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Londra o niente



Alla fine del 2019 ho comprato un biglietto aereo per Londra da usare in estate.
Le mie ferie.
Mi pare una cosa distante ere geologiche, invece è successa pochi mesi fa e ci siamo quasi.
Dovrei partire i primi di agosto, rimanendoci cinque giorni.
Le mie ferie.
Ho comprato quel biglietto ben prima della faccenda covid, quando mi pareva furbo approfittare di un'offerta per un volo molto comodo verso una destinazione gettonatissima.
Mai avrei pensato che sarebbe successo 'sto pandemonio.
Vabbè, a dicembre nessuno si aspettava una pandemia.
Nessuno tranne Bill Gates, naturalmente.
Adesso non so che cosa fare, se andare o no a Londra.
Ho tanta paura, gli inglesi mi sono sembrati molto superficiali nell'affrontare il virus e hanno ancora dei numeri alti di contagiati e morti.
E come se non bastasse, vacanza a Londra significa prendere la metropolitana per spostarsi in città, altro motivo di angoscia.
L'alternativa a Londra è niente, perché con la cassa integrazione che non viene pagata e tutto quanto, non posso permettermi altro.
E sono già molto fortunata.

Dicono che scrivere di un problema ne aiuti la soluzione.

Il mistero di Google +

Prima mi sono persa nel mio profilo Gugolpiù.
Cercavo non ricordo più che cosa e ci sono finita dentro.
Toh, guarda, il mio profilo Gugolpiù, ho mormorato tra me e me, quasi incredula.
Mi pareva di essere finita in una dimensione alternativa, una realtà distopica che mi faceva sentire strana. Una sensazione leggermente sgradevole, come se qualcosa di indefinito non fosse a posto.

Ne ho approfittato per guardare meglio questo ecosistema alieno.

Neanche il tempo di un click che il profilo Googlepiù mi ha subito chiesto di approvare un vanityurl.
L'ha fatto con stile, come se ne avessi fatto richiesta un attimo prima. Mi sono irrigidita. Ma in fondo, chi sono io per oppormi al vanity url di Google? Per farla breve, adesso ho questo indirizzo semplice da ricordare: https://plus.google.com/+GattaSorniona.

Ma so già che non ritornerò tanto presto.

Lo so bene, perché il mio profilo Google più mi intristisce tanto e mi viene voglia di cambiare pagina all'istante. Forse è quella sensazione di ordine e di dismissione imminente che emana, non saprei. Una cattedrale in un deserto di cattedrali, in cui tutti preferiscono andare altrove, e forse proprio per gli stessi miei motivi.
E Googlepiù non sarebbe neanche tanto male. L'interfaccia è molto bella, secondo me. Però lo trovo complesso, una complicazione dell'ufficio affari semplici. Un mucchio di funzioni, interfaccia bella e pulitissima, ma nulla che ti faccia sentire "welcome".

Pronto Nabucodonosor?



Pronto Nabucodonosor?
...
Oh, finalmente. È una vita che aspetto, stronzi.


Click.














Matrix è ovunque, è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per non farti vedere la realtà.

Sì, lo so cos'è Matrix. Lo sanno tutti: pillola blu, pillola rossa.

Ehm, questo è il mondo reale, le macchine hanno preso il sopravvento, gli esseri umani vengono coltivati come le piante...

Benissimo, guarda. Molto meglio del casino dei weekend prenatalizi a Firenze...

Dicevo, gli esseri umani vengono allevati come piante...

...Con la pioggia, i turisti e i lavori della tramvia, non so se mi spiego... l'inferno.

Stiamo organizzando la resistenza, ci riprenderemo il nostro mondo.

Scusa, ma perché disturbarsi? Qui si sta una crema.

Possiamo allenarti per tornare indietro a combattere a colpi di jujitsu.

Guardi signor... Signor?

Morpheus.

Ecco, guardi signor Morpheus, la ringrazio ma non le faccio perdere altro tempo. Datemi solo un po' di pappina proteica e un salva schermo coi caratteri kanji a caso. Poi andate dove vi pare, e auguri col parcheggio.

Ah, allora ok.

Signor Morpheus?

Sì?

Fichi codesti occhiali.

Grazie.

Ulteriori Robot



Allora, la terra è stremata, devastata da un'invasione di robot alieni. Morte e distruzione ovunque, come da manuale.
Sono robot programmati per uccidere, lucidi esoscheletri a metà tra Terminator e i pezzi del meccano, tenuti insieme da matasse di cavi elettrici colorati. Impazzano sul nostro povero pianeta come orde di studenti americani ubriachi in una città d'arte.

Il taccuino


Ho l'abitudine di portare sempre con me un taccuino. Lo tengo in borsa, chiuso da un elastico, per evitare che si spampani nell'eterno marasma che c'è da quelle parti.
La consapevolezza di averlo lì mi regala un tot. di tranquillità. Le rare volte in cui me lo scordo, infatti, chiedo sempre un pezzo di carta, perché mi dà ansia sapere di non aver niente su cui poter scrivere alla bisogna.

Intime distorsioni prima del caffè



Se penso alla mia vita in modo astratto, senza realmente pensare a nulla in particolare, ho sempre la fastidiosa sensazione di aver sempre speso malissimo il mio tempo.

Un po' come lo Zeno Cosini dei frammenti sparsi post "Coscienza di Zeno" che, messo di fronte al classico dilemma faustiano, schifa sdegnato la possibilità dell'eterna giovinezza, perché preferirebbe di gran lunga barattarla con «qualcosa di molto nuovo, qualcosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni che vorrei rifare ora che so dove mi condussero*».

Ecco, proprio così.

La sensazione orrenda di un'intera esistenza sprecata in perdite di tempo.

Anche adesso, specialmente adesso, in questo grigio post pranzo domenicale, con la digestione in partenza e il caffè sul fuoco.

Sciabolate artiche


Semafori sfasciati dalle raffiche di vento in via di Novoli a Firenze.

Son due giorni che non dormo quasi per nulla. Ieri notte per colpa del terremoto, stanotte invece per il vento forte che ci ha martellato di raffiche rumorosissime e incessanti. Come se non bastasse, memore del trauma di ieri, sentivo la casa vibrare e allora addio riposo.
 Oggi ho delle occhiaie incredibili, color melanzana marcia, e gli occhi indolenziti.
 Da un meteo online apprendo che questo vento fa parte di una "sciabolata artica" che ci sta colpendo in queste ultime ore e ci sta regalando temperature invernali, da nord a sud.
 E pensare che ero già pronta all'estate, alle passeggiate sul Lungarno al tramonto, allo spostarsi a piedi da un pub all'altro il sabato sera.

Incubi notturni e serie TV

Stanotte ho sognato che ero morta ammazzata. Non so per quale motivo mi avessero uccisa; a dire il vero neppure a me importava molto di essere morta, fatto sta che ero all'obitorio, sul tavolo delle autopsie. Intorno c'erano altri tavoli con gente decomposta sopra. Morti ammazzati pure loro. Sfiga.  Comunque ero perfettamente consapevole di essere in quella situazione e non mi tangeva più di tanto.
Poi sono arrivati i poliziotti e hanno esaminato le mie mani.
Io ascoltavo i loro commenti: non riuscivano a trovarmi nulla sotto le unghie perché, prima di crepare morta ammazzata, avevo fatto una manicure accurata e si vedeva. E da morta io ero molto contenta di ascoltare questi apprezzamenti.
È cominciata la terza serie di The Killing. Mi piace molto. A quanto pare piace anche al mio inconscio.

Numeri e zombi.


Questo blog ha 132 post pubblicati. Anzi 133, comprendendo anche questo. Poi ha 534 commenti che non sono una gran quantità; io sono un po' assente, il network per funzionare va curato e purtroppo non ho il tempo che vorrei. Questo blog ha pure la bellezza di 84 bozze di post. Tutta roba che ho iniziato a scrivere e che non ho mai finito per i soliti motivi: mancanza di tempo, fine dell'ispirazione, telefonata inopportuna che distoglie, telefilm la mia droga, amnesia geriatrica, maledetti social network, oppure un classico dell'accumulo in bozza: il post andato a male. Perché è cosa risaputa: la maggior parte dei post nei blog son longevi come le mozzarelle di bufala fuori dal frigo, in una giornata d'estate. Adesso, per esempio ho scordato quel che volevo scrivere all'inizio, ma oggi non metto in bozza: pubblico e via; chi c'è, c'è. Vado di fretta ho gli ultimi 7 minuti di The Walking Dead s.3 ep.11 da vedere prima di uscire e gli zombi son creaturine simpatiche che mi mettono il buon umore addosso, soprattutto in una giornata uggiosa e piovosa come questa.

Spleen del ritorno a casa

baite nella neve (*)

Sono stata via, in un luogo con la neve che può cadere quanto le pare: tanto non blocca la città. Esperienze nuove queste. Sono ritornata a Firenze e sono triste come tutte le volte che ritorno a casa. È una tristezza nervosa, la mia, una sorta di riflesso condizionato dall'accumulo ad libitum di caterve di rotture di scatole quotidiane, mi ha spiegato una voce professionale amica, durante un aperitivo piuttosto alcolico in cui chiedevo lumi sul mio perenne spleen del ritorno. Di solito accade il contrario, come quasi tutta la letteratura insegna... Mentre ero via ci sono state le elezioni con: l'avvento di Grillo, l'arrivo dei "grillini" a Roma, la giacca a vento di Grillo. Confesso che mi piaceva molto quella giacca perché tiene calda la faccia e ripara dal vento. Poi però ho scoperto che costa troppo per i miei standard e allora non me la posso permettere. Dovrei fondare un partito per migliorare la mia situazione finanziaria. Oppure potevo fare un podcast e candidarmi anche io: se ce l'ha fatta tal Paolo Bernini chiunque avrebbe avuto chance...

(*) ho scelto questa immagine per l'idea di calma che riesce a dare. In realtà non sono un'amante dei posti isolati e difficilmente accessibili. In un luogo del genere mi romperei le scatole e tenterei il ritorno alla civiltà dopo non più di mezz'ora...

Noi uncool


Punto della situazione di un estate da sfigata.

Noi uncool, per gli amici sfigati cronici, in estate siamo preda di depressioni piuttosto devastanti. Tutti, infatti, hanno delle cose fighissime da fare e una vita sociale incredibile, posti meravigliosi per trascorrerci i fine settimana ed eventi glam in città a sfare. Ho calcolato che in estate il settanta, anche ottanta per cento delle persone che conosco diventa irreperibile e più fumoso del solito al momento di fissare anche un'uscita banale, tipo un cinemino. Ma tant'è, non voglio entrare nell'intimità di questa massa di fortunati con la socialità pregna che mi gravitano intorno facendo sempre cose fantastiche. Potrei sembrare invidiosa. Io la mia estate me la trascorrerò quasi tutta a casa, ho un po' di lavoro adesso e dopo mesi di calma piatta è ossigeno miracoloso, perciò non mi posso muovere finché non finisco l'incarico. E quando finirò sarà già ora di ricominciare. Il che va bene, figuriamoci, meglio così che non aver lavoro. Tuttavia è anche molto deprimente perché non c'è nessuno in giro e un cinema, un aperitivo, una birra in compagnia sono già diventati un problema, come di solito accade nelle due settimane centrali di agosto, in cui regolarmente inizio a parlare da sola di fronte agli specchi di casa. Quindi ho deciso di organizzarmi delle attività da fare a casa, per trascorrere la sera del "quality time" in compagnia me stessa. Accetto suggerimenti, naturalmente; ci sarà pur qualche sfigata o sfigato come me che passi da queste parti... Prima di tutto, come faccio ogni estate da tre anni a questa parte, ho da leggere altri tre o quattro libri del ciclo di Dumarest, la saga di fantascienza di EC Tubb in 33 romanzi, tutta piena di viaggi nello spazio, pianeti di ogni genere con un protagonista davvero figo. Poi sto scrivendo un altro ebook che pubblicherò con le mie edizioni Il Piccione appena sarà pronto, a questo punto a settembre, forse più in là, vediamo.  Non ne anticipo il tema, faccio la misteriosa. Poi...  tempo per il post scaduto in questa pausa pranzo pomeridiana e caldissima. [continua...?]

Solo per amatori del genere: il fitness online secondo me

Negli ultimi tempi mi sto dedicando al fitness e alle diete. Fitness fatto col mouse a colpi di clic, ça va sans dire. Perciò vorrei condividere quelli che attualmente sono i miei due blog di riferimento in materia.
Cominciamo dal primo. Dunque, c'è questo tizio, manco a dirlo americano, che oltre ad assomigliare un casino a Ben Stiller fa il personal trainer "fisicatissimo". Si chiama Drew Manning, ed è uno di quelli col corpo scolpito e pompato da diete rigorose e sessioni di palestra interminabili. Uno di quelli, per intendersi, che ama farsi fotografare mentre gonfia ogni lucido muscolo del corpo, mascherando lo sforzo con un sorriso tiratissimo. Insomma Drew è uno di quei tizi che quando li incontro li liquido con un sorrisino chiamandoli "manzi" e indugiando sempre con lo sguardo sulle chiappe sode*. Tutto l'opposto di Ben Stiller che, a mio avviso è un gran figo e mi garba un monte... ma non divaghiamo**. Allora, circa sei mesi fa questo tizio culturista ha deciso di provare l'ebbrezza di ingrassare come un porco, nutrendosi solo di junk food e smettendo di punto in bianco di fare esercizio fisico. E il sistema ha funzionato più che bene. Dopo mesi di questa vita di svacco, tutta documentata online, Drew ce l'ha fatta: è diventato un butrillo. Poi ha iniziato, col piglio dell'esploratore, la sua nuova vita da ciccione, subendone tutte le ripercussioni fisiche e sociali. Da manuale. Una tragedia a sentir lui... Per farla breve, adesso ha cominciato il percorso di ritorno verso una vita in forma e "normale". Ha 'sto blog, Fit 2 fat 2 fit, che seguo abbastanza assiduamente dove, giorno per giorno, racconta tutto quello che mangia, quante volte va di corpo e di come il suo fisico stia recuperando (esercizi, salute ecc.). Mia nonna basa tutta la sua socialità su questi tre topic, da anni. È troppo avanti la nonna... Ad averlo saputo le avrei aperto un blog a suo tempo, c'avrei sicuramente fatto un mucchio di euri con gli AdWords...
Poi c'è un altro blog sullo stesso tema e che seguo più che altro per la filosofia che rappresenta: ingranforma.com di Costantino della Gherardesca, che sta cercando di dimagrire online e pubblica dei podcast fuori di testa sulla dieta che sta facendo dove delira dalla fame o fa cose straordinarie, tipo far esaminare il contenuto del suo frigorifero a una modella, secca come un'acciuga, che si nutre solo d'aria. Non me ne perdo uno, naturalmente.

* Pardon, a quanto pare oggi ho l'ormone fuori controllo.
** Idem

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...