Spleen del ritorno a casa

baite nella neve (*)

Sono stata via, in un luogo con la neve che può cadere quanto le pare: tanto non blocca la città. Esperienze nuove queste. Sono ritornata a Firenze e sono triste come tutte le volte che ritorno a casa. È una tristezza nervosa, la mia, una sorta di riflesso condizionato dall'accumulo ad libitum di caterve di rotture di scatole quotidiane, mi ha spiegato una voce professionale amica, durante un aperitivo piuttosto alcolico in cui chiedevo lumi sul mio perenne spleen del ritorno. Di solito accade il contrario, come quasi tutta la letteratura insegna... Mentre ero via ci sono state le elezioni con: l'avvento di Grillo, l'arrivo dei "grillini" a Roma, la giacca a vento di Grillo. Confesso che mi piaceva molto quella giacca perché tiene calda la faccia e ripara dal vento. Poi però ho scoperto che costa troppo per i miei standard e allora non me la posso permettere. Dovrei fondare un partito per migliorare la mia situazione finanziaria. Oppure potevo fare un podcast e candidarmi anche io: se ce l'ha fatta tal Paolo Bernini chiunque avrebbe avuto chance...

(*) ho scelto questa immagine per l'idea di calma che riesce a dare. In realtà non sono un'amante dei posti isolati e difficilmente accessibili. In un luogo del genere mi romperei le scatole e tenterei il ritorno alla civiltà dopo non più di mezz'ora...

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