Decisioni difficili per chi si auto-pubblica in ebook


Prima di tutto una buona notizia che ho scritto altrove ma non qui: Gattasorniona The Antology, opera prima costola del vecchio blog su Splinder, ha superato i 700 download. Niente male. Ho postato il dato su Facebook, tutta orgogliosa: sono numeri di tutto rispetto!
E lì mi è stata fatta una domanda che mi ha messa in crisi all'istante, ossia: "con un libro a pagamento ce la faresti a superare questo numero?" Istintivamente ho pensato di no e infatti ho risposto che la vedevo difficile.

Poi però mi è rimasta una pulce nell'orecchio e così sono due giorni che ci penso.
Settecento download sono tantissimi anche per un ebook gratis. Forse potrei farcela anche con un ebook a pagamento, però per aver successo, dovrei dedicargli un bel po' di tempo in più rispetto ai miei standard consueti. Fin dai mitici Novanta la mia filosofia tattica su Internet è: provali tutti, giocaci un po' e poi lasciali stare e possibilmente non ci pensare più.
Ho seguito la stessa tattica sia con The Antology, che con A nessuno interessa che cosa hai mangiato per pranzo: li ho parcheggiati su Smashword e poi me ne sono dimenticata all'istante.
Perciò se voglio evolvermi, un primo passo è senza dubbio cambiare mentalità, ovvero diventare più esuberante, entrare nell'ordine di idee della donna sicura di sé che si vuole auto promuovere. E di conseguenza stare dietro al mio "romanzo" in modo assiduo. Maremma. Insomma dovrei organizzare una strategia post pubblicazione un minimo elaborata, niente di trascendentale, ma con l'obiettivo di seguire per qualche mese il mio lavoro che, tra l'altro, mi è costato un mucchio di tempo. Magari cominciare a parlarne in giro, fare un po' la "pi-erre" di me stessa. Cosa che tra l'altro mi riesce difficilissima, perché sono timida, nerd, con un punteggio altissimo, anzi decisamente preoccupante, all'Aspie quiz, ma sopratutto sono incasinata all'inverosimile. Difficilissima, ok, ma non impossibile; si tratta, una volta tanto, di fare qualcosa solo per me stessa: forse vale la pena provarci sul serio.
Naturalmente ho già pronto il "romanzo" che continuo a mettere tra virgolette perché mi fa specie chiamarlo così. Romanzo è una cosa seria, non scherziamo. Io piuttosto ho scritto un coso per divertimento. Ecco già comincio a sbagliare: non è l'atteggiamento giusto per fare marketing di sé stessi. Allora mettiamola così: è un testo che ho scritto e riscritto e credo abbia delle potenzialità (ecco, così va meglio). Dunque la storia c'è, l'ho iniziata nel 2012 e ho finito l'ultima versione in questi giorni.
Poi ho anche il titolo, che non anticipo per motivi di scaramanzia. Però mi piace un monte.
Però mi manca ancora la foto per la copertina; ne avrò fatte mille, ma nessuna che mi "sconfinferi" più di tanto. Anzi, la media è decisamente deludente. Alla fine ho anche pensato di farmela con Photoshop, una cosa geometrica, ma fino adesso le prove in questo senso sono state insoddisfacenti. Oppure disegnarmela da sola, come le copertine che Bruno Munari faceva per il Club degli Editori un milione di anni fa. In ogni caso continuo a fare tentativi.
Infine l'annoso problema del nome. Gattasorniona o il mio nome borghese? Mah. Ha ancora senso farsi questa domanda?
Ecco, voglio concludere il 2013 con questi problemi e pensieri, se si vuole futili, ma che sono anche belli e riguardano un'attività che mi diverte tanto fare. Il resto della mia vita è traballante, come la maggior parte delle esistenze e allora preferisco concentrarmi su qualcosa che mi piace. Fanculo il resto. Il 2013 per me è stato un anno strano, né brutto, né bello, piatto all'inverosimile, con una tensione di sottofondo che si tagliava col coltello.  Dovessi descriverlo con un aggettivo sceglierei: misero. Un anno misero, ecco. Auguro a me e a tutti quelli che leggono queste parole, un 2014 sereno, divertente e pieno di cambiamenti positivi. Ce li meritiamo.

2 commenti:

  1. ...........un uccellino dice che..... qualcuno l'ha letto! :-DDDDDDDD _M_

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  2. In realtà anche più di uno, però l'ultima versione no. Ed è rifatta da capo, tutta un'altra cosa dalle prime stesure. Infatti ho cambiato il titolo.

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