Storie di traffico e di corna




In una macchina stipata all’inverosimile di vettovaglie e pentolame, mi stringo nel sedile posteriore, cercando di non dare noia con la mia mole importante ai due passeggeri seduti accanto a me.
Mi sto impegnando a tenere a bada il mal d’auto che mi ha colta subito, appena ho sentito il motore che si accendeva.



Ci sono ancora due ore di strada. Forse qualcosa in più. Il navigatore si è chetato quando siamo rimasti congestionati nel traffico cittadino del pre-weekend.
Fuori è quasi buio, piove una pioggerellina gelata. Respiro piano, cerco di non pensare alla nausea, né all'aria viziata nell'abitacolo. Anche se poi non vomiterò, mi attendono comunque ore di scombussolamento all'arrivo.

Dai finestrini appannati e rigati di pioggia, le luci sbavate delle auto sbrilluccicano sul grigiore circostante.

Scorgo il mio profilo riflesso nel vetro, sto invecchiando. Gli occhi mi cadono sul rigonfiamento tra il collo e le spalle, quello a cui Alexander Lowen aveva dato un nome e ne era schifato. A sentir lui il simbolo di vecchiaia e decadimento fisico nelle donne. Lowen era un po’ nazista e anche un filino stronzo.

- Ce la fai a tenere pure questo? - Dice mentre mi appoggia in grembo un vassoio coperto di stagnola, da cui proviene un forte odore di vaniglia.
- Nessun problema, - rispondo, cercando di capire se quel profumo sia un bene o un male per il mio mal d’auto.
Siamo talmente incastrati l’uno con l’altro e con la roba, che posso muovere solo le gambe, dal ginocchio in giù. Tutto il resto è stipato come una sardina. E in effetti l’odore è un po’ quello, l'auto è piena di cibo. Tanta roba da mangiare per trascorrere un fine settimana in amicizia e grigliate.

- Cazzo, siamo bloccati. Quell’autobus laggiù blocca tutto - dice il guidatore, con un tono tra l'esasperato e l’affranto.
Nessuno risponde, lo stiamo vedendo tutti l'autobus.

Passo una manica sull’appannatura del finestrino e guardo fuori, cercando di distrarmi per mitigare il mal d'auto.

Certo, per risolvere il problema potrei rinunciare al fine settimana. Uscire adesso dalla macchina e tornare a casa a piedi. Niente weekend in montagna okkei, ma anche niente nausea. Rifletto sui pro e contro guardando invidiosa la gente sul marciapiede. Fortunati voi che state all'aria aperta, respirando smog, bagnandovi con la pioggia fredda, e sopratutto coi piedi ben appoggiati per terra... ma guarda, c'è la Gioli!

All'angolo della strada la Sam sembra che aspetti qualcuno.
Il Ragioniere, sicuramente.
Samantha è in piedi, spippola col cellulare, ogni tanto lancia lunghe occhiate lontano, sopra i tetti delle auto incolonnate. È appena uscita dal lavoro, lo vedo da come è vestita. Mi guardo intorno cercando con lo sguardo il passo alla Alberto Sordi del Ragioniere.
Di solito a quest'ora anche lui è già fuori dall'ufficio... ma cavolo, no. Il Ragioniere è a Grosseto con la mamma, ritorna lunedì.

Una figura sbuca all'improvviso e abbraccia la Sam da dietro.

Lei ride.

Lo riconosco immediatamente.

Ernesto V, 45 anni dichiarati (ma i maligni sostengono che ne abbia cinquantadue suonati), divorziato, podista scarso in seguito alla crisi dei quaranta, impiegato alla Provincia, ma sedicente consulente per coppie in crisi. 
Sul profilo Instagram scrive robe a caso, del tipo: #runner #foodie #photography #adventure #wine #coaching #lifelover.

Ma senti senti, la Gioli ha l'amante. Poi mi intristico pensando al Ragioniere, però non ho intenzione di dirglielo. Non ho intenzione di dire niente a nessuno. Mi stupirò e fingerò di cadere dal pero quando la faccenda scoppierà e diventerà di dominio pubblico.

Li guardo, non riesco a capire se siano felici. La Sam non sembra mai felice, ma a me sta piuttosto sulle scatole e magari sono io che sono stronza.

Lui tira fuori da dietro la schiena un sacchetto e glielo mette davanti alla faccia. Riconosco il logo di Eataly.
Lei saltella dalla gioia, battendo le mani.
Lo apre raggiante e tira fuori un barattolo di vetro, da lontano sembra pomarola, ma può darsi che mi sbagli.

Lei esulta.

Lui ride.

Lei ride.

Il bacio conseguente è inequivocabile.

Ok, povero Ragioniere.

La macchina riparte, mi accorgo che il traffico si è sbloccato. Passo a un metro dalla Sam che è ancora avvinghiata al tipo, come una medusa con le meches.

Sì, è davvero un barattolo di pomarola.




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