lettura: lunghe giornate a disposizione, con l'obbligo di stare in casa. Il paradiso del lettore. Invece è stato un purgatorio, ho avuto difficoltà enormi per riuscire a vincere il senso di angoscia e di paura, e finalmente immergermi come si deve in un libro. L'avere per le mani il libro giusto ha aiutato molto: A proposito di niente, splendida autobiografia di Woody Allen pubblicato da La Nave di Teseo e tradotto da Alberto Pezzotta.


Woody segue il suo flusso di coscienza, mentre ti costruisce in testa il suo mondo. Racconta quello che gli va, in una narrazione sapiente che è pura goduria. Va avanti anticipandoti un dettaglio, ritorna indietro completando un quadro, e ti piazza l'aneddoto pazzesco al punto giusto. Forse bisogna essere appassionati dei film e dei libri di Mr. Allen per godere così tanto di questa lettura, non so. So solo che da subito ho iniziato a dosarmi le pagine per non finirlo troppo in fretta. E tra qualche mese ho intenzione di rileggerlo.

WA racconta la genesi dei suoi capolavori cionematografici con spirito critico e devi sforzarti di far mente locale per ricordarti che no, non stiamo parlando di filmetti qualunque, ma di pietre miliari della storia del cinema. (Non tutti, lo so).
Lui si schermisce, evidenzia i difetti, le storture, le cose strane, non è mai soddisfatto. Per certi versi mi ricorda la modestia trasmessa da Agassi in Open.
Mr. Allen ci parla con generosità dei personaggi con cui ha lavorato, stelle e leggende dello spettacolo, tantissimi. Poi ci sono gli altri personaggi: c'è l'attico su Central Park da cui vede il susseguirsi delle stagioni, i locali frequentati, l'amore per New York e tutto ciò che offre nato nei primi anni di fughe downtown. Scopro che le riprese dei fuochi d'artificio esaltate dalla Rapsodia in Blu di Gershwin all'inizio di Manhattan sono state fatte per caso, la troupe era al posto giusto nel momento giusto. E anche che è tutta la vita che mr. Allen usa la stessa macchina da scrivere.

C'è anche la vicenda dell'accusa di molestie alla figlia, riportata a mio avviso in modo più trasparente di quanto non abbia fatto Ronan Farrow (ho letto anche Predatori). Woody si scusa di toccare l'argomento, "devo parlare anche di questo", ed ecco la sua verità, corroborata anche dal fatto che non ci siano mai stati processi e che le accuse siano cadute. Ci sono i racconti dei figli adottivi di Mia Farrow, lei ne esce malissimo e capisco perché Ronan abbia voluto bloccare il libro dove si racconta una Mia psicopatica che maltratta i figli adottivi e plagia i due naturali inculcandogli una storia orribile e inventata di sana pianta. Il ripensamento sulla pubblicazione di Aprops of Nothing non fa molto onore alla Hachette.

Il libro è bellissimo.

Voto 5 fuochi d'artificio su Manhattan, durante una notte in bianco e nero
🎆🎆🎆🎆🎆

Serotonina di Michel Houellebecq



Ho finito Serotonina di Michel Houellebecq, traduzione di Vincenzo Vega per La nave di Teseo edizioni.
Maremma santa quanta depressione. Il protagonista si chiama Florent-Claude ed è un alto funzionario del ministero dell'Agricoltura francese. Naturalmente ha una vita sessuale disordinata ed è un depresso di quelli particolarmente incancreniti al punto che per tirare avanti deve consumare dosi massicce di Captorix, farmaco che lo tira su di morale (per quanto possibile) ma al tempo stesso lo rende sessualmente impotente.
Stavo per mollare questo libro dopo poche pagine perché comincia con una assurda scena di sesso a tre ambientata in una stazione di servizio, una brutta versione gerontopornografica della celebre scena dal benzinaio di Zoolander:


Ridacchiando ho pensato di aver bisogno di passare ad altra lettura, che Houellebecq nella mia vita avesse già fatto il suo tempo dopo lo sciatto Sottomissione, e di abbozzarla coi suoi libri. Invece la storia è davvero bella, un'esplorazione della mente, della vita del mondo del depresso che rapidamente inizia a riguardarci più di quanto non ci piaccia ammettere (ho letto altrove che è il futuro, per me è puro presente).
Tragedia, amori passati e irrecuperabili, solitudine siderale, depressione con un piede nella follia, e infine il tramonto della classe media.
Mi è piaciuto, anche perché il protagonista è davvero tanto antipatico e si fa fatica a simpatizzare con lui. Gli dò 4 pasticchine di Captorix, se le merita:
💊💊💊💊

Factfulness di Hans Rosling (recensione)



Ho finito di leggere Factfulness Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo di Hans Rosling, tradotto da Roberta Zuppet per Rizzoli.

Molto interessante e infatti è un altro consiglio di Mr. Gates.
L'ho apprezzato soprattutto perché, a mio avviso, dà una prospettiva sul mondo in cui viviamo più focalizzata o "defuffizzata" rispetto a quanto si legge di solito.

Mi è piaciuto assai.

Un aspetto che mi è piaciuto meno. A volte l'autore fa un uso un po' troppo spregiudicato delle medie nelle statistiche per rafforzare il suo punto di vista; però, una volta preso atto di questa tendenza, la lettura è stimolante.
Dunque non oro colato (ma quando mai), invece un approccio interessante e una volta tanto ottimistico.

Una frase in cui vorrei ritrovarmi sempre e che perciò mi sono segnata è questa: "Quando un problema sembra urgente, la prima cosa da fare non è gridare Al Lupo, bensì organizzare i dati".
:-)
Voto 4 arrampicatori🧗‍♀️🧗‍♂️🧗‍♀️🧗‍per andare tutti dal livello 1 al 4.

L'Educazione di Tara Westover (recensione)



Ho finito di leggere — a dire il vero già prima di Fango — il romanzo biografico L'Educazione di Tara Westover, edizione Feltrinelli e traduzione di Silvia Rota Sperti.

Lei è una tipa mormona, con i genitori sciroccati — padre complottista, madre guaritrice — che è cresciuta nelle montagne americane in una situazione tipo "Casa nella prateria".

Anzi, peggio.

Westover non ha fatto la scuola da piccola ma è riuscita a laurearsi da autodidatta a Harvard.

Raccontato così sa di bischerata, in realtà il libro merita.

Prima di tutto è una storia vera, e dà uno spaccato degli Stati Uniti a cui non siamo abituati. I genitori dell'autrice vivono ai margini della società in attesa dell'Apocalisse, ed è bello seguirla, passo passo, nel cambiamento di vita: dallo stato brado sulle montagne dell'Idaho in balia di qualsiasi superstizione, fino all'università prestigiosa e alla laurea.

L'ho letto solo perché lo consigliava Bill Gates nella sua newsletter di fine anno.

Voto 4 cavalli bradi
🐎🐎🐎🐎

Fango di Niccolò Ammaniti (recensione)


Sto diventando pigra anche con robetta social di poco conto, come i resoconti dei libri che leggo. Ecco, con molto ritardo il resoconto su Fango di Niccolò Ammaniti che ho finito già da un bel po'.

Gli ho dato "solo" tre stelle su Goodreads, perché alcune parti mi sono sembrate tirate via.

Fango è una raccolta di diversi racconti, alcuni belli, altri fuori di testa, altri mi sono piaciuti meno, altri troncati di netto che si ha la sensazione che siano stati inclusi per far volume.

In alcune parti, però è un libro molto bello.

Incontriamoci a metà strada, e come voto gli do🧨🧨🧨candelotti di dinamite, sufficienti a fare un mucchio di danni.

I giorni felici di Teresa Ciabatti (recensione)



Ero convinta di aver letto tutto di Teresa Ciabatti. Invece mentre esploravo una bancarella dell'usato, mi sono trovata tra le mani I Giorni Felici.

Tuffo al cuore seguito da un ghigno di soddisfazione. Come ha potuto sfuggirmi fino adesso?

Preso.
Letto.
Bello.

È la storia di una famiglia romana, ma la vicenda ruota attorno a Sabrina, la più piccola dei tre fratelli. Il padre lavora in RAI e il suo sogno e far arrivare Sabrina allo Zecchino d'Oro. Sabrina sa di avere un talento pazzesco e di essere una bambina con una marcia in più degli altri.

Molti anni dopo, sul letto di morte del padre, i tre fratelli ormai adulti si ritrovano e partono i bilanci di una vita.

Per certi versi mi ha ricordato un po' il Grande Freddo, per altri l'ultimo romanzo di Teresa: Matrigna.

Ne I giorni Felici ho amato un casino gli "inserti" con le storie dei personaggi dell'epoca.

Voto in barba alla nostalgia struggente: 5 "portobelli"

Matrigna di Teresa Ciabatti


Ho finito di leggere Matrigna di Teresa Ciabatti, ed. Solferino.

Adoro la scrittura di Teresa Ciabatti, credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato.

Mi piacciono un casino i dialoghi pungenti, i personaggi sopra le righe, sempre guidati da un egotismo ingenuo e al contempo stronzo che per me è proprio godurioso.

In Matrigna ho trovato questi aspetti molto più smussati rispetto alle cose precedenti e questo un po' mi è dispiaciuto perché a me la scrittura della Ciabatti piace estrema, ma forse sono io che ragiono troppo da fan.

Il romanzo però è davvero bello, merita leggerlo. È il racconto di cosa accade a una famiglia dopo la sparizione misteriosa di uno dei figli. Sia i personaggi, sia i loro ricordi non sono come sembrano e nella storia un po' si evolvono un po' no.

Voto 4 pappagallini che potrebbero parlare; ma perché non parlano? 🐦🐦🐦🐦

Momenti fan della presentazione (foto orrida, sorry) alla Feltrinelli di piazza Repubblica. il tweet è un po' polemico con Edoardo Nesi, ma l'ho trovato insopportabile.

E poi la mia copia autografata di Matrigna:


La vita di Prima di Marian Thurm


Ho finito di leggere La vita di Prima di Marian Thurm, tradotto da Monica Capuani, ed. Bollati Boringhieri. 
È la storia d'amore tra due newyorkesi - lei più proletaria, lui ricco - che si incontrano per caso in un caffè, si innamorano, mettono su famiglia, tentano di mischiare i loro mondi. 
Poi le cose cambiano, piano piano. All'inizio impercettibilmente, poi in un crescendo di segnali, inquietudini, anticipazioni misteriose... fino alla tragedia. 
Mi ha fatta riflettere, non per la storia in sé che è banale anche se ben costruita, specialmente i personaggi, ma per il fatto che ultimamente mi vada di leggere/guardare quasi esclusivamente roba ambientata a NY. Boh. 
Non aggiungo altro, trattasi di thriller e dunque evito spoiler. 
Voto quattro appartamenti in condominio di lusso a Manhattan:

L'ultimo anno della mia giovinezza di Costantino Della Gherardesca e Marco Cubeddu


Ho finito di leggere L'ultimo anno della mia giovinezza di Costantino Della Gherardesca più Marco Cubeddu, il biografo ufficiale.

Ciascun capitolo affronta una sfaccettatura, un "come" del Costa, in cui passato, presente ma sopratutto visione del mondo si mescolano per creare una serie di racconti davvero gradevoli che - non per essere stronza - non mi aspettavo minimamente.



Mesi fa, infatti, ero andata alla presentazione del libro, fatta da Costantino e Cubeddu alla Feltrinelli di piazza della Repubblica, archiviandolo tra le letture leggere da fare in estate.

Invece è un libro sfizioso che alterna i gustori siparietti di vita a riflessioni mature.

Voto 4 Patek Philippe
⌚️⌚️⌚️⌚️

Parlarne tra amici di Sally Rooney


Ho finito di leggere Parlarne tra amici di Sally Rooney, edizione Einaudi, traduzione Maurizia Balmelli.

Trama.
Due studentesse poco più che ventenni fanno amicizia con una coppia più anziana, lei scrittrice, lui attore. Le ragazze si chiamano Bobbi e Frances, sono amiche, ex-amanti e performer di poesie in una Dublino dalle atmosfere tanto newyorkesi.

Mentre vengono inglobate nel mondo intellettuale e agiato della coppia, scatta la passione tra Frances e l'attore che è bello come il sole.

In un primo momento, come voto, avrei voluto dargli tre calici di vino.
Poi ho letto che questo romanzo è l'opera prima di una scrittrice giovanissima, poco più che ventenne proprio come le sue protagoniste, allora mi è sembrato giusto aggiungere un quarto calice di vino rosso:
🍷🍷🍷🍷

La Vita segreta di Andrew O'Hagan (recensione)



Ho finito di leggere La Vita segreta Tre storie vere dell'èra digitale di Andrew O'Hagan, edizione Adelphi. Sono tre racconti, uno più bello dell'altro, a tema Internet, su tre personaggi a cavallo tra reale e virtuale. 

Il primo di questi è Julian Assange di Wikileaks che l'autore ha seguito per un po' in qualità di ghostwriter.

Il secondo è Ronnie Pinn, ragazzo morto negli Anni '80 ma resuscitato da O'Hagan e fatto rivivere in rete con conseguenze sorprendenti.

Infine c'è il racconto su Craig Wright, probabilmente la persona dietro Satoshi Nakamoto, l'inventore di bitcoin.

Bello, come voto gli do quattro mostrilli alieni, dell'era di Space Invaders quando Internet era ancora una roba sconosciuta
👾👾👾👾

Uomini e Topi di John Steinbeck (recensione)


Ho finito di leggere Uomini e Topi di John Steinbeck nella traduzione di Cesare Pavese.
Semplicemente un capolavoro.
Ma non sto dicendo nulla di nuovo.
Racconta la vita durissima e miserabile dei braccianti agricoli americani durante la Grande Depressione, sempre in viaggio da una fattoria all'altra per trovare un po' di lavoro.
I protagonisti sono Lenny e George, improbabile coppia di amici che cerca di sfangarla alla meno peggio, perché solo stando insieme si può sognare di cambiare la propria vita.
Racconto strepitoso, con un'ambientazione teatrale e uno stile di scrittura asciutto. Non c'è una sola  parola in tutto il libro che sia fuori posto.
Mi è venuta voglia di leggere anche la traduzione molto più recente di Michele Mari.

Voto: 5 topolini da tenere in tasca come simpatico antistress
🐁🐁🐁🐁🐁

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...