Guardo un'altra volta le immagini della facciata secolare, screziata dal sole d'estate.
L'inquadratura sale in un crescendo di velocità, finché la villa scompare e al suo posto spuntano le colline.
Cipressi, ulivi, ville, un campanile in lontananza.
Il campo di ripresa percorre filari di viti, campi morbidi, cavalli che galoppano su un prato.
Poi una zona industriale: capannoni, furgoni, un parcheggio.
«Questo lo tagliamo» dice con disappunto.
Annuisco fingendomi interessata.
È la terza volta che guardiamo il filmato, non ne posso più.
Di nuovo filari, un castello, un laghetto.
«È bellissimo» dice fregandosi le mani.
«Vuoi tagliare anche lo svincolo autostradale?» chiedo a bruciapelo.
«Quale?»
«Quello» dico indicando fuori dalla finestra.
Un camion del Bartolini sta facendo manovra nella piazzola di fronte al Mc Donald.
Mi guarda come se fossi appena sbarcata da un'astronave.
«Quello non c'è nemmeno nel girato, sono stato chiaro: non lo volevo» dice inviperito.
«Ah, ok.»
«Perché? Hai visto qualcosa?»
«Non so, mi pareva.»
Sbuffa.
«Ok, senti allora ci vediamo quando sarai pronto con la versione definit...» cerco di dire.
«No, ho il problema Trip Advisor da risolvere, lo sai» dice.
«Trip Adivsor?»
«Te l'ho detto: ho dodici recensioni...» sbuffa guardandomi di traverso.
«Sei negative, cinque positive un po' sospette, e una neutra» lo interrompo.
«Perché un po' sospette?» chiede scrutandomi attentamente.
Ho fatto i compiti, e non ho voglia di soprassedere.
«Perché sono scritte da utenti che hanno lasciato recensioni solo a te, sembrano creati ad hoc per parlar bene della tua struttura.»
Vedo suo figlio davanti al computer che tenta di rimediare la debacle scrivendo michiate entusiaste sul panorama mozzafiato, sulla cantina dalle centocinquanta etichette selezionatissime e sull'atmosfera toscana che dà magia a luoghi incantati.
Le recensioni negative parlano di: servizio scadente, aria condizionata non funzionante, personale sgarbato. Puntualissime, anche se troppo contenute.
Sono pudici questi recensori Trip Advisor.
«Ti sbagli» dice acido. «Sono tutte vere; clienti entusiasti. Facciamo questo lavoro da sempre.»
«Allora ok, mi sono sbagliata. Ma perché sono qui?»
È indietro di due fatture, non può pensare che faccia il lavoro di
corsa. Chi paga ha la priorità. Lo Stato non aspetta i miei clienti col
braccino corto inclini al piagnisteo. E nemmeno io, naturalmente.
«Perché devo chiederti un favore, collaboriamo da tanto, ormai sei una di famiglia...»
[continua...]
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