Ho finito di leggere Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca, scritto Claudio Giunta, nei Saggi de Il Mulino.
È il libro che stavo aspettando con impazienza, da quando ho saputo da Luca Rossi che era in lavorazione, credo ormai un paio di anni fa. Il commesso della Feltrinelli è andato in magazzino a toglierlo dallo scatolone perché mi sono fiondata in libreria al momento delle consegne, per non perdere neanche un minuto.
Per me è un libro fondamentale, Tommaso Labranca è stata una persona importantissima – lo è ancora – e avevo paura che il Giunta me lo maltrattasse troppo o non gli rendesse giustizia.
Ho trovato un libro ricchissimo di citazioni, documentato in maniera impeccabile, costruito anche per intrattenere ma rigoroso nei contenuti. Un po' lo maltratta, ma gli rende anche giustizia.
Si apre con il funerale di Tommaso, con la conta di chi c'era e chi non c'era, e certi nomi ricorreranno nella narrazione a costruire quella che è stata la vita professionale sociale del mio scrittore preferito.
Lo screening di chi c'era e chi mancava al funerale iniziò durante il funerale stesso. Attonita mi guardavo intorno cercando inutilmente di far mente locale. Fazio, non c'è Fazio? E Nove? Ecc. Mi ricordo Orietta Berti che fu meravigliosa e rimase a consolare la mamma di Tommaso per tutto il tempo. E mi ha fatto piacere vederla citata più volte, per non parlare del
magnifico endorsement che lei ha fatto al libro pochi giorni fa.
Io ho pianto tipo fontana alla seconda pagina... dell'introduzione. Ma per il lettore "normale" è un libro pazzesco che dà uno spaccato importante dell'Italia quotidiana – televisiva, sociale, culturale – degli ultimi trent'anni.
Poi mi fermo qui perché mi impallo sempre quando scrivo dei libri che mi colpiscono di più. Questo poi tocca così tante corde personali, di ricordi tra me e Tommaso, che è stata una lettura per tanti versi anche dolorosa.
Ringrazio Giunta di aver citato l'intervista che gli feci nel 2014. Mi piace un casino e mi rende orgogliosa essere presente con nick e pseudonimo nell'indice dei nomi di questo volume fondamentale.
A Tommaso non era piaciuta quell'intervista. Anzi, gli aveva proprio fatto schifo perché avevo posto questioni troppo autoreferenziali. Aveva ragione, lo capii subito. Avevo agito da fan, non da intervistatrice.
In quell'occasione Tommaso mi aveva suggerito di andare a vedere lo stile della Fallaci per capire da lei come si fanno le domande.
Non ho più avuto occasione di intervistarlo. Tuttavia Intervista con la Storia è nella mia libreria tra i volumi a cui tengo di più e l'Oriana-giornalista è diventata un mio mito e oggetto di studio.
Non quanto Labranca, ça va sans dire.
Non aggiungo altro, solo quello che ho scritto sul
post di ieri che rende bene l'idea del perché questa lettura per me è più che altro una faccenda personale:
«Sono stranita soprattutto perché ieri ho finito il libro di Claudio Giunta su Tommaso Labranca, Le alternative non esistono.
È bellissimo, Giunta ha fatto un gran lavoro. Non sono ancora pronta a
parlarne in modo più esteso, prima devo digerirlo bene. Mi ha fatto
l'effetto di quell'ovo sodo che non va né in giù né in su. Sto
rileggendo alcuni passi, soprattutto chiarirmi alcune idee. Mi sono resa
conto di tante cose di cui non mi ero accorta di persona, e in un paio
di momenti mi sono sentita anche un po' bischera.»
Il voto lo do solo perché ormai ho preso l'abitudine a fare così, anche se in questo caso mi sembra fuori luogo.
Comunque, cinque ville sul lago di Como per un buen ritiro elegante e sobrio.
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