Il bar alla periferia dell'urbanità


Un folletto ghignante, mi lancia, cattivo, manciate di spilli addosso, mentre percorro in scooter il viadotto dell'Indiano nella fredda aria di un mattino di Maggio.
È ancora presto, mi sono vestita troppo leggera, e adesso devo subire la vendetta del mostrillo del raccordo, una creatura deforme, bitorzoluta.

Gli sto sulle scatole ma non mi odia.
Mi vuole solo infastidire, tutti i santi giorni.
Sotto è poltiglia marrone, gelata. Sopra è asfalto nero, briciole di pietre insidiose, crateri improvvisi e curve infinite tra guardrail e canneti tristi, moscerini random ad altezza occhi.
L'insegna del bar scalda.
Entro ridacchiando, con l'immagine del troll del raccordo stampata in testa.
Lui è già arrivato.
Paolo, 44 anni, commercialista di grido, oggi elegantissimo. A dire il vero lo è sempre, non ricordo di averlo mai visto in orario di lavoro senza gemelli o pochette. Pare che tra i suoi clienti ci siano un bel po' di giocatori della Fiorentina e vip locali. Questo si dice in giro, in realtà io non lo so. Non gliel'ho mai chiesto.
Abbiamo in programma un caffè veloce e poi ognuno per la sua strada: io verso l'ufficio è lui verso un cliente sulla costa.
Paolo ordina per tutti e due e paga subito.
Ha i modi eleganti, un signore.
Sogno proibito della Gioli che ne è infatuata da sempre, ma lui non l'ha mai cagata di striscio.
In una mano tiene una borsa di cuoio lucidissima, nell'altra un sacchettaccio sbrindellato di plastica celeste, anche un po' sudicio.
Me lo allunga tutto orgoglioso.
- Guarda che bottino! - dice.
Apro e in effetti è vero. Ci sono sei, anzi sette volumi della vecchissima Libra Edizioni, tutti in buone condizioni.
- Mi fanno golissima - dico.
- Ti posso dare questo, dice lui indicando un titolo.
- Doppione, peccato. Te lo lascio.
- Il ragioniere?
- Figurati, ce li avrà già tutti. Però chiediglielo, non si sa mai.
- Ok, dopo gli mando una mail.
- Dove li hai trovati?
- Non ci crederesti: accanto a un cassonetto. Mentre stavo andando a prendere la macchina - Dice gongolante.
Soffoco una risata, Paolo è un nerd della fantascienza, di quelli nudi e puri. Un animale da mercatini dell'usato e svuotacantine. Un talento naturale per scovare l'Urania più raro, o l'edizione semi-sconosciuta introvabile.
Ma si maschera benissimo, a prima vista non lo direbbe nessuno.
Come d'abitudine annuso i volumi, in cerca di odori strani, tipo urina, fogna, o altro.
Talvolta succede.
Qui niente, solo un po' di muffa d'ordinanza.
- Sono puliti - mi anticipa - Li ho annusati anche io, che credi?

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