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Firenze vs Gaiba


Firenze ha una bellezza talvolta ostile.
Non ti accoglie, rimane fredda e per starci devi conquistarti con le unghie il tuo spazio di comfort.
È bellissima e bruttissima, dipende dove si vive, che posti si frequentano.
Firenze ti rende difficile abitarla, è cara assatanata, caotica, poco fruibile.
È piena di gente che arriva qui solo per rimanerci dalla mattina alla sera.
Firenze è ambita.
Un'amica mi ha detto che ci sono 12 milioni di turisti all'anno*. Però all'ora di cena buona parte della città è semi-deserta.
Viverci, infatti, è tutt'altra cosa.
Esserci nati e viverci da sempre, un'altra cosa ancora.
Quando visito qualche altra città, mi pare sempre sia più semplice da abitare**.
Qui a Firenze è perennemente un gran casino. Soprattutto dal punto di vista logistico.

Ho avuto un moto d'invidia genuino quando anni fa ho visitato Gaiba in provincia di Rovigo. Mi sembrava un posto tranquillo, di quelli dov'è semplice vivere e lavorare. Gaiba ha un museo della Fantascienza — all'epoca nuovissimo, credo il primo d'Italia, curato da uno dei massimi esperti del genere — più una sala multimediale che ad avercene qui a Novoli.

Tanto per fare un esempio dei luoghi che mi capita di invidiare in quanto fiorentina.

Oggi scopro che il museo della fantascienza di Gaiba è chiuso già da un paio di anni, per mancanza di fondi. Mi dispiace un casino, volevo tornarci prima o poi.

*Questo post l'ho scritto prima del lockdown, intorno ai primi di dicembre 2019;
** Tranne Venezia, naturalmente.

👽Believing the strangest things, loving the alien 🎶


Memorie di massima sicurezza di Mauro Antonio Miglieruolo


In un futuro che potrebbe essere prossimo, oppure lontanissimo, un uomo è chiuso in cella d'isolamento. Sta scontando una condanna per un crimine terribile, di un'efferatezza inaudita. Lui non ricorda quale sia questo crimine terribile, sa solo di essere un mostro perché tutti ne sono convinti.
Inizia con un racconto di segregazione "hardcore" il romanzo Memorie di massima sicurezza di Mauro Antonio Miglieruolo. È la storia di un uomo irrimediabilmente solo, della sua esperienza allucinata e allucinante, prima del carcere, poi da reietto nella megalopoli. Una trama in cui ritroviamo Blade Runner, Papillon, Kafka e una miriade di altre suggestioni che costruiscono questo romanzo durissimo, angosciante ma al tempo stesso metafora potente dell'esistenza alienata in cui spesso ci sentiamo imprigionati.

"I giorni e i mesi mi investono sempre uguali. Non si riesce a mettere radici, a comprendere come gli eventi evolvano, a stabilire costanti che siano feconde."

Una narrazione che è l'esplorazione cruda dell'aberrazione della vita, dell'isolamento cronico che condanna le nostre esistenze in un mondo che sentiamo sempre più distaccato.  

"Il reale appare d'una complessità e mostruosità tali da respingerci, da renderci ostili oltre che inermi. Da qui il ricorso sempre più massiccio a schemi, convenzioni, automatismi, banalità (l'era della semplificazione!)".

Il mondo del carcere è un inferno dove la Giustizia e l'Autorità sono ridotte al rango di teppisti umorali, bulli come va di moda dire oggi, carnefici "mai scesi dall'albero". Il protagonista non ha idea di che cos abbia commesso per meritare il carcere, ma al tempo stesso non è sicuro di essere innocente; si convince che se è in quella situazione un motivo ci deve essere anche se lui non sa quale sia, però è convinto che non avrebbe potuto essere altrimenti. 

"Non esistono vere scelte. Le circostanze ci sovrastano e ci guidano, impongono i loro meriti e demeriti, le loro contorte obbligazioni. Noi non agiamo, in effetti, siamo agiti. E la vera essenza della realtà è questa immensa sconsolata prigione".

Il protagonista vive in un mondo distopico, in cui la memoria collettiva dell'umanità è custodita in un misterioso Anello che sovrasta il cielo, incombe ma al tempo stesso ha una fragilità sconcertante. E qui l'associazione con il "grande black out" di Blade Runner 2049 è stata automatica. La volatilità della Rete a cui affidiamo sempre più i nostri ricordi e documenti è un tema affascinante che a mio avviso, forse, Miglieruolo poteva sviluppare un pochino di più, anche se poi mi rendo conto che il romanzo parla d'altro.

E di che cosa parla questo romanzo? In primo luogo è il racconto in soggettiva del protagonista, che continio a chiamare così perché non ne conosciamo il nome. Un lungo monologo interiore, con linguaggio crudo, tipico anche di altri scritti di Miglieruolo che - ricordiamolo - è uno tra gli autori italiani di fantascienza più conosciuti.
Il linguaggio brutale dell'orrore va di pari passo coi tanti altri orrori a cui assistiamo di continuo, ormai anestetizzati, dagli schermi dei nostri computer. Orrori che finoscono per confondersi l'uno con l'altro, come la pena di questo personaggio la cui narrazione allucinata dà vita a un incubo realistico. Perché è questa l'apetto di Memorie di massima sicurezza che mi ha atterrita: quanto Miglieruolo ci racconta potrebbe/sta succedendo adesso, da qualche parte del mondo; non è romanzo, non è finzione, ma incubo ricevuto per osmosi dal reale.
Memorie di massima sicurezza si compra sul sito di Elara Libri, casa editrice di nicchia, specializzata in fantascienza e horror.

Mauro Antonio Miglieruolo
Memorie di massima sicurezza
Edizioni Elara Libri, 2017
Blog dell'autore: miglieruolo.wordpress.com

Ulteriori Robot



Allora, la terra è stremata, devastata da un'invasione di robot alieni. Morte e distruzione ovunque, come da manuale.
Sono robot programmati per uccidere, lucidi esoscheletri a metà tra Terminator e i pezzi del meccano, tenuti insieme da matasse di cavi elettrici colorati. Impazzano sul nostro povero pianeta come orde di studenti americani ubriachi in una città d'arte.

Letture estive: Hyperion


Vorrei consigliare un romanzo che ho finito da qualche giorno. In questo momento non ce l'ho sottomano, non posso fotografarlo magari con tazzina del caffè e zampirone a fianco, così mi devo accontentare di una banale immagine presa da Google, ma davvero ne vale la pena.
Sempre se piace il genere: fantascienza.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...