Visualizzazione post con etichetta crisi edition. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta crisi edition. Mostra tutti i post

Via, più veloce della luce

The Mule (link)
In questi giorni faccio fatica a non parlare di lavoro. Sto soccombendo - diciamo così - inesorabilmente alla solita routine. Sento che l'impulso al cambiamento, al tentare cose nuove si sta affievolendo e piano piano le vecchie, pigre dinamiche ritornano a guidare la mia vita. Però che tristezza rendersi conto che è solo il banale lavoro il centro della mia esistenza!
No, non è bello, dai. Se poi penso che in questo stesso momento, da un'altra parte del mondo neanche tanto lontana, è stata superata la velocità della luce, mi sento ancora più strana.
Infatti queste scoperte scientifiche mi ricordano che l'Universo con la U maiuscola se ne fotte beatamente delle mie beghe di ufficio. Anzi: l'Universo se ne fotte di tutte le beghe di lavoro del mondo. Mi rassegno all'idea che allora non c'è nulla di speciale: tutta la vita è solo un istante privo di significato.
Eccallà. Bello. Quando ho questi pensieri, dopo un primo momento in cui rimango attonita e apatica, poi non so mai se sentirmi sollevata e legittimata a farmi i cavoli miei in leggerezza, oppure se deprimermi ancor più profondamente per la consapevolezza dell'assoluta mancanza di senso delle mie giornate.
Maremma santa e pensare che cinque minuti fa la mia intenzione era solo scrivere due parole su Breakin Bad. Volevo dire che mi piace molto e che è stata una gradita scoperta... Ah già: è iniziato anche Park and Recreation...

Cali di zuccheri

The Budget Cuts Edition su Flickr
Ho pranzato dieci minuti fa, mangiando un panino al prosciutto cotto e un mini gelato, il tutto al volo e respirando l'aria meravigliosa di questa giornata meteorologicamente perfetta. Per tutta la mattina sono passata da un appuntamento all'altro, sparando antani e ricevendo fuffa in cambio. C'ho delle crisi di coscienza che si tagliano col coltello. E poi c'ho anche una paranoia sociale (fondatissima e quasi certa, per carità) che non mi dà respiro: aspetto la fine dell'Euro con timore e sollievo. Non mi so spiegare perché mi sia presa così: non si tratta della solita paranoia da disastro nucleare ecologico imminente che ricorre sempre nei miei incubi notturni. Questa volta c'ho un chiodo fisso, diurno e diverso dal solito: il default italiano e la fine dell'Euro. Vabbè, almeno diversifico le mie idiosincrasie sociali. Mi sono anche scoperta a discutere con passione, tra me e me, che no, rivoglio le lire, non la squallida lira pesante, chi se ne frega della lira pesante, ma chi l'ha inventata questa stronzata. Vuoi mettere, invece, le lire? Mille lire, diecimila lire. Ok? Perché poi in preda a questi pensieri una sbarella e si esaurisce per forza. Allora troviamo un'attività nuova, anche da fare in rete, mi consiglia una collega zen in vena di gigioneggiare. 
«Per esempio?» Chiedo tra l'incuriosito e il sornione, aspettandomi la cazzata. E infatti:
«Per esempio, diventiamo food bloggers
«Che?!»
«Sì, sono i blogger che parlano di cibo, noi apriamo un blog di ricette, cuciniamo, facciamo le foto...»
Poi ho staccato la spina, meglio pensare al default e alla Lira svalutata, ma solo alla Lira doc, non a quella pesante, per carità.

Le inattese opportunità della crisi e Vasco Rossi

Mi trovo, mio malgrado, a fare la copywriter aziendale. E questa cosa dura già da qualche mese. L'ho scritto anche nello stato di Facebook, cercando qualche suggerimento di lettura per saperne di più. Tutti i giorni scrivo articoli promozionali e mi diverto pure a farlo. Sono diventata velocissima: con poche indicazioni in meno di mezz'ora produco un pezzo di mille parole battute da pubblicare sullo scrauso blog aziendale o su altri media commerciali altrettanto scrausi. A essere sincera mi sembra una presa per il culo dell'utente internet medio, perché su quel blog e sui vari comunicati mi fanno scrivere un sacco di bischerate, gonfiate all'inverosimile per fare volume o per guadagnare la considerazione del signor Google. Ma a quanto pare la qualità del contenuto non ha importanza (o forse sono io che sono troppo esigente) e cominciano ad arrivare i risultati in temini di contatti proficui.
Adesso ho da aggiungere anche questo "skill" al mio cv e ricominciare a inviarlo in giro, perché sarà anche divertente questa nuova attività in questa nuova azienda, ma a questo punto meglio puntare a un ufficio meno improvvisato. Cavolo, mi faccio paura. Che mi stia trasformando in un personaggio di Labranca, di quelli con le pretese letterarie completamente fuori luogo? Oppure si tratta solo di una nuova opportunità che sarebbe meglio sfruttare in pieno (qualsiasi cosa voglia dire all'atto pratico) perché non si sa mai e da cosa nasce cosa?
Vedremo. Ho altre questioni per la testa in questi giorni. Per esempio, come mai ogni volta che vado su un quotidiano online per cercare di informarmi sulla Libia mi ritrovo invece ad assumere informazioni sullo stato psicofisico di Vasco Rossi? Ho capito, son tre concetti, ormai si sanno a mente: si ritira dalle scene tutti i giorni, c'ha un dolore alla schiena e Ligabue gli garba poco.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...