A proposito Robert Galbraith aka JK Rowling

Negli ultimi tempi sono incappata in diverse discussioni su Facebook su questo tono:



Credo che il caso della Rowling non sia indicativo di una malattia dell'editoria, anzi, a mio avviso non c'entra proprio niente.



Prendiamo un autore che mi piace molto e di cui compro tutto, tipo Tommaso Labranca o Irvine Welsh, per esempio.

Ecco, IW decide di pubblicare un libro sotto pseudonimo, che so io, per esempio: Archibald McFarland, che suona anche bene.

Io non so che quel libro sia di Irvine Welsh. Se l'avesse firmato col suo nome l'avrei comprato subito, a scatola chiusa, perché sono una sua fan e -soprattutto- perché la lettura di tutti i suoi romanzi precedenti mi ha sempre soddisfatta (certo, alcuni più, altri meno, ma non cerchiamo il pelo nell'uovo).

Perciò non sapendo che il libro sia suo non lo compro e magari compro altro.

Ho una lista lunghissima di cose da leggere, quando non ho nulla dei miei autori preferiti sottomano. Una lista piena di nomi che spesso non conosco, che edito continuamente e che ho messo insieme nei modi più svariati: parlando con amici, oppure leggendo i blog che preferisco in fatto di consigli di letture (non importa che siano blog letterari, anzi di questi ne seguo pochissimi), ecc. Ma non vado mai a caso.

Magari un amico legge il libro di Archibald McFarland e poi me lo passa e allora scopro che mi piace questo nuovo autore di cui non ho mai sentito parlare, proprio perché mi ricorda Irvine Welsh. Oppure nessun conoscente legge Archibald McFarland e allora ne scopro l'esistenza dopo qualche anno o dopo averne letto una recensione per caso, oppure quando Irvine decide di mettere le carte in tavola, o per mille altri motivi, fortuiti o no. Si chiama "fattore culo" interviene in tutti i campi della nostra vita.

Nel caso della Rowling il fatto che si sia fatta pubblicare il libro e che abbia venduto anche un po', per un "esordiente fake" mi sembra un risultato positivo. Poi lei si è rotta le scatole, ha svelato il gioco e così lo zoccolo duro dei suoi ammiratori si è mosso all'istante. Se invece l'avesse tirata per le lunghe chissà che cosa sarebbe successo.

Attenzione: i fan della Rowling sono lettori che lei si è guadagnata con le sue opere precedenti e che le daranno fiducia anche in quelle successive. Significa appassionarsi ad un autore. È una cosa bella. C'è qualcuno nel mondo che ha creato qualcosa che ti è piaciuto e che hai amato e, molto probabilmente, anche i suoi lavori futuri ti piaceranno e ti daranno emozioni. Meraviglioso.

A quanto ne so Harry Potter ha iniziato a diffondersi col passaparola. In Italia è stato rifiutato da alcune case editrici prima di approdare in Salani. Fa parte del gioco. Credo che diversi editori poco lungimiranti si siano mangiati le mani... ma col senno di poi è troppo facile.

Perché un conto è la raccomandazione, il personaggio - per esempio - squisitamente televisivo o politico che pubblica la sua roba, forte della posizione di privilegio. A quel punto però anche le recensioni vanno valutate attentamente tenendo conto di: chi scrive cosa di chi? Chi è l'editore di chi? Chi prende i soldi da dove? Ecc.
Certo alla fine è solo un libro, ma il successo in termini di vendite dipende anche dalla pubblicità e l'accesso a certi canali che garantiscono visibilità, beh, è certamente facilitato per alcuni personaggi. Ok, buon per loro. Ma anche per questo motivo i loro prodotti devono essere valutati attentamente.

Io non spendo 20 euro per un libro di cui non sono sicura. Non ho molti soldi -la crisi infinita- e i miei acquisti sono sempre valutati con cura.

Tuttavia un altro conto è la fama che una scrittrice si è creata negli anni e che le ha fatto guadagnare una platea enorme di fan. Quelle 500.000 copie vendute in un battibaleno sono il frutto di anni di straordinario lavoro che le ha fatto conquistare l'ammirazione di milioni di fan in tutto il mondo e non dipendono certo della "malattia" dell'editoria.

Per esempio, quando vedo Stephen King in foto mi sembra di ritrovare un viso amico. E lo stesso dei suoi romanzi. Entrare nelle atmosfere alla King per me significa ritrovare delle situazioni che mi sono familiari, fin da quando ero bambina. Leggo tutto quello che pubblica perché è lui e perché so che, tranne alcune eccezioni, mi divertono un casino le sue storie. E questo perché è una vita che pubblica racconti che mi piacciono.

La Rowling non la conosco, non ho mai letto nulla di suo, anche se ho The Casual Vacancy nella lista dei "da leggere". Però mi piace molto come persona, specialmente da quando ho visto questo video che a mio avviso in quanto a ispirazione e motivazione surclassa alla grande lo stay hungry, stay foolish di Steve Jobs:




2 commenti:

  1. Hatty Potteer non te lo puoi perdere. te lo presto io!!!!! _MAU_

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  2. Amo la Rowling, sono d'accordo con il tuo punto di vista, credo che si stampi troppo,l'editoria e' diventata un tritacarne...

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