Diario del 14 marzo 2020 (col senno di poi)
Sono ancora sorda, ho fatto l'aerosol ma non è servito a nulla. Grande dibattito in chat, a quanto pare dovrei fare l'aerosol più spesso: mattina, pomeriggio e sera. Che palle.
(Poi è passato da sé.)
Colazione: bananina, tè, biscotti salutari dell'Esselunga. Sono buoni, ma lasciano la segatura in bocca. Ho voglia di ricominciare a fare il caffè al mattino. Aggiunto caffè alla lista delle prossima spesa.
(Adesso è un must, non riesco a capire come abbia fatto a prendere il tè per anni e anni. Ero impazzita, non c'è altra spiegazione.)
Guardato news su YouTube e letto un po' di giornali online.
Dalla finestra vedo che c'è un po' di gente in strada, in coda dal fornaio. La tramvia in funzione dà un senso di normalità.
(Continua a darmi la stessa sensazione.)
Dopo colazione ho cancellato un po' di immagini dal cellulare. Praticamente tutti i meme che raccatto, mio malgrado, nei gruppi Whatsapp. Molti gruppi non li leggo più, ma i meme li rastrello ugualmente. Promemoria: rivedere impostazioni.
(Ancora non l'ho fatto e continuo a raccattare mega su mega di cavolate.) Nell'opera di pulizia, sono andata a ritroso tra i file, ripercorrendo all'indietro la storia di questi ultimi giorni. Dagli appelli accorati, andrà tutto bene, state a casa ecc. di questi giorni, fino all'ironia ignara dei primi tempi di 'sto virus, quando il tutto doveva essere per forza una bischerata o una roba da cinesi.
Ho raccolto un numero impressionante di meme del tizio col barattolo della Nutella attaccato alla bocca con lo scotch, tipo mascherina. Ah ah. E poi anche di un altro tizio, seduto tra pacchi di Amuchina che guarda soddisfatto il malloppo, credo sia un personaggio di un telefilm che non ho mai visto. Questi sono, almeno nella mia bolla, i meme più gettonati dei primi tempi del coronavirus.
(Nella bolla, Amuchina surclassata da Candeggina in un battibaleno.)
Ieri ho fatto 50 minuti di coda all'Esselunga. Non avevo mai avuto il frigo così pieno.
(La me stessa del 21 aprile sorride intenerita: aspetta e vedrai, mia cara, adda passà 'a nuttata.)
Poi sono andata a comprare nel centro Vodafone una scheda marca
Ho da 50gb da usare nel modem nuovo. Meglio abbondare coi giga di questi tempi.
Avevo provato ad acquistare la scheda al punto
Iliad dentro il super, ma c'è solo un totem dove inserisci i dati e la sim ti arriva entro 14 giorni. Questo però lo capisci solo dopo aver fatto tutta la procedura che consiste anche nel registrare un piccolo video di autodichiarazione della propria identità. Un trauma. Quando mi sono rivista, inquadrata dall'alto, con i capelli sudaticci, la faccia grigia e i ciuffi bianchi in bella mostra mi sono spaventata. Faceva caldo, ero troppo coperta, però ho avuto un momento di autoconsapevolezza piuttosto pesante. Comunque 14 giorni non se ne parla, a me serve adesso la potenza dei giga.
Sono una donna anziana che sta per affrontare due settimane di autoisolamento, devo avere il traffico dati in ordine.
(Non infierisco, mi abbraccio virtualmente.)
Allora ho deciso di fermarmi alla botteghina col nerd che mi ha spiegato tutte le possibilità di giga e sim, ed è stata la scelta migliore.
Ieri ho fatto anche la mia prima videochiamata con Whatsapp. O meglio: mi ha chiamata A. e poi si è aggiunta B.
Tutta contenta, dopo ho videochiamato anche i miei zii, che stanno in aperta campagna e tutta questa faccenda del coronavirus impatta poco sulle loro vite.
(Per adesso, poi verranno seguiti dai vigili mentre sono a controllare le vigne e saranno esasperati dal sindaco - sceriffo che fa dirette Facebook a raffica per redarguire i cittadini indisciplinati che vanno nell'orto, MA senza mai dare spiegazioni sull'accesso a tamponi e mascherine. Adesso la zia non vede l'ora di andare a votare qualcuno meno scionno.)
Dopo provo a videochiamare i miei genitori.
(Non l'ho ancora fatto, sono una persona orribile.)
Sono ansiosa, fumo troppo, ho paura soprattutto per i miei che sembrano ignorare la pericolosità di questa cosa che non andra bene come dicono, me lo sento.
Fine diario del 14 marzo 2020 (e del senno di poi 21 aprile).