I giorni felici di Teresa Ciabatti (recensione)



Ero convinta di aver letto tutto di Teresa Ciabatti. Invece mentre esploravo una bancarella dell'usato, mi sono trovata tra le mani I Giorni Felici.

Tuffo al cuore seguito da un ghigno di soddisfazione. Come ha potuto sfuggirmi fino adesso?

Preso.
Letto.
Bello.

È la storia di una famiglia romana, ma la vicenda ruota attorno a Sabrina, la più piccola dei tre fratelli. Il padre lavora in RAI e il suo sogno e far arrivare Sabrina allo Zecchino d'Oro. Sabrina sa di avere un talento pazzesco e di essere una bambina con una marcia in più degli altri.

Molti anni dopo, sul letto di morte del padre, i tre fratelli ormai adulti si ritrovano e partono i bilanci di una vita.

Per certi versi mi ha ricordato un po' il Grande Freddo, per altri l'ultimo romanzo di Teresa: Matrigna.

Ne I giorni Felici ho amato un casino gli "inserti" con le storie dei personaggi dell'epoca.

Voto in barba alla nostalgia struggente: 5 "portobelli"

Matrigna di Teresa Ciabatti


Ho finito di leggere Matrigna di Teresa Ciabatti, ed. Solferino.

Adoro la scrittura di Teresa Ciabatti, credo di aver letto tutto quello che ha pubblicato.

Mi piacciono un casino i dialoghi pungenti, i personaggi sopra le righe, sempre guidati da un egotismo ingenuo e al contempo stronzo che per me è proprio godurioso.

In Matrigna ho trovato questi aspetti molto più smussati rispetto alle cose precedenti e questo un po' mi è dispiaciuto perché a me la scrittura della Ciabatti piace estrema, ma forse sono io che ragiono troppo da fan.

Il romanzo però è davvero bello, merita leggerlo. È il racconto di cosa accade a una famiglia dopo la sparizione misteriosa di uno dei figli. Sia i personaggi, sia i loro ricordi non sono come sembrano e nella storia un po' si evolvono un po' no.

Voto 4 pappagallini che potrebbero parlare; ma perché non parlano? 🐦🐦🐦🐦

Momenti fan della presentazione (foto orrida, sorry) alla Feltrinelli di piazza Repubblica. il tweet è un po' polemico con Edoardo Nesi, ma l'ho trovato insopportabile.

E poi la mia copia autografata di Matrigna:


Appunto dal passato

Dentro a un libro preso a caso dallo scaffale, ho ritrovato un appunto risalente a otto, forse nove anni fa che mi ha fatta sorridere.


Penso alla crisi economica mentre sul fuoco una palla di contorno tricolore Orogel si scongela nella padella antiaderente. David Bowie canta Changes e nel bicchiere a calice ho dell'ottimo Valmont vin de pays d'oc comprato a meno di due euri all'Esselunga, insieme a un tot di cose inutili, ma prendi due e paghi uno, a cui non ho saputo resistere. Dopo la giornata in ufficio dovrei sbrigare delle faccende in casa, ma non ho molta voglia, così sorseggio vino aspettando Un posto al sole.

L'aggressione alla Abramovic e la mia foto usata senza permesso

Ieri ero nel cortile di Palazzo Strozzi quando Marina Abramovic è stata aggredita. Era appena uscita dalla sessione di firma copie e c'erano una trentina di persone ad aspettarla, tra cui la sottoscritta. Le ho fatto questa foto per avere un ricordo, poi mi sono scansata per farla passare.




Avevo già notato il tizio che si aggirava tra la gente con una tela in mano, un brutto ritratto della Abramovic. Pensavo che volesse farselo autografare. Invece quando lei è uscita il tizio si è mischiato nella folla e gliel'ha spaccato sulla testa. È stato un momento di tensione collettiva, l'aggressore è stato subito immobilizzato a terra dalla sicurezza. Con lo smartphone ho fatto questa foto:



La Abramovic era parecchio scossa ed è stata accompagnata subito nel bar, dove poco dopo ha chiesto di incontrare l'aggressore. Pare che lui non abbia spiccicato parola durante l'incontro. Poi tizio e tela sono stati portati via dalla polizia.

Una cosa che mi ha colpito molto è stata la reazione delle persone. C'era in particolare una signora sulla cinquantina, esagitata, che urlava ai due che lo tenevano immobilizzato: "datelo a noi!" (a noi chi, scusi? per far che?) Altri invece dicevano di attendere la Polizia (cosa che è stata fatta).

Stamani però ho trovato la mia foto in prima pagina e poi nell'articolo all'interno de La Nazione. L'hanno presa e usata due volte senza chiedermi il permesso come invece hanno fatto altri. Sono pessimi. Gli ho mandato un'email, aggiornerò il post quando risponderano.



La vita di Prima di Marian Thurm


Ho finito di leggere La vita di Prima di Marian Thurm, tradotto da Monica Capuani, ed. Bollati Boringhieri. 
È la storia d'amore tra due newyorkesi - lei più proletaria, lui ricco - che si incontrano per caso in un caffè, si innamorano, mettono su famiglia, tentano di mischiare i loro mondi. 
Poi le cose cambiano, piano piano. All'inizio impercettibilmente, poi in un crescendo di segnali, inquietudini, anticipazioni misteriose... fino alla tragedia. 
Mi ha fatta riflettere, non per la storia in sé che è banale anche se ben costruita, specialmente i personaggi, ma per il fatto che ultimamente mi vada di leggere/guardare quasi esclusivamente roba ambientata a NY. Boh. 
Non aggiungo altro, trattasi di thriller e dunque evito spoiler. 
Voto quattro appartamenti in condominio di lusso a Manhattan:

L'ultimo anno della mia giovinezza di Costantino Della Gherardesca e Marco Cubeddu


Ho finito di leggere L'ultimo anno della mia giovinezza di Costantino Della Gherardesca più Marco Cubeddu, il biografo ufficiale.

Ciascun capitolo affronta una sfaccettatura, un "come" del Costa, in cui passato, presente ma sopratutto visione del mondo si mescolano per creare una serie di racconti davvero gradevoli che - non per essere stronza - non mi aspettavo minimamente.



Mesi fa, infatti, ero andata alla presentazione del libro, fatta da Costantino e Cubeddu alla Feltrinelli di piazza della Repubblica, archiviandolo tra le letture leggere da fare in estate.

Invece è un libro sfizioso che alterna i gustori siparietti di vita a riflessioni mature.

Voto 4 Patek Philippe
⌚️⌚️⌚️⌚️

Parlarne tra amici di Sally Rooney


Ho finito di leggere Parlarne tra amici di Sally Rooney, edizione Einaudi, traduzione Maurizia Balmelli.

Trama.
Due studentesse poco più che ventenni fanno amicizia con una coppia più anziana, lei scrittrice, lui attore. Le ragazze si chiamano Bobbi e Frances, sono amiche, ex-amanti e performer di poesie in una Dublino dalle atmosfere tanto newyorkesi.

Mentre vengono inglobate nel mondo intellettuale e agiato della coppia, scatta la passione tra Frances e l'attore che è bello come il sole.

In un primo momento, come voto, avrei voluto dargli tre calici di vino.
Poi ho letto che questo romanzo è l'opera prima di una scrittrice giovanissima, poco più che ventenne proprio come le sue protagoniste, allora mi è sembrato giusto aggiungere un quarto calice di vino rosso:
🍷🍷🍷🍷

La Vita segreta di Andrew O'Hagan (recensione)



Ho finito di leggere La Vita segreta Tre storie vere dell'èra digitale di Andrew O'Hagan, edizione Adelphi. Sono tre racconti, uno più bello dell'altro, a tema Internet, su tre personaggi a cavallo tra reale e virtuale. 

Il primo di questi è Julian Assange di Wikileaks che l'autore ha seguito per un po' in qualità di ghostwriter.

Il secondo è Ronnie Pinn, ragazzo morto negli Anni '80 ma resuscitato da O'Hagan e fatto rivivere in rete con conseguenze sorprendenti.

Infine c'è il racconto su Craig Wright, probabilmente la persona dietro Satoshi Nakamoto, l'inventore di bitcoin.

Bello, come voto gli do quattro mostrilli alieni, dell'era di Space Invaders quando Internet era ancora una roba sconosciuta
👾👾👾👾

Uomini e Topi di John Steinbeck (recensione)


Ho finito di leggere Uomini e Topi di John Steinbeck nella traduzione di Cesare Pavese.
Semplicemente un capolavoro.
Ma non sto dicendo nulla di nuovo.
Racconta la vita durissima e miserabile dei braccianti agricoli americani durante la Grande Depressione, sempre in viaggio da una fattoria all'altra per trovare un po' di lavoro.
I protagonisti sono Lenny e George, improbabile coppia di amici che cerca di sfangarla alla meno peggio, perché solo stando insieme si può sognare di cambiare la propria vita.
Racconto strepitoso, con un'ambientazione teatrale e uno stile di scrittura asciutto. Non c'è una sola  parola in tutto il libro che sia fuori posto.
Mi è venuta voglia di leggere anche la traduzione molto più recente di Michele Mari.

Voto: 5 topolini da tenere in tasca come simpatico antistress
🐁🐁🐁🐁🐁

Il caso Kakoiannis-Sforza di Francesco Recami

Ho finito "Il caso Kakoiannis-Sforza" di Francesco Recami, edizione Sellerio. Carino, per via dell'ambientazione milanese che ho gradito molto.
Racconta di un gruppo di anziani, agiati e agitatissimi, che vivono nella stessa casa di ringhiera, si conoscono tra di loro e si fraintendono in continuazione.
Il protagonista è il signor Consonni, tappezziere in pensione, che ha tanto tempo libero e si diletta a risolvere casi misteriosi.
E uno di questi casi è al centro della vicenda: un intreccio intricatissimo che finisce per coinvolgere tutto il vicinato.
Mentre i vecchietti sono tutti attivi, i pochi giovani di contorno, invece, sono tutti esauriti e/o spiantati.
Carino, anche se la trama è un po' troppo forzata e mi ha strappato qualche sorriso involontario.
Voto, 3 bicchieri di Grand Marnier scolati di nascosto:

La possibilità di essere felici di Susi Brescia



Ho finito La possibilità di essere felici di Susi Brescia. Bello. È il racconto autobiografico di pezzo di vita, che coincide con corso e decorso di una malattia: cancro, per la precisione.
Mi sento un po’ a disagio perché confesso che sapendo l’argomento mi ero riproposta di dosarne la lettura un po’ alla volta, perché sai, sono cose pesanti, bisogna essere predisposti (scusa Susi).
È finita che l’ho letto in due sere e mi è pure sembrato troppo corto.
In realtà questo libro parla di tante cose, prima fra tutte, come affrontare le sfighe nel modo giusto.
Mi ha fatto bene leggerlo.
E poi è una gran storia, scritta bene, brava Susi.

Voto 5 posizioni yoga

Il mistero di Google +

Prima mi sono persa nel mio profilo Gugolpiù.
Cercavo non ricordo più che cosa e ci sono finita dentro.
Toh, guarda, il mio profilo Gugolpiù, ho mormorato tra me e me, quasi incredula.
Mi pareva di essere finita in una dimensione alternativa, una realtà distopica che mi faceva sentire strana. Una sensazione leggermente sgradevole, come se qualcosa di indefinito non fosse a posto.

Ne ho approfittato per guardare meglio questo ecosistema alieno.

Neanche il tempo di un click che il profilo Googlepiù mi ha subito chiesto di approvare un vanityurl.
L'ha fatto con stile, come se ne avessi fatto richiesta un attimo prima. Mi sono irrigidita. Ma in fondo, chi sono io per oppormi al vanity url di Google? Per farla breve, adesso ho questo indirizzo semplice da ricordare: https://plus.google.com/+GattaSorniona.

Ma so già che non ritornerò tanto presto.

Lo so bene, perché il mio profilo Google più mi intristisce tanto e mi viene voglia di cambiare pagina all'istante. Forse è quella sensazione di ordine e di dismissione imminente che emana, non saprei. Una cattedrale in un deserto di cattedrali, in cui tutti preferiscono andare altrove, e forse proprio per gli stessi miei motivi.
E Googlepiù non sarebbe neanche tanto male. L'interfaccia è molto bella, secondo me. Però lo trovo complesso, una complicazione dell'ufficio affari semplici. Un mucchio di funzioni, interfaccia bella e pulitissima, ma nulla che ti faccia sentire "welcome".

5 libri che ho letto a febbraio


La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia per Adelphi. A dire il vero si tratta di una rilettura perché ricordo con fastidio che ce lo fecero leggere obtorto collo alle medie. Invece è un libro pazzesco, che ti prende grazie all'inquietudine che traspare dalla vita di questo genio che aveva intuito l'orrore e aveva scelto di sparire prima che fosse troppo tardi, e grazie anche alla ricostruzione storica meticolosa e allo stesso tempo di ampio respiro.
"È un libro bello proprio perché non è una indagine, ma la contemplazione di una cosa che non si potrà mai chiarire" (Pasolini)
Voto 5 traghetti:





Quello che rimane di Paula Fox per Fazi Editore. Solo un commento ché non ha senso raccontare la trama di un libro così: oddio che bello. Voto: cinque siringhe di antitetanica 💉💉💉💉💉





Fire and Fury di Michael Wolff, più che altro presa dalla curiosità destata dal clamore dell'uscita di questo libro. Lo colloco a metà strada da House of Cards e una riunione di condominio. Se solo la metà della roba che contiene è vera, siamo tutti nella cacca. Voto: tre operai della Rust Belt in attesa della riapertura delle gloriose miniere di carbone




Il caso David Rossi di Davide Vecchi ed. Chiarelettere. Tempo fa l'avevo preso a caso, da uno scaffale alla libreria della stazione, mentre aspettavo un Frecciarossa in ritardo. A malavoglia l'avevo rimesso a posto, per correre a prendere il treno. Però mi è rimasto il pungolo di finirlo. Racconta l'indagine sulla morte del manager MPS, custode di tanti segreti della banca più antica del mondo, oggi sprofondata negli scandali. Una morte strana, mai indagata correttamente, con rilievi sciatti, prove mai esaminate oppure distrutte a tempo record. Uno dei tanti misteri italiani, dice l'autore. Una vicenda, quella dell'MPS, che è già costata allo stato un visibilio e che non ha ancora finito di ritornarci sui denti. Voto quattro teste di cavalli scossi:




La grande truffa di John Grisham ed. Mondadori. Un po' didascalico, personaggi abbastanza tagliati con l'accetta, intreccio bizantino ma scorrevole. Non so se sia solo una mia impressione, ma la storia mi è sembrata più tirata via sul finale, rispetto alla parte iniziale. Niente di eccezionale, tuttavia è stata una lettura divertente; interessante il racconto sui livelli assurdi nell'infognamento di debiti studenteschi degli universitari americani. Voto: tre mazzette di verdi bigliettoni



La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...