Non ci sono più le mezze stagioni, col freddo si consuma di più e altri luoghi comuni


Oggi a Firenze c'è un sole che spacca le pietre. Il freddo si è mitigato all'improvviso. Stamani mi sono accorta di aver bevuto quasi una bottiglia di rum in poco più di una settimana di serate gelide trascorse a casa. Eccoci al dunque:  benvenuto alcolismo della casalinga disperata sul serio, quella che tiene il bar degli alcolici sotto al lavello della cucina. Comunque ho deciso di continuare su questa strada della perdizione e, in caso arrivi ai sessant'anni (non è per nulla scontato), inizierò a nascondere svevianamente bottigliette di rosolio scintillante negli armadi della biancheria, per un alcolismo vintage e sottotono che mi piace molto come immagine della me stessa del futuro. Ma non è solo l'alcool. Ho mangiato anche cioccolata fondente e caramelle d'orzo in quantità, ma solo perché era il freddo a chiedermelo. Adesso basta. Carboidrati e grassi, intendo. D'ora in poi tante verdure e cucina vegetariana, ché anche la carne mi ha annoiata, signoramia. No no, Celentano non l'ho visto l'altra sera. Guardi, non per essere scortese ma proprio non m'interessa quel che ha detto nel monologo a Sanremo. Signoramia, tanto per esser chiari: mi "rimbalza alquanto" l'opinione di Celentano su alcunché. Come dice? Sì, le ho prese ai saldi queste scarpe.

4 commenti:

  1. Stavo riflettendo sulle prospettive di sviluppo che indichi chiaramente (l'alcolismo vintage e sottotono) quando mi sono reso conto che ANCHE QUESTO è una cosa da ricchi.
    Nel senso che se non vuoi vivere con perenni mal di testa poco vintage e molto sopra le righe devi necessariamente adeguare il livello qualitativo dei tuoi beverages.
    Addio Vin Santo del Nonno e dentro (almeno) un Flaccianello della Pieve o un Paleo.
    Che a 40/50 euri a boccia devono durare minimo una settimana e produrre effetti etilici paragonabili a quelli della Fiesta.
    A noi non-ricchi non resta nemmeno il lusso della 'mbriacata.
    Forse a buon mercato resta solo la sniffata del Vinavil.

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  2. Diamond carissimo, non c'avevo pensato. In effetti andando avanti con l'età diventa sempre più difficile smaltire la sbronza e la qualità del bevuto può fare la differenza e salvarti dai mal di testa atroci. Però una cosa, io non ho mai creduto nella sniffata di Vinavil. Ora, è da tanto che non mi capita di sniffarne - e lo farò alla prossima occasione, lo giuro ! - tuttavia ricordo che non mi faceva un cavolo. Così come l'aspirina con la cocacola... ma questo è un altro post e un'altra vita e un'altra epoca...

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  3. non credere a Diamond, Gatta cara! io il Vinavil lo sniffo da sempre (ho iniziato con la Coccoina, in effetti) e non ho mai avuto il piacere di alcunché.
    però concordo che una buona sbronza senza postumi dolorosi è decisamente classista.

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  4. Beh, vabbè, dai, ci si può anche ubriacare con un buon Lambrusco, basta esserne convinti: una specie di effetto placebo........

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