Prova generale di povertà: un esperimento sociologico di decrescita reale

Finalmente sono ritornata in possesso di denaro. È una storia che risale alla settimana scorsa quando, dio solo sa perché, mio padre ha scambiato la mia borsa con un suo porta documenti (non si assomigliano manco un po') ed è partito per la campagna portandosi dietro i miei soldi, bancomat, carta di credito, occhiali da vista e documenti vari, tra cui la tessera del pub.
Così ho passato quasi una settimana in povertà, comprando generi di prima necessità con gli spiccioli abbandonati nelle tasche dei vestiti. E poi due giorni completamente senza soldi. Una prova generale del mio (nostro?) futuro prossimo venturo, mi vien da pensare.
Comunque ci tenevo raccontare che sono sopravvissuta, senza raccontare a nessuno degli amici del mio stato d'indigenza (altrimenti mi avrebbero prestato il necessario, ma allora addio esperimento sociologico). Senza poter far la spesa, mi sono nutrita della mia dispensa, dando fondo alle mie misere scorte. Alla fine l'esperienza è stata anche positiva e ho deciso di ripeterla ogni tanto. Sempre come allenamento per il nostro futuro prossimo venturo.
La decrescita reale. È una cosa a cui penso spesso, mio malgrado.
Tempo fa ho letto anche un libro sull'argomento: "Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l'ha fatta". Però è scritto da un tizio che da ricchissimo ha scelto di diventare un po' meno ricco; la sua idea di decrescita (o downshifting) corrisponde alla mia idea di vivere alla grande, senza farsi mancare niente. Tuttavia questo libro contiene diversi spunti interessanti anche per chi è spiantato. Primo fra tutti, una vera e propria lezione di vita che non mi scorderò più: se non sei un manager che guadagna cifre spropositate, ma hai uno stipendiuccio da fame come la maggior parte di noi, allora devi fare mente locale, calcolare più o meno quanto ti lasceranno in eredità i tuoi genitori e regolare il tuo modo di vivere su questo parametro, in attesa della loro dipartita. Cavolo, una strategia di ferro. Complimenti. Lo farei leggere a mia madre per sapere la sua opinione, ma poi so che comincerebbe a guardarmi storto, allora lascio perdere. Continua?


7 commenti:

  1. Complimenti per l'esperimento! Io lo pratico ogni mese, 29 giorni su trenta. Nell'unico giorno in cui non sperimento la decrescita reale, pago l'affitto, le bollette e tutte le altre spese fisse. Con il resto, sopravvivo: conto gli spicci, do fondo alla mia dispensa, pratico l'economia del baratto in cambio di prestazioni professionali o attingo alla banca del tempo. Per esempio: io do lezioni private a tuo figlio e tu, anziché pagarmi, mi restituisci la prestazione svolgendone un'altra per me (lavori domestici, pulizie, riparazioni varie, consulenza su materie fiscali) oppure mi regali un oggetto nuovo o usato.
    Solo così i precari e disoccupati di oggi riescono a sopravvivere.
    Tutto è bilanciato e quadra: nessuno chiede in prestito denaro che sa che non potrà restituire. Ma questo tipo di vita può diventare frustrante se continua per più di qualche mese.
    Occorre essere irriducibili e anche saper approfittare dell'ozio per sentirsi un po' più liberi dalla schiavitù del lavoro, soprattutto quando quel lavoro, che svolgi per necessità, non ti piace. :-)

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    1. una volta ho barattato 20 min. di tutorial su wordpress con una lettura di tarocchi... fu un ottimo affare! :-)

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    1. Oddio, Conte Max, mi viene da piangere.
      Credo che ci attenda un Autunno di quelli terribili, che al confronto le scelte politiche di Monti &C erano una sorsata di acqua fresca. Ogni giorno, se ci fai caso, i giornali hanno sempre un qualcosa in più da aggiungere agli effetti della crisi. Che sia una percentuale di disoccupazione, una borsa che collassa, una fabbrica che chiude. Credo che prima di Natale ci sarà la necessità di altre misure economiche, di quelle tremende. Abbiamo raggiunto (o superato) il 130% del debito sul pil, io ho paura, lo vedo come un punto di non ritorno. E ritengo che non sia solo colpa del Berlusca e della sua corte di leccaculo incapaci ed involuti che ci hanno governati per tutto questo tempo.
      Con Monti, in un anno, il debito è aumentato di 7 punti percentuali (vado a memoria). Nemmeno Berlu aveva fatto così schifo (sto parlando di percentuali, non dell'importo, mostruoso, poi cerco una tabella e la incollo, se ce la faccio a non vomitare).
      E Monti ce l'hanno propinato come uno che sapeva il fatto suo, quello preparato, il prof. stimato a livello mondiale (sticazzi) che avrebbe risolto. Con i bischeri della sinistra ad applaudire 'sta cosa. Ah ah. Mi verrebbe da ridere se non dovessi pagare il conto salato di queste politiche del cazzo (pardon, ma qui ci vuole). Allora mi vien da piangere.

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    2. P.es. http://www.irpef.info/debito.html

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  3. Un esperimento che potrebbe rivelarsi utilissimo per molti di noi.
    Io ho notato che le nostre spese aumentano proporzionalmente con la nostra disponibilità economica: almeno, così funziona per me.
    Quando non ho un soldo, mi barrico in casa, riesumo vecchi libri e film e mi faccio bastare un sacchetto di patatine per pranzo e cena.
    Quando il mio conto in banca ha qualche zero in più, tiro un respiro ed esco a concedermi dei regali (nulla di grosso, ma roba per "premiarmi" del mio periodo ascetico forzato).
    Sono proprio irrecuperabile. :D

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    1. sì anche se è matematico: nei periodi di magra accadono emergenze che richiedono disponibilità urgenti (dentista, meccanico, ecc.) :-)

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