Una riflessione a livello zolla sulla privacy dei nostri dati

Gli americani ci spiano con sistemi ultra sofisticati, centri della NSA in tutto il mondo, social network saccheggiati per le info degli utenti, big data, servizi come Dropbox che uno si chiede: come cavolo campano questi? Ma poi lo usi lo stesso perché è tanto comodo. Pure questa piattaforma blog, approdata a Google da anni. Ho letto molto su questo argomento, le vicende di Edward Snowden, del povero Kim Dot Com, ecc. Ho letto anche stronzate megagalattiche come quella notizia che Putin avrebbe regalato delle chiavette "USB spia" al G20. Ce lo vedo perfettamente: dopo le foto con i capi di stato, Putin si avvicina alla Merkel, a Berlusconi o forse Monti e compagnia bella e gli dà il gadget. Come a una convention aziendale, di quelle scrause. Anche gli altri capi di stato tirano fuori i loro gadget, tipo l'utilissima lampadina da tenere attaccata al portachiavi per aprire le serrature al buio, oppure il calzino porta-cellulare, oppure il tappetino per il mouse. Plausibilissimo, complimenti per lo scoop giornalistico.
Comunque ci sono tanti blog che ne stanno parlando anni luce meglio di quanto possa fare io. Allora, come consuetudine di questa casa dell'autoreferenzialità, vorrei raccontare un piccolo episodio che mi riguarda anche se di striscio e per caso.
Tempo fa un medico della provincia di Roma mi ha inoltrato un'email di un centro di analisi mediche, convenzionato ASL, sempre della provincia di Roma. Un forward "brutale", dal telefono a un indirizzo credo simile al mio nickname sennò non si spiega l'errore.
Questa email contiene in allegato i risultati delle analisi mediche di 11 persone.
Nome, cognome, data di nascita, cod. paziente, valori del sangue... Sono persone giovani e quasi tutte, tranne una, hanno dei nomi stranieri. Uno di loro ha la glicemia alta. Gli altri non so; non ho guardato bene, mi servivano solo poche info per scrivere questo post.
Alcuni di questi nomi sono su Facebook (forse tutti, io ne ho cercati solo due o tre). So che lavoro fanno e ho visto le loro foto. Se dovessi assumere uno sarei già a conoscenza della loro situazione di salute e potrei scegliere più oculatamente, magari scartando quello con la glicemia alta, per esempio.
Linkedin mi dice che questo medico si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università La Sapienza Di Roma ed è iscritto all'Ordine dei Medici di Roma. Poi si è specializzato in medicina del lavoro all'università di Napoli e ha lavorato in un discreto numero di enti e società varie. C'è l'elenco dettagliato. Nel riquadro delle competenze ha segnato (incollo pari pari):

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...