A proposito di niente, l'autobiografia di Woody Allen


Quando è iniziato il lockdown pensavo che sarebbe stato una passeggiata per noi amanti della lettura: lunghe giornate a disposizione, con l'obbligo di stare in casa. Il paradiso del lettore. Invece è stato un purgatorio, ho avuto difficoltà enormi per riuscire a vincere il senso di angoscia e di paura, e finalmente immergermi come si deve in un libro. L'avere per le mani il libro giusto ha aiutato molto: A proposito di niente, splendida autobiografia di Woody Allen pubblicato da La Nave di Teseo e tradotto da Alberto Pezzotta.


Woody segue il suo flusso di coscienza, mentre ti costruisce in testa il suo mondo. Racconta quello che gli va, in una narrazione sapiente che è pura goduria. Va avanti anticipandoti un dettaglio, ritorna indietro completando un quadro, e ti piazza l'aneddoto pazzesco al punto giusto. Forse bisogna essere appassionati dei film e dei libri di Mr. Allen per godere così tanto di questa lettura, non so. So solo che da subito ho iniziato a dosarmi le pagine per non finirlo troppo in fretta. E tra qualche mese ho intenzione di rileggerlo.

WA racconta la genesi dei suoi capolavori cionematografici con spirito critico e devi sforzarti di far mente locale per ricordarti che no, non stiamo parlando di filmetti qualunque, ma di pietre miliari della storia del cinema. (Non tutti, lo so).
Lui si schermisce, evidenzia i difetti, le storture, le cose strane, non è mai soddisfatto. Per certi versi mi ricorda la modestia trasmessa da Agassi in Open.
Mr. Allen ci parla con generosità dei personaggi con cui ha lavorato, stelle e leggende dello spettacolo, tantissimi. Poi ci sono gli altri personaggi: c'è l'attico su Central Park da cui vede il susseguirsi delle stagioni, i locali frequentati, l'amore per New York e tutto ciò che offre nato nei primi anni di fughe downtown. Scopro che le riprese dei fuochi d'artificio esaltate dalla Rapsodia in Blu di Gershwin all'inizio di Manhattan sono state fatte per caso, la troupe era al posto giusto nel momento giusto. E anche che è tutta la vita che mr. Allen usa la stessa macchina da scrivere.

C'è anche la vicenda dell'accusa di molestie alla figlia, riportata a mio avviso in modo più trasparente di quanto non abbia fatto Ronan Farrow (ho letto anche Predatori). Woody si scusa di toccare l'argomento, "devo parlare anche di questo", ed ecco la sua verità, corroborata anche dal fatto che non ci siano mai stati processi e che le accuse siano cadute. Ci sono i racconti dei figli adottivi di Mia Farrow, lei ne esce malissimo e capisco perché Ronan abbia voluto bloccare il libro dove si racconta una Mia psicopatica che maltratta i figli adottivi e plagia i due naturali inculcandogli una storia orribile e inventata di sana pianta. Il ripensamento sulla pubblicazione di Aprops of Nothing non fa molto onore alla Hachette.

Il libro è bellissimo.

Voto 5 fuochi d'artificio su Manhattan, durante una notte in bianco e nero
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