Londra o niente



Alla fine del 2019 ho comprato un biglietto aereo per Londra da usare in estate.
Le mie ferie.
Mi pare una cosa distante ere geologiche, invece è successa pochi mesi fa e ci siamo quasi.
Dovrei partire i primi di agosto, rimanendoci cinque giorni.
Le mie ferie.
Ho comprato quel biglietto ben prima della faccenda covid, quando mi pareva furbo approfittare di un'offerta per un volo molto comodo verso una destinazione gettonatissima.
Mai avrei pensato che sarebbe successo 'sto pandemonio.
Vabbè, a dicembre nessuno si aspettava una pandemia.
Nessuno tranne Bill Gates, naturalmente.
Adesso non so che cosa fare, se andare o no a Londra.
Ho tanta paura, gli inglesi mi sono sembrati molto superficiali nell'affrontare il virus e hanno ancora dei numeri alti di contagiati e morti.
E come se non bastasse, vacanza a Londra significa prendere la metropolitana per spostarsi in città, altro motivo di angoscia.
L'alternativa a Londra è niente, perché con la cassa integrazione che non viene pagata e tutto quanto, non posso permettermi altro.
E sono già molto fortunata.

Dicono che scrivere di un problema ne aiuti la soluzione.

Non andrà tutto bene, non va mai tutto bene. Ma non andrà neanche tutto in merda come ti pare adesso

Varie dal mondo

Web ㅡ Il post sul libro su Tommaso Labranca è stato il più visto dell'ultimo periodo, con un distacco notevole rispetto agli altri. Ottimo, ci tengo molto. Questa lieta info arriva dalla nuova interfaccia di Blogger – un restyling paraculo as usual – che coincide con la mia rinata voglia di bloggare. Ho già individuato alcuni bug e li ho comunicati a Google LLC che credo stia investendo in tutto il "progetto blogspot" non più di due pizze di fango del Camerun.

Shopping ㅡ Mi sono comprata un cavo lungo 3 metri per ricaricare il telefono. Diosanto che goduria. Perché non l'ho fatto prima?
Mi sono comprata 3 paia di calzoni estivi. Stesso modello ma colori differenti. Erano in sconto e stavo andando in giro con quelli invernali. Il lockdown non favorisce lo shopping, l'abbiamo appurato collettivamente.

Politica ㅡ Leggo della politica americana, mi dispiace tantissimo per come stanno affrontando l'epidemia, ovvero con la prevalenza dei mentecatti. Mi dispiace tantissimo per tutti gli altri, intendo. Nel frattempo godo che non abbiano fatto sbarcare in Sardegna i tizi arrivati dagli USA con un jet privato che pretendevano di fare come gli pare solo perché ricchi. Il presidente della regione costernatissimo perché gli hanno rimandato indietro 'sti tizi che, guardacaso, erano arrivati in Sardegna per portarci grandi affari, prenotando pure hotel lussuoso + villa, ma adesso nulla, andranno a far piovere soldi altrove ecc. Ma Solinas non è lo stesso che in altri momenti voleva vietare gli arrivi sull'isola dal resto d'Italia, blaterando di passaporto sanitario?

Varie dall'omino del cervello

Memorie dal lockdown.

Non andrà tutto bene, non va mai tutto bene. Ma non andrà neanche tutto in merda come ti pare adesso. 

Questo il discorso stretegico che mi sono fatta durante il lockdown, una volta che mi ero svegliata storta, convinta di avere il covid-19 e che sarei morta da sola nel mio appartamento in periferia, nell'indifferenza e nella solitudine. Perché sempre meglio così che essere ammassata come un pacco ingombrante in una corsia d'ospedale. 


Stamani camminavo per il centro e dopo aver preso il caffè da Rivoire mi è tornata in mente quella mattina di fine marzo 2020 in cui, in preda all'angoscia, ho giurato solennemente a me stessa che sarei morta per cazzi miei. A quel punto ricordo di aver tirato fuori la frase motivazionale e poi di essermi dedicata al decluttering fino all'ora di pranzo.
Oggi ho passeggiato al sole e all'ombra, bevuto il caffè e fatto un po' di foto.


L'importanza di Postal Market nella formazione della giovane blogger

Postal Market è fallito nel 2015. L'anno prossimo ritornerà più agguerrito che mai con la voglia di primeggiare contro Amazon. Io tifo per PM, naturalmente. Il mio amore per Postal Market inizia negli anni Settanta, ed è una relazione complessa, con un ruolo piuttosto importante nella mia vita. Ricordo ancora le sensazioni dei polpastrelli sulle pagine e l'odore della stampa patinata.

[...] mi sono chiesta: ma la prima volta che ho letto qualcosa di scritto? Ebbene, pare che abbia cominciato a capire le parole scritte prima del tempo della scuola. Intelligente, vero?
Mi piacerebbe tanto poter raccontare che tutto ciò fosse dovuto a fantastiche letture di libri bellissimi, tipo Piccole Donne o l'Isola del tesoro che facevo aiutata dalla mamma, per esempio. Invece no, nulla di tutto questo. I miei primi passi con la lettura li ho fatti per conto mio, su un mitico catalogo Postal Market.

Il catalogo Postal Market era un trattato di "acquistologia" importantissimo e imprescindibile in paese. In città, invece, non si usava perché non ce n'era bisogno e si poteva trovare tutto sotto casa, nei banali negozi. Soltanto adesso mi rendo conto che la mia attuale idiosincrasia per lo shopping probabilmente nasce proprio da questo provincialismo congenito.

Ma torniamo agli anni Settanta.

Il catalogo Postal Market arrivava sempre in contemporanea a tre o quattro famiglie del paese e tutti si mettevano a studiarlo con impegno. Nei caldi pomeriggi estivi l'aia tufacea e ben ombreggiata dalle casce, diventava il punto nevralgico di tutta la faccenda: ognuno arrivava portandosi la sedia e la propria copia di Postal Market per sfogliarlo e discuterne con gli altri.

C'erano dei grandi dibattiti interfamiliari sugli acquisti da fare e sulle priorità di spesa e le discussioni erano sempre accese, spesso e volentieri incazzose.



Poi venivano fatti gli acquisti, compilando e spedendo l'apposita cartolina acclusa al catalogo.

Solo a quel punto noi bambini potevamo prendere possesso del prezioso tomo e finalmente sfogliarne le pagine patinate, passando da una sezione all'altra.
Ecco, anche se sono passati più di trent'anni (impressionante, vero?) io la ferrea tassonomia merceologica di Postal Market me la ricordo ancora benissimo.
Si cominciava con l'abbigliamento: modelli in carne ed ossa ma tali e quali ai Fuccons, indossavano con finta disinvoltura la moda popolare del momento. È bene ricordare che erano gli anni Settanta e i poliesteri la facevano da padrone, almeno negli ambienti che frequentavo io.
A seguire venivano: la sezione degli accessori per la cucina, per la casa, il fai da te, il giardino, lo sport, i giochi e la cancelleria.

Ogni oggetto in vendita era fotografato e aveva un numero che lo rimandava ad una descrizione nella stessa pagina. È così che ho imparato a riconoscere le prime parole, per districarmi in quel meraviglioso mondo di cose interessanti e così a portata di mano.

Vuoi mettere la comodità?

Poco fa pensavo che se allora ci fosse stata Internet, si sarebbe guardato tutti il catalogo Hammacher Schlemmer, altro che quel troiaio di Postal Market. Sarei scoppiata dalla gioia e sarei cresciuta sicuramente in modo migliore.

Già che ci sono la butto lì: se qualcuno mi volesse fare un regalo mi piacciono molto: questo coso ganzissimo , la me-ra-vi-gli-o-sa bici d'acqua, il più grande cruciverba del mondo che pare un ricamo di fine fattura, il valido sistituto per il banale tostapane e, infine lo status simbol per eccellenza: ovvero il tocco di classe creare ovunque l'atmosfera giusta [link rimossi perché ormai non più funzionanti, ndr].

Amarcord per corrispondenza, tratto da un mio post del 13 aprile 2006 pubblicato sul mio vecchio blog su Splinder.

Le alternative non esistono di Claudio Giunta (recensione)



Ho finito di leggere Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca, scritto Claudio Giunta, nei Saggi de Il Mulino.

È il libro che stavo aspettando con impazienza, da quando ho saputo da Luca Rossi che era in lavorazione, credo ormai un paio di anni fa. Il commesso della Feltrinelli è andato in magazzino a toglierlo dallo scatolone perché mi sono fiondata in libreria al momento delle consegne, per non perdere neanche un minuto.

Per me è un libro fondamentale, Tommaso Labranca è stata una persona importantissima – lo è ancora – e avevo paura che il Giunta me lo maltrattasse troppo o non gli rendesse giustizia.

Ho trovato un libro ricchissimo di citazioni, documentato in maniera impeccabile, costruito anche per intrattenere ma rigoroso nei contenuti. Un po' lo maltratta, ma gli rende anche giustizia.

Si apre con il funerale di Tommaso, con la conta di chi c'era e chi non c'era, e certi nomi ricorreranno nella narrazione a costruire quella che è stata la vita professionale sociale del mio scrittore preferito.

Lo screening di chi c'era e chi mancava al funerale iniziò durante il funerale stesso. Attonita mi guardavo intorno cercando inutilmente di far mente locale. Fazio, non c'è Fazio? E Nove? Ecc. Mi ricordo Orietta Berti che fu meravigliosa e rimase a consolare la mamma di Tommaso per tutto il tempo. E mi ha fatto piacere vederla citata più volte, per non parlare del magnifico endorsement che lei ha fatto al libro pochi giorni fa.

Io ho pianto tipo fontana alla seconda pagina... dell'introduzione. Ma per il lettore "normale" è un libro pazzesco che dà uno spaccato importante dell'Italia quotidiana – televisiva, sociale, culturale – degli ultimi trent'anni.

Poi mi fermo qui perché mi impallo sempre quando scrivo dei libri che mi colpiscono di più. Questo poi tocca così tante corde personali, di ricordi tra me e Tommaso, che è stata una lettura per tanti versi anche dolorosa.


Ringrazio Giunta di aver citato l'intervista che gli feci nel 2014. Mi piace un casino e mi rende orgogliosa essere presente con nick e pseudonimo nell'indice dei nomi di questo volume fondamentale.

A Tommaso non era piaciuta quell'intervista. Anzi, gli aveva proprio fatto schifo perché avevo posto questioni troppo autoreferenziali. Aveva ragione, lo capii subito. Avevo agito da fan, non da intervistatrice.
In quell'occasione Tommaso mi aveva suggerito di andare a vedere lo stile della Fallaci per capire da lei come si fanno le domande.
Non ho più avuto occasione di intervistarlo. Tuttavia Intervista con la Storia è nella mia libreria tra i volumi a cui tengo di più e l'Oriana-giornalista è diventata un mio mito e oggetto di studio.
Non quanto Labranca, ça va sans dire.

Non aggiungo altro, solo quello che ho scritto sul post di ieri che rende bene l'idea del perché questa lettura per me è più che altro una faccenda personale:

«Sono stranita soprattutto perché ieri ho finito il libro di Claudio Giunta su Tommaso Labranca, Le alternative non esistono. È bellissimo, Giunta ha fatto un gran lavoro. Non sono ancora pronta a parlarne in modo più esteso, prima devo digerirlo bene. Mi ha fatto l'effetto di quell'ovo sodo che non va né in giù né in su. Sto rileggendo alcuni passi, soprattutto chiarirmi alcune idee. Mi sono resa conto di tante cose di cui non mi ero accorta di persona, e in un paio di momenti mi sono sentita anche un po' bischera.»

Il voto lo do solo perché ormai ho preso l'abitudine a fare così, anche se in questo caso mi sembra fuori luogo.
Comunque, cinque ville sul lago di Como per un buen ritiro elegante e sobrio.
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La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...