Diario dalla reclusione

Riattivo questo blog per un motivo personalissimo. Stamani ho ritrovato una pagina del diario che dai primi di marzo era mia intenzione scrivere durante tutto il periodo dell'isolamento. Mi era sembrato un espediente azzeccato per ritornare a scrivere di cose personali, senza pubblicarle online, usando un vecchio blocco note ingiallito, chissene frega, solo per la soddisfazione che mi dà fissare i pensieri con le parole. E anche togliermi un po' di ruggine ché non sono più abituata a scrivere robe mie e ogni tanto mi manca, nonostante continui a scrivere online regolarmente, ma su altri argomenti. Temi che mi interessano, sia chiaro, però sono altro rispetto alla scrittura personale.

La buona intenzione del diario è durata un giorno, poi ho lasciato correre, vinta da quel senso di inquietudine e paura che ha preso il sopravvento durante il primo periodo della reclusione, quando ancora si pensava che tutta la questione coronavirus sarebbe durata un paio di settimane e rizzati.

Oggi, intorno al quarantesimo giorno, sono in preda a un'inquietudine più variegata che, oltre a comprendere il maledetto coronavirus, include anche il lavoro, la mia salute extra covid-19, alcune scadenze, una cosa che è saltata e su cui avevo lavorato un anno, alcuni genitori di amici che nel frattempo si sono ammalati.
Uno si sta riprendendo, un'altra è messa male e si trova dall'altra parte del mondo, in quel Massachusetts dove milizie private di invasati con le svastiche vanno a protestare contro le chiusure, imbracciando armi da assalto che gli rimbalzano sulle pance da birra.
Come si fa a consolare un'amica che sta perdendo la madre, senza poterla vedere ormai da settimane? In più, in un momento del genere, ritrovarsi con The Orange Man - come lo chiama lei - al potere e i nazisti del Massachusetts (semicit.) a giro incazzati è il non plus ultra della sfiga.

Poi penso che sono fortunata. Abito a Firenze e non nel Massachusetts. I miei genitori stanno bene, non li vedo da quasi due mesi e a loro va benissimo, hanno smesso di fare gli spavaldi ("te non mettere bocca, sappiamo noi come comportarci") da quando un loro amico è finito a Careggi con il covid e se l'è vista brutta.
Poi sono a casa mia, dove non ho mai passato così tanto tempo dall'età adulta. Ho fatto alcuni lavoretti, ho imparato a riparare cose che mai avrei pensato, tipo le prese elettriche, ho fatto mente locale su altre cose da fare appena riapriranno i tappezzieri e i mercatini dell'usato.

Però in queste settimane ho fatto una gran fatica a leggere. Proprio non ne avevo voglia. E sì che mi vanto di essere una lettrice attiva (mi sta antipatico usare "forte"), di macinare un libro dietro l'altro. Ecco, col coronavirus a tenermi in casa tutto il giorno mi è passata la voglia in un botto. Eppure era sempre stato il mio desiderio avere giornate tutte per leggere. Con la prospettiva reale di disporre di giorni e giorni chiusa in casa, mi è passata la voglia di libri in un attimo.
Leggendo sui social, non sono stata l'unica a sentirmi così. C'è un sacco di gente su Facebok sorpresa dal non riuscire a trovare la concentrazione né le motivazioni in un momento che, in teoria, sarebbe l'ideale. E nei commenti tantissimi confessavano le stesse difficoltà.

Alla fine ho vinto l'angoscia e sono riuscita a trovare di nuovo la voglia di leggere, usando un espediente casuale: i libri da "pilucco". Quelli che sai che ti piacciono e li apri a caso per leggerne qualche pagina, senza impegno, solo per il gusto di. Nel mio caso questi due:


Ottimi entrambi, sono stati l'apripista per farmi ritrovare la voglia di leggere.
Ed è stato un bene perché in questi giorni ho letto un libro favoloso che non anticipo, perché voglio scriverci un post a parte. Dico solo che mi ha donato ore di goduria pura.

Ecco, volevo riportare il diario di un mese fa, invece ho divagato, come ai vecchi tempi.

Meglio così.

Gita a Roma


Ho mangiato la pizza piegata a libro di Roscioli.
Ho camminato sui sampietrini coi tacchi.
Mi sono beata delle curve del Tevere. 

(questo è un post di prova, tanto per vedere l'effetto che fa)

Template

Si può cambiare Template tutte le settimane? Praticamente è quello che sto facendo. Quando ero attivissima su Splinder, dunque durante la preistoria, chi faceva così erano i primi a lasciare perdere tutto quanto. Ora, considerando che sono all'incirca 16 anni che ho un blog, forse il mio traccheggiare sui template è davvero solo indice del bisogno di trovare il vestito giusto e basta.

Serotonina di Michel Houellebecq



Ho finito Serotonina di Michel Houellebecq, traduzione di Vincenzo Vega per La nave di Teseo edizioni.
Maremma santa quanta depressione. Il protagonista si chiama Florent-Claude ed è un alto funzionario del ministero dell'Agricoltura francese. Naturalmente ha una vita sessuale disordinata ed è un depresso di quelli particolarmente incancreniti al punto che per tirare avanti deve consumare dosi massicce di Captorix, farmaco che lo tira su di morale (per quanto possibile) ma al tempo stesso lo rende sessualmente impotente.
Stavo per mollare questo libro dopo poche pagine perché comincia con una assurda scena di sesso a tre ambientata in una stazione di servizio, una brutta versione gerontopornografica della celebre scena dal benzinaio di Zoolander:


Ridacchiando ho pensato di aver bisogno di passare ad altra lettura, che Houellebecq nella mia vita avesse già fatto il suo tempo dopo lo sciatto Sottomissione, e di abbozzarla coi suoi libri. Invece la storia è davvero bella, un'esplorazione della mente, della vita del mondo del depresso che rapidamente inizia a riguardarci più di quanto non ci piaccia ammettere (ho letto altrove che è il futuro, per me è puro presente).
Tragedia, amori passati e irrecuperabili, solitudine siderale, depressione con un piede nella follia, e infine il tramonto della classe media.
Mi è piaciuto, anche perché il protagonista è davvero tanto antipatico e si fa fatica a simpatizzare con lui. Gli dò 4 pasticchine di Captorix, se le merita:
💊💊💊💊

Factfulness di Hans Rosling (recensione)



Ho finito di leggere Factfulness Dieci ragioni per cui non capiamo il mondo. E perché le cose vanno meglio di come pensiamo di Hans Rosling, tradotto da Roberta Zuppet per Rizzoli.

Molto interessante e infatti è un altro consiglio di Mr. Gates.
L'ho apprezzato soprattutto perché, a mio avviso, dà una prospettiva sul mondo in cui viviamo più focalizzata o "defuffizzata" rispetto a quanto si legge di solito.

Mi è piaciuto assai.

Un aspetto che mi è piaciuto meno. A volte l'autore fa un uso un po' troppo spregiudicato delle medie nelle statistiche per rafforzare il suo punto di vista; però, una volta preso atto di questa tendenza, la lettura è stimolante.
Dunque non oro colato (ma quando mai), invece un approccio interessante e una volta tanto ottimistico.

Una frase in cui vorrei ritrovarmi sempre e che perciò mi sono segnata è questa: "Quando un problema sembra urgente, la prima cosa da fare non è gridare Al Lupo, bensì organizzare i dati".
:-)
Voto 4 arrampicatori🧗‍♀️🧗‍♂️🧗‍♀️🧗‍per andare tutti dal livello 1 al 4.

L'Educazione di Tara Westover (recensione)



Ho finito di leggere — a dire il vero già prima di Fango — il romanzo biografico L'Educazione di Tara Westover, edizione Feltrinelli e traduzione di Silvia Rota Sperti.

Lei è una tipa mormona, con i genitori sciroccati — padre complottista, madre guaritrice — che è cresciuta nelle montagne americane in una situazione tipo "Casa nella prateria".

Anzi, peggio.

Westover non ha fatto la scuola da piccola ma è riuscita a laurearsi da autodidatta a Harvard.

Raccontato così sa di bischerata, in realtà il libro merita.

Prima di tutto è una storia vera, e dà uno spaccato degli Stati Uniti a cui non siamo abituati. I genitori dell'autrice vivono ai margini della società in attesa dell'Apocalisse, ed è bello seguirla, passo passo, nel cambiamento di vita: dallo stato brado sulle montagne dell'Idaho in balia di qualsiasi superstizione, fino all'università prestigiosa e alla laurea.

L'ho letto solo perché lo consigliava Bill Gates nella sua newsletter di fine anno.

Voto 4 cavalli bradi
🐎🐎🐎🐎

Fango di Niccolò Ammaniti (recensione)


Sto diventando pigra anche con robetta social di poco conto, come i resoconti dei libri che leggo. Ecco, con molto ritardo il resoconto su Fango di Niccolò Ammaniti che ho finito già da un bel po'.

Gli ho dato "solo" tre stelle su Goodreads, perché alcune parti mi sono sembrate tirate via.

Fango è una raccolta di diversi racconti, alcuni belli, altri fuori di testa, altri mi sono piaciuti meno, altri troncati di netto che si ha la sensazione che siano stati inclusi per far volume.

In alcune parti, però è un libro molto bello.

Incontriamoci a metà strada, e come voto gli do🧨🧨🧨candelotti di dinamite, sufficienti a fare un mucchio di danni.

I giorni felici di Teresa Ciabatti (recensione)



Ero convinta di aver letto tutto di Teresa Ciabatti. Invece mentre esploravo una bancarella dell'usato, mi sono trovata tra le mani I Giorni Felici.

Tuffo al cuore seguito da un ghigno di soddisfazione. Come ha potuto sfuggirmi fino adesso?

Preso.
Letto.
Bello.

È la storia di una famiglia romana, ma la vicenda ruota attorno a Sabrina, la più piccola dei tre fratelli. Il padre lavora in RAI e il suo sogno e far arrivare Sabrina allo Zecchino d'Oro. Sabrina sa di avere un talento pazzesco e di essere una bambina con una marcia in più degli altri.

Molti anni dopo, sul letto di morte del padre, i tre fratelli ormai adulti si ritrovano e partono i bilanci di una vita.

Per certi versi mi ha ricordato un po' il Grande Freddo, per altri l'ultimo romanzo di Teresa: Matrigna.

Ne I giorni Felici ho amato un casino gli "inserti" con le storie dei personaggi dell'epoca.

Voto in barba alla nostalgia struggente: 5 "portobelli"

Matrigna di Teresa Ciabatti


Ho finito di leggere Matrigna di Teresa Ciabatti, ed. Solferino.

Adoro la scrittura di Teresa Ciabatti, credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato.

Mi piacciono un casino i dialoghi pungenti, i personaggi sopra le righe, sempre guidati da un egotismo ingenuo e al contempo stronzo che per me è proprio godurioso.

In Matrigna ho trovato questi aspetti molto più smussati rispetto alle cose precedenti e questo un po' mi è dispiaciuto perché a me la scrittura della Ciabatti piace estrema, ma forse sono io che ragiono troppo da fan.

Il romanzo però è davvero bello, merita leggerlo. È il racconto di cosa accade a una famiglia dopo la sparizione misteriosa di uno dei figli. Sia i personaggi, sia i loro ricordi non sono come sembrano e nella storia un po' si evolvono un po' no.

Voto 4 pappagallini che potrebbero parlare; ma perché non parlano? 🐦🐦🐦🐦

Momenti fan della presentazione (foto orrida, sorry) alla Feltrinelli di piazza Repubblica. il tweet è un po' polemico con Edoardo Nesi, ma l'ho trovato insopportabile.

E poi la mia copia autografata di Matrigna:


Appunto dal passato

Dentro a un libro preso a caso dallo scaffale, ho ritrovato un appunto risalente a otto, forse nove anni fa che mi ha fatta sorridere.


Penso alla crisi economica mentre sul fuoco una palla di contorno tricolore Orogel si scongela nella padella antiaderente. David Bowie canta Changes e nel bicchiere a calice ho dell'ottimo Valmont vin de pays d'oc comprato a meno di due euri all'Esselunga, insieme a un tot di cose inutili, ma prendi due e paghi uno, a cui non ho saputo resistere. Dopo la giornata in ufficio dovrei sbrigare delle faccende in casa, ma non ho molta voglia, così sorseggio vino aspettando Un posto al sole.

L'aggressione alla Abramovic e la mia foto usata senza permesso

Ieri ero nel cortile di Palazzo Strozzi quando Marina Abramovic è stata aggredita. Era appena uscita dalla sessione di firma copie e c'erano una trentina di persone ad aspettarla, tra cui la sottoscritta. Le ho fatto questa foto per avere un ricordo, poi mi sono scansata per farla passare.




Avevo già notato il tizio che si aggirava tra la gente con una tela in mano, un brutto ritratto della Abramovic. Pensavo che volesse farselo autografare. Invece quando lei è uscita il tizio si è mischiato nella folla e gliel'ha spaccato sulla testa. È stato un momento di tensione collettiva, l'aggressore è stato subito immobilizzato a terra dalla sicurezza. Con lo smartphone ho fatto questa foto:



La Abramovic era parecchio scossa ed è stata accompagnata subito nel bar, dove poco dopo ha chiesto di incontrare l'aggressore. Pare che lui non abbia spiccicato parola durante l'incontro. Poi tizio e tela sono stati portati via dalla polizia.

Una cosa che mi ha colpito molto è stata la reazione delle persone. C'era in particolare una signora sulla cinquantina, esagitata, che urlava ai due che lo tenevano immobilizzato: "datelo a noi!" (a noi chi, scusi? per far che?) Altri invece dicevano di attendere la Polizia (cosa che è stata fatta).

Stamani però ho trovato la mia foto in prima pagina e poi nell'articolo all'interno de La Nazione. L'hanno presa e usata due volte senza chiedermi il permesso come invece hanno fatto altri. Sono pessimi. Gli ho mandato un'email, aggiornerò il post quando risponderano.



La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...