Tragedie telefonate: cadiamo tutti dal pero


Sono diventata una creatura contemporanea e così ho perso l'abitudine di commentare i fatti di cronaca qui sul blog. Di solito mi basta un tweet e via. Ma oggi la tragedia è di quelle grosse, sette persone morte al Macrolotto nel rogo di un capannone fatto con l'amianto, pieno di lavoratori cinesi che lì dentro ci vivevano e ci lavoravano. Si chiamano fabbriche/dormitorio, una "specialità tradizionale garantita" che per l'appunto vanta una zona d'eccellenza a qualche chilometro da qui.
Per adesso l'unica salma identificata è un uomo risultato irregolare e siccome nessuno è andato a reclamare le salme all'obitorio, c'è la probabilità che anche le altre vittime siano sconosciute allo Stato Italiano.
Allora leggo le reazioni dei vari politici e mi viene un senso di nausea, misto a indignazione, misto a una voglia irresistibile di sfanculare a destra e a manca. Ma questa gente dove vive? I commenti a caldo sono una gara a chi sfoggia il ritardo fisico e mentale più grosso. Enrico Rossi avverte che siamo "Sotto la soglia dei diritti umani". come se non si sapesse, come se non fosse palese da anni e anni. Cavolo, ma ci siete mai stati nel Macrolotto? Basta affacciarsi ai capannoni aperti, mentre si passa in motorino, per vedere la gente che ci vive dentro, oltre a lavorarci nelle condizioni che sappiamo. I bambini che giocano tra i capannoni, nessuno che parli italiano. Per una come me che non usa il navigatore, quando mi capita di chiedere un'informazione, mi fanno cenno di aspettare e poi vanno a chiamare l'unico in fabbrica che sappia (o che sia autorizzato a) parlare la mia lingua. Anche adesso, mentre i pompieri stanno lavorando tra le macerie per recuperare i corpi di quei poveracci, a poche decine di metri da lì le "attività al di sotto della soglia dei diritti umani" continuano indisturbate.
Il Ministro del Lavoro Giovannini ha definito Prato un "caso limite". Allora tutto ok se è un caso limite, tolleriamo pure. Sarò troppo di sinistra e non va più di moda, ma quando sento queste cose penso alla classe dei lavoratori e non all'etnia o alla provenienza. Ma ripeto, sono demodé.La presidente della Camera Laura Boldrini ha dichiarato: "se non si fa qualcosa di risolutivo, rischiamo di importare il peggio della globalizzazione". Ora io non so dove viva la presidente Boldrini, ma il peggio della globalizzazione l'abbiamo già importato, e anche da un bel po'. Con enormi colpe nostre, specialmente per quanto riguarda Prato che è una realtà che conosco meglio rispetto ad altre in Italia. Io ero adolescente, ma Prato degli anni Ottanta me la ricordo bene. Era una città ricca, produttiva, con aziende che lavoravano a pieno ritmo impiegando manodopera locale e creando fatturati che fanno ancora venire gli occhi lucidi agli imprenditori dell'epoca, quando lo raccontano. Non esisteva la disoccupazione da quelle parti. Mi ricordo il museo Pecci in costruzione, un'opera che avrebbe dato una ventata nuova nel panorama artistico e culturale della Toscana, ma anche d'Italia, una lezione alla vecchia e presuntuosa Firenze che da questo punto di vista non ha mai saputo rinnovarsi e siamo ancora a bearci di quello che hanno fatto i nostri lontani antenati, come se il Rinascimento fosse merito nostro e come se non importasse andare avanti. Poi, in pochi anni di inesorabile (e colpevole) agonia, Prato è diventata una citta morta, piena di palazzi in stile anni Ottanta malandati, con un'aura di triste decadenza che per certi versi me la rende anche suggestiva. Da un certo punto in poi, la città si è sviluppata solo nelle zone in cui proliferavano i capannoni con i lavoranti al nero e irregolari, i cartelli soltanto in cinese e le ditte italiane che chiudevano ad una ad una. Quindi cara Boldrini, il peggio della globalizzazione lo abbiamo già importato e digerito, e questa tragedia è solo uno dei tanti, troppi effetti collaterali. 
La presidente Boldrini dichiara anche: "una tragedia del genere uno magari se l'aspetta in qualche paese del Sud-Est Asiatico, ma è dura da recepire in Italia". Qui mi scappa da ridere. Una risata amara, biliosa. Io invito con tutto il cuore Laura Boldrini a casa mia (mi può contattare a suo comodo in pvt su Twitter @gattasorniona). Programma della visita: ci facciamo una tisana e poi prendiamo il mio scooter e andiamo a fare un giro in queste zone, così magari si rende conto meglio.
Invece Enrico Rossi insieme ad Adriano Sofri (?) hanno dichiarato: "Questa disgrazia l'abbiamo sulla coscienza tutti quanti". No, porca miseria, questa tragedia ce l'ha sulla coscienza chi ha il potere di intervenire e non l'ha fatto per anni, lasciando che si creasse la situazione che oggi abbiamo davanti agli occhi, e lasciando colpevolmente correre.
Enrico Rossi ha dichiarato ancora: "è necessario che il governo italiano insieme al governo cinese facciano un intervento congiunto su Prato". No, deve essere lo stato Italiano in primo luogo ad essere presente. Non è un'enclave cinese, è territorio italiano, sotto il nostro controllo. Una dichiarazione del genere mi fa sospettare che esistano accordi per tollerare questo schifo in cambio di... boh, mi vengono i brividi.
Tempo fa parlando della situazione del Macrolotto ho chiesto a una conoscente cinese perché le persone si prestino a vivere così e a farsi sfruttare in questo modo. Mi ha dato una risposta convincente che mi ha fatta riflettere tantissimo. Mi ha detto che non è solo per povertà, lo fanno anche perché così hanno una prospettiva di miglioramento. In due o tre anni di questa vita riescono a fare il salto di qualità e a sistemarsi meglio di quanto potrebbero fare rimanendo in patria. È la prospettiva di un futuro migliore. La prospettiva.

7 commenti:

  1. mi sono ricordato dei tempi in cui era ancora attiva la FrancisC. te li ricordi? credo di si....quando ci ripenso non mi sembra nammeno possibile, queste cose al giorno doggi si vedono solo nelle ditte americane fiche,...era una città che poteva diventare very very big ..............peccato........._MAU_

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    1. Certo, sembrava (anzi era) un altro mondo. I giovani d'oggi si sognano realtà lavorative (private e relativamente piccole) come quella. Si sono tirati tutti o quasi la zappa sui piedi, hanno fatto tutto da soli e poi tutti a lamentarsi e a prendersela con i cinesi quando era troppo tardi...

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  2. basta con queste chiacchiere e filosofie ben dette . Imitate i proletari : cacciateli via , bloccate le loro merci , rimandateli nei tuguri nazional-comunisti da cui provengono . se trovate strada facendo qualche politico , non perdete l'occasione

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  3. Piccolo corredo di nota, io e mio marito lavoriamo dall'84 e pian piano siamo cresciuti, purtroppo nel 97 abbiamo deciso di costruire un capannone di proprietà, non ti dico la burocrazia (vabbe ormai è così e ci si rassegna). Il capannone abbiamo dovuto costruirlo a circa 30 Km da casa ns. dove abbiamo trovato il terreno, nella stessa zona stavano costruendo un grosso centro commerciale e vari altri capannoni........
    Nel centro commerciale veniva adoperata manodopera non in regola, e i vari impresari si sono per così dire "incavolati", e da veri pirla hanno denunciato il fatto alle forze preposte.................
    Le forze preposte hanno immediatamente reagito, facendo una verifica a tappeto su tutte le ditte del comune interessato, ESCLUSO il centro commerciale.............
    Guarda un pò tutto risulto regolare, si perse solo un mucchio di tempo................

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  4. Secondo me prima o poi il conto da pagare arriva. A Prato i cinesi sono stati chiamati all'inizio per risparmiare sulla manodopera locale, poi la comunità è cresciuta a dismisura e hanno cominciato ad acquistare le aziende vendute dagli imprenditori pratesi che erano rimasti in gioco solo per il tempo di arricchirsi, senza innovare, senza investire, senza essere realmente imprenditori, ma solo beneficiari di una botta di culo momentanea. La fortuna di essere nel posto giusto al momento giusto e basta. Lo dicono anche loro, nei tempi d'oro a Prato bastava mettersi il telaio in casa per lavorare e guadagnare bene. Poi quei tempi sono passati.

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    1. Forse a Prato è/era così, ma mi sembra che sopratutto sia stata sbagliata la politica, altro piccolo esempio, se costruivi un capannone lo detraevi dalle tasse in 33 anni (infatti appena finito di pagare i mutui che si erano fatti si è iniziata a pagare imu, ici o come diavolo la chiameranno), mentre se compravi una macchina (fiat, Bmw ecc.ecc.) la detraevi in 5 anni......... ma siamo pazzi ???, stesso discorso per le macchine utensili, nella ns. fabbrica si è sempre investito con trapani, controlli numerici, lavatrici, camion con gru ecc.ecc., non si e mai mandato a casa nessuno, ma ora ti dicono che le macchine ci sono quindi tu devi fare un tot di utile (studi di settore)........ Il mercato non recepisce neanche se vendi oro e i paesi confinanti sono molto più concorrenziali, tentare di prendere clienti in Italia è un suicidio (non pagano) ora che cavolo fai ??? Le tasse le devi pagare anticipate, in quanto c'è pure l'acconto iva, ma il governo per i suoi lavori non ti paga, inps, inail, controllo medico, verifiche periodiche su tutta l'attrezzatura, ex 626 ecc.ecc. le paghi sull'unghia, mentre nei fallimenti in cui finisci paghi pure le tasse, che vengono detratte con un giro dopo 3/4 anni dal fatto dopo procedimento con avvocato (e paghi pure quello)..........
      Ma andassero a fare...........

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