Sosta dal lampredottaio




Da buona fiorentina doc mi fa sempre tanto ridere quando dai vari lamporeddottai in giro per la città si fermano forestieri che fingono entusiasmo per il nostro celebre panino, solo perché ne hanno sentito parlare con commozione da qualche oriundo nostalgico, ma senza aver ben chiaro di che si parli e di che roba sia. Ecco il lampredotto è uno dei quattro stomaci della mucca e si presenta come tale: una massa informe dal colore poco invitante grigio/beige. Wikipedia lo descrive benissimo:
È formato da una parte magra, la gala, e da una parte più grassa, la spannocchia. La gala è caratterizzata da piccole creste (dette gale) di colore viola dal sapore forte e deciso. La spannocchia invece ha un colore più tenue ed un gusto più morbido. Di colore scuro, prende il nome dalla lampreda, un tipo di anguilla una volta molto abbondante nelle acque dell'Arno, di cui ricorda la forma.*
Poesia. Ma son tanti quelli col sorriso tirato che fingono di avere l'acquolina in bocca, mentre il paninaro tira fuori dalla pentola il pezzo intero e ne taglia quanto gliene serve per imbottirci il panino. Poi sminuzza sul tagliere quel pezzo di medusa grigio/beige in piccoli pezzi, ma non troppo piccoli. Li raccoglie con la lama del coltello e li sistema sulla metà inferiore del panino a cui avrà tolto un po' di mollica centrale. Alla fine l'inzuppo della parte superiore del panino nel brodo di cottura dove riposa la bestia informe, può arrivare a togliere l'ultimo barlume di sorriso all'ignaro turista che pensava di mangiare chissà che altro.
Può fare schifo, ci mancherebbe. Io l'adoro e me lo farei in vena, tuttavia altre frattaglie mangiate in varie zone d'Italia mi hanno fatto cacare e non mi sono vergognata a dirlo lì per lì.
Ma oggi è stato divertente vedere tre o quattro casi del genere e il lampredottaio un po' alterato all'ennesima richiesta di condirlo col ketchup.

Fa un certo effetto!


Nell'edizione rara con copertina a colori. Fa un certo effetto... :)

Ovvio p.s. si scarica dal link nella colonna qui a fianco, gratis, naturalmente; Amazon non mi permetteva di caricarlo in solo download...

Ancora una volta ministra del culto


Quasi dimenticavo: sono diventata ancora una volta ministra del culto. A questo giro tocca a al Dudeismo, culto rispettabilissimo con una filosofia chiara e pragmatica in cui mi ritrovo perfettamente:
L'idea è questa: la vita è breve e complicata e nessuno sa che pesci pigliare. Quindi non fare nulla. Basta che te la prenda comoda. Smettila di preoccuparti tanto se riuscirai a spuntarla o no. Rilassati con gli amici e qualche birrino. E non importa se poi fai strike o se la butti nel canaletto di lato...*  
Ecco.


La realtà è un'altra cosa...


Una versione fatta con i pastelli de L'Urlo di Edvard Munch è stata aggiudicata da Sotheby's a New York per 119,92 milioni di dollari, diventando l'opera d'arte più cara mai venduta ad un'asta. Il pastello realizzato nel 1895 è il solo delle quattro versioni de "L'urlo" ancora di proprietà di un privato. Tanto per cianare: al cambio di oggi 119,92 milioni di Dollari sono 91,06 milioni di Euro. Niente male, anche se io preferisco il Picasso al centro.

Memento post


Ero in motorino e ho pensato a una cosa bellissima per scriverci un post. Almeno mi sembrava bellissima, mentre, sui viali di circonvallazione, andavo a ruota libera anche con i pensieri. Poi sono arrivata davanti al pc e non mi ricordavo più un cavolo. Buio assoluto, l'idea per il post sparita nel nulla. Sono dieci anni che regolarmente mi succede questa cosa. Non che il mondo perda nulla, sia chiaro, però mi fa ridere che mi succeda sempre mentre vado in motorino. Il motorino libera la mente, amplia gli orizzonti, oppure rincoglionisce, dipende dallo stato d'animo.

Dello scrivere per lo scrivere: follia al di là del self-publishing

You've been warned

Sto scrivendo un mucchio di racconti. È un'abitudine che ho da qualche mese. Prima tutto quello che mi passava per la testa finiva sul blog. Adesso ho iniziato a scrivere tanti raccontini che spesso non finisco e che poi salvo rigorosamente in txt in una certa cartella di Dropbox che condivido con tutti i miei computer (due di numero, il portatile e "quello grosso", ma fa più figo rimanere nell'indefinito). Scrivo cose di fantasia, roba inventata lì per lì e poi spippolata velocemente con l'idea di rivedere, finire, completare, perfezionare il tutto in un secondo momento. Secondo momento che non arriva mai, ça va sans dire. Il tutto sta in quella certa cartella remota che poi non apro mai. Fino a poco fa, quando non so perché ne co controllato il contenuto. Ci sono una sessantina di file. Davvero un bel po'. C'è pure l'abbozzo di un romanzo breve opera prima che s'intitola "Il Gatto" e parla di un gatto a pelo lungo, di quelli "signorini" col muso tutto schiacciato, ma che in realtà è un manfano di prim'ordine e trascorre le sue giornate girando tra i giaradini tutto sudicio e con tarzanelli di cacca attaccati alla pelliccia e facendo danni a minerali, animali, vegetali di ogni genere. Appartiene al mio periodo: "storie non convenzionali per bambini ché i figli degli amici si divertono un monte quando gliele racconto e questo mi legittima come storyteller infantile universale..." Periodo durato pochissimo, per fortuna. Perché mi sento ancora io una bambina e mi diverto di più a farmele raccontare le storie. Se poi sono storie un po' di fantascienza o contengono zombie famelici allora sono contentissima. Comunque, tanto per chiarire, le avventure del gatto manfano con la merda attaccata al culo sono un classico in certi ambienti casalinghi che frequento.

Alla ricerca dell'espediente perduto

 Vintage Geekdom: Only suited for animal themed orgies.

- Sono troppo vecchia per fare l'olgettina?
- Purtroppo sì, altrimenti sarebbe bellissimo, pensaci: una strada in discesa.
- Mah, non son mica tanto d'accordo; io c'ho la fobia kafkiana della giustizia. Se dovessi presentarmi a un processo penale morirei di paura...
- Macché paura, figurati, in quel caso tu c'avresti Silvio a ricompensarti del tempo perduto e dello stress versato. Ti pagherebbe bene: in soldi "sonanti" e in poltrone prestigiose da fancazzista parassita.
- Sarà... però io non la voglio la poltrona. Faccio un mestiere tecnico, preferisco di gran lunga una sedia ergonomica a cinque zampe, fatta rispettando i requisiti funzionali previsti dalle norme di sicurezza sul lavoro, UNI...
- Vedi che non sai pensare in grande? Sei povera dentro, hai una visione limitata. Qui si tratta di fare un mucchio di soldi.
- Certo, un mucchio di soldi, ma devi anche andare a letto con quella cariatide del Berlusca. Non è mica facile, io non ce la farei.
- Lo so, queste son cose da professioniste, impossibile improvvisare. Infatti le bagasce in questo business fanno bene a prendergli un sacco di soldi a quel vecchio laido.
- A parte il trombarci, ma pensa solo a sentirlo chiaccherare. T'immagini che coglioni?
- Infatti. Lasciamo perdere, su.
- E vabbè, lasciamo perdere.
- Ma allora qual è la strada giusta per uscire da questa semi-miseria - data dalla crisi internazionale siamo sempre a rischio Grecia quindi è giusto pagare per debiti che hanno fatto altri che hanno visssuto al di sopra delle loro possibilità... ecc. - che mi avrebbe anche stancata?
- La risposta ce l'hai davanti agli occhi.
- Cioè?
- Il blog.
- Il blog?
- Sì, proprio il blog. Aprire un blog di successo e...
- Ma che cavolo dici? Il blog! Ma senti che bischerata. Siamo nel 2012, abbiamo più di dieci anni di esperienza alle spalle, e tu mi parli ancora di blog come fonte di guadagno? Suvvia, siamo realisti.
- Fammici pensare un attimo, allora.
- Sì ma fai una cosa di giorno, ché qui si diventa vecchi e le cose peggiorano sempre di più.
- La Grecia incombe su di noi. Tu lo sai come sono le cose laggiù adesso, vero? E alla televisione non dicono nulla, 'sti bastardi.
- E dagli con 'sta Grecia. Guarda che noi siamo diversi dalla Grecia, proprio come paese, come risorse, abbiamo industrie che la Grecia non ha e...
- Vabbè,  ma l'hai sentito Monti? Qui stiamo a rischiare grosso: tassare, tassare, tassare altrimenti è maiala per tutti...
- Io di Monti non mi fido, voglio le elezioni subito e partiti coraggiosi indipendenti da influenze esterne, con leader decenti e italiani più svegli. Chiedo troppo?
- Sì, chiedi troppo.
- Lo so.
- Ma questo non risolve il problema iniziale: cosa fare per sfangare questo momento di crisi?
- Qui non si fattura, ci sono le tasse, gli anticipi, cristi e madonne. La soluzione deve essere immediata e possibilmente poco ortodossa ché mi son rotta i coglioni di essere sempre quella "a modo".
- Mmmm... sto pensando. Hai qualche soldo da parte?
- Sì qualcosa, son vent'anni che lavoro. Ma poca roba.
- Ecco. Adesso è il momento di chiudere la P.IVA che tanto l'avevi aperta per forza e ti costa un sacco di soldi e di dichiararsi disoccupati: io sono di-soc-cu-pa-ta.
- E poi?
- E poi vedi, intanto ti sei levata da questo meccanismo. Sfancula lo sfanculabile.
- Beh, ha un senso, mi piace. E poi?
- E poi... Tu non sei religiosa, vero?
- No. "Dio vede e provvede" con me non funziona. Anzi, mi pare una stronzata.
- Allora la vedo dura.
- Vabbè, intanto esco dal sistema.
- Poi prepara la valigia.
- Ottima idea.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...