Nasone

Foto da firenzeneidettagli.blogspot.it 

Il nasone sulla torre di San Niccolò mi piace un sacco. Tutte le volte che ci passo mi fermo a guardarlo, divertita. La torre ha acquistato una faccia simpatica, non si può non sorridere guardandola!

Noi uncool


Punto della situazione di un estate da sfigata.

Noi uncool, per gli amici sfigati cronici, in estate siamo preda di depressioni piuttosto devastanti. Tutti, infatti, hanno delle cose fighissime da fare e una vita sociale incredibile, posti meravigliosi per trascorrerci i fine settimana ed eventi glam in città a sfare. Ho calcolato che in estate il settanta, anche ottanta per cento delle persone che conosco diventa irreperibile e più fumoso del solito al momento di fissare anche un'uscita banale, tipo un cinemino. Ma tant'è, non voglio entrare nell'intimità di questa massa di fortunati con la socialità pregna che mi gravitano intorno facendo sempre cose fantastiche. Potrei sembrare invidiosa. Io la mia estate me la trascorrerò quasi tutta a casa, ho un po' di lavoro adesso e dopo mesi di calma piatta è ossigeno miracoloso, perciò non mi posso muovere finché non finisco l'incarico. E quando finirò sarà già ora di ricominciare. Il che va bene, figuriamoci, meglio così che non aver lavoro. Tuttavia è anche molto deprimente perché non c'è nessuno in giro e un cinema, un aperitivo, una birra in compagnia sono già diventati un problema, come di solito accade nelle due settimane centrali di agosto, in cui regolarmente inizio a parlare da sola di fronte agli specchi di casa. Quindi ho deciso di organizzarmi delle attività da fare a casa, per trascorrere la sera del "quality time" in compagnia me stessa. Accetto suggerimenti, naturalmente; ci sarà pur qualche sfigata o sfigato come me che passi da queste parti... Prima di tutto, come faccio ogni estate da tre anni a questa parte, ho da leggere altri tre o quattro libri del ciclo di Dumarest, la saga di fantascienza di EC Tubb in 33 romanzi, tutta piena di viaggi nello spazio, pianeti di ogni genere con un protagonista davvero figo. Poi sto scrivendo un altro ebook che pubblicherò con le mie edizioni Il Piccione appena sarà pronto, a questo punto a settembre, forse più in là, vediamo.  Non ne anticipo il tema, faccio la misteriosa. Poi...  tempo per il post scaduto in questa pausa pranzo pomeridiana e caldissima. [continua...?]

#FaCosìCaldo che

mentre facevo colazione in un bar affollato, una cliente, sfiancata dal terzo giorno di afa, ha proposto ai presenti di ristrutturare la città, alzandola un po', per sollevarla dalla conca che la racchiude e che è responsabile di questo caldo atroce. Tutto il bar ha convenuto all'unanimità che fosse un'idea geniale, da attuare immediatamente.


Altro che ponte sullo Stretto; sono queste le grandi opere urgenti...

Effetti del caldo: restyling e ormoni fuori controllo...

Prima di tutto ho infighettito questo blog con questo motivo floreale che - prevedo - mi stancherà entro mezz'ora, ma per adesso lo tengo. Ogni tanto bisogna dare una rinfrescata al look. Poi nulla. ci sarebbero tante cose da raccontare però mi fa un caldo cane e l'unica cosa che il mio cervello riesce a comporre è la mia personale top 10 dei superfighi...Stempero i bollenti spiriti con un tot di miniconi Conad.

 



 

 

 

Momento culturale a caso

Ho visitato la mostra American Dreamers che c'è in questo periodo alla Strozzina. È una mostra piuttosto piccola ma succosa, dedicata all'arte contemporanea americana e all'esplorazione di ciò che resta delle suggestioni del "sogno americano". Niente male, davvero, ci sono opere interessanti che toccano l'immaginario collettivo e riescono a provocare reazioni emotive abbastanza forti. Almeno su di me. C'è da dire che quando l'ho visitata ero abbastanza prevenuta perché giorni fa ho visitato la mostra al piano superiore di palazzo Strozzi, Americani a Firenze e non mi è piaciuta per nulla, lasciandomi quella sensazione sgradevole di aver sprecato i soldi del biglietto e un'antipatia per i cosiddetti impressionisti americani tutta nuova che mi accompagnerà per chissà quanto tempo.
Invece American Dreamers è una bella mostra. Forse un po' troppo piccola, con pochi pezzi, anche se quelli che ci sono li ho apprezzati quasi tutti.
Ho visto da vicino i lavori di Thomas Doyle, modellini curatissimi delle classiche villette monofamiliari americane tutte in legno, collocate in posizioni inquietanti, luoghi di disastri più o meno naturali, come voragini nere e la casa sospesa sull'orlo del burrone. Sono modellini da guardare bene, pieni di minuzie quasi microscopiche. Queste case quando vengono investite dalla catastrofe spargono all'esterno una gran quantità di oggetti casalinghi mischiati a frammenti e detriti, che impongono un esame accuratissimo con tanto di occhiali di queste devastazioni.

Poi ho apprezzato molto le sculture di Christy Rupp: scheletri di uccelli preistorici costruiti con ossa vere, prese dagli scarti delle lavorazioni dei Fast Food e ricomposti, senza criteri anatomici, a formare questi grossi volatili. Una critica alla società dei consumi  e alla visione prettamente utilitaristica della natura e degli altri esseri viventi. A vederli da vicino fanno un po' senso, sono composti da ossicini che formano un pattern poco naturale: si capisce che non è lo scheletro che si potrebbe trovare nel musero di storia naturale, ma si tratta di un assemblamento di ossa che segue altre regole ripetto a quelle della natura e per questo è disturbante.
Non so fino a quando durerà, io consiglio di andarci e mi sa che ci ritornerò visto che finisce il 15 luglio (www.strozzina.org).

Una lezione di economia da non perdere



Un'ora di lezione di economia da non perdere: Nino Galloni, economista e direttore generale del Ministero del Lavoro ripercorre la storia economica dell'italia dal dopoguerra a oggi. La crisi in tutti i suoi aspetti spiegata in modo chiaro, finalmente:
«Non ci dimentichiamo che alla fine degli Anni Settanta l'Italia aveva superato l'Inghiterra - e nessuno trent'anni prima poteva immaginare un risultato del genere - aveva quasi appaiato la Francia e stava minacciando la Germania. È uin quella situazione che si stabilsce in europa l'accordo per i cambi fissi...»

Da Il funzionario oscuro che faceva paura a Khol (link)

Consapevolezze cosmiche

Fa un caldo eccessivo. Io ho sonno e mi perdo nel cazzeggio online tra Twitter e Facebook quando invece dovrei lavorare e soprattutto preparare certi documenti fondamentali per il commercialista perché le scadenze sono scadenze e le scartoffie sono il nutrimento preferito dei Moloch della burocrazia. Ho una gastrite galoppante dall'inizio della settimana e non accenna ad andarsene. Ho ancora la tazzina del caffè qui accanto al computer, intatta, perché il caffè in questo momento per me è veleno e il mio corpo lo rifiuta con tutte le sue forze. Tuttavia l'abitudine di prepararmelo dopo pranzo mi dà conforto e non ci rinuncio per dei volgari bruciori di stomaco. Caldo, estate in città, serate in casa a farsi pungere dalle zanzare, serie TV da rivedere, piccioni quasi annullati del tutto, dall'introduzione dell'ultimo dissuasore di mia invenzione: Nemesi©. Un "Ordigno" di cui parlerò in futuro in un post apposito perché vorrei corredare il tutto con delle foto, descrizione di caratteristiche tecniche e forse qualcos'altro, da condividere con licenza Creative Commons con chi, come lo ero io fino a poco tempo fa, è sotto assedio da piccioni. Ma sto divagando. Volevo parlare d'altro, di robe esistenziali e delicate.
Mi sono resa conto, infatti, di avere dei grossi problemi con la fine delle storie. Ultimamente scrivo un mucchio di racconti, piccole novelle, che salvo in rigoroso txt (sono una talebana del formato) in una cartella di dropbox tutta dedicata alla mia vena creativa. Ieri sera mi sono accorta che la cartella "gss" (gatta sorniona scrittrice) contiene all'incirca una sessantina di file: ogni file un racconto. Tantissimi a pensarci bene. Ma da quando non ho più la tv le mie serate casalinghe le devo pur occupare in qualche modo. Dicevo, una sessantina di racconti , alcuni lunghi altri brevissimi con una caratteristica in comune: non ne ho conclusi neanche uno. Da ciò ho dedotto di avere qualche problema con la conclusione delle storie. E siccome da queste parti in tema di seghe mentali non ci si fa mancare proprio nulla, ho allargato questa mia "caratteristica" a tutti gli aspetti della mia vita. E in effetti, guardando indietro nel tempo, ho sempre avuto grossi problemi a concludere le storie, a prendere direzioni nuove, lasciandomi il "fu" alle spalle, senza paura. Se è vero che la vita è un viaggio, allora il mio è simile a quelle famiglie che vanno tutti gli anni felicemente a fare la villeggiatura nello stesso rassicurante posto, senza porsi il problema del qualcos'altro migliore. Finisco la settimana con la consapevolezza di essere l'incarnazione della famiglia Brambilla. Eccallà la tristezza siderale:

Perché è assolutamente necessario che compri un ipad o una cosa del genere, ma anche no

Il post di oggi non c'è perché l'ho scritto sulla carta. Ero in una sala d'attesa, con un po' di tempo a disposizione e allora ho scritto un post sul retro di un volantino A4 di non ricordo quale sagra dell'hinterland. Poi ho messo il foglio con il post scritto sopra, nella tasca della giacca. Dopo faceva caldo, molto caldo, e la giacca con in tasca il pezzo di carta col post scritto sopra è rimasta chiusa nel bauletto del motorino. Ed è subito ipad.

Aggiornamento, dopo 5 minuti dalla pubblicazione della prima parte. Reminder telefonico della commercialista: devo portarle alcuni documenti e ho da pagare le tasse. Ed è subito taccuino.

Una mano di fascismo dà freschezza...

Sarà il tempo di oggi, nuvoloso e prossimo alla pioggia a buttarmi giù, fatto sta che c'ho un gran giramento diffuso. Ieri sera ero in zona via de' Benci, dove da qualche giorno c'è il coprifuoco dei locali notturni. Provvedimento stupido, si è passati da un estremo all'altro. Una sera la strada affollata da gente ubriaca che non lascia passare le auto, la sera dopo il deserto dei tartari con i locali vuoti e la già misera notte fiorentina privata di un pezzo importante di vita. Chiaccherando col gestore di un locale che per questa decisione poco felice ha l'acqua alla gola per gli incassi mancati, ho chiesto un po' di info sulla questione a cui lì per lì avevo dato poco peso. Io sono anziana, la mia movida notturna ha orari diversi da quelli della gioventù. Ma qui si parla anche di persone che hanno investito in licenze, ristrutturazioni, ammodernamenti, promozione e tanto altro che da una sera all'altra non hanno più la clientela. A parte le voci incontrollate, quelle che escono sempre fuori in occasioni come questa, del tipo: "Lo vedi lì? Sì quel palazzo lì al piano x. Ecco, lì ci sta l'assessore Tal dei Tali e allora è stato Lui a far chiudere tutto perché vuol star tranquillo in casa..." Voci che lasciano il tempo che trovano, certo, ma i nomi vanno di bocca in bocca e alle elezioni future - Pavlov insegna :) -  possono avere un peso. Anche per chi ha scelto di cadere dal pero come il Renzi. Tuttavia io mi chiedo, ma non è possibile controllare il territorio senza chiudere i locali? Un gestore non può essere responsabile di quello che accade in strada. Il controllo delle strade deve essere affidato alle forze dell'ordine, addestrate (e possibilmente istruite a usare modi urbani con la popolazione), per dirimere controversie, sedare risse, multare chi sporca e infrange le leggi o fa casino oltre i limiti di legge. Cacchio. Questa chiusura coatta e a tutto tondo mi sa tanto di quei tempi in cui si stava meglio anche se si stava peggio. Che poi erano tempi di merda, senza se e senza ma, lo sanno tutti. Buon 2 Giugno, io festeggio la festa della Repubblica con entusiasmo e tricolore fuori dalla finestra, nonostante tutto.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...