Il taccuino
Ho l'abitudine di portare sempre con me un taccuino. Lo tengo in borsa, chiuso da un elastico, per evitare che si spampani nell'eterno marasma che c'è da quelle parti.
La consapevolezza di averlo lì mi regala un tot. di tranquillità. Le rare volte in cui me lo scordo, infatti, chiedo sempre un pezzo di carta, perché mi dà ansia sapere di non aver niente su cui poter scrivere alla bisogna.
Social Media Manager a colloquio: la fissa del blog
Quando sono entrata nella sala riunioni non mi ha salutata.
Mi ha guardata di straforo, ho sentito il suo sguardo addosso.
Poi gli hanno spiegato che sono io la responsabile del progetto.
Adesso è tutto sorrisi.
Però al momento delle presentazioni non mi ha guardata negli occhi e mi ha offerto una mano molliccia e fredda.
Ho stretto la gelida manina senza nascondere una smorfia di disgusto.
È il terzo che incontriamo.
Intime distorsioni prima del caffè
Se penso alla mia vita in modo astratto, senza realmente pensare a nulla in particolare, ho sempre la fastidiosa sensazione di aver sempre speso malissimo il mio tempo.
Un po' come lo Zeno Cosini dei frammenti sparsi post "Coscienza di Zeno" che, messo di fronte al classico dilemma faustiano, schifa sdegnato la possibilità dell'eterna giovinezza, perché preferirebbe di gran lunga barattarla con «qualcosa di molto nuovo, qualcosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni che vorrei rifare ora che so dove mi condussero*».
Ecco, proprio così.
La sensazione orrenda di un'intera esistenza sprecata in perdite di tempo.
Anche adesso, specialmente adesso, in questo grigio post pranzo domenicale, con la digestione in partenza e il caffè sul fuoco.
Il potere del sì per dire no: come trattare con gli scrocconi
Una volta un'amica mi ha detto che per vivere meglio avrei dovuto diventare "inaffidabile".
«Con certa gente puoi fare solo una cosa: diventa inaffidabile.»
Disse proprio così. "Certa gente" erano gli scrocconi, gli sfruttatori, i braccini corti con cui a tutti noi capita di aver a che fare.
Veglie notturne e frammenti di pensieri: il passato che tenta di riproporsi
Novoli, interno notte.
- Sono atterrita dalla limitatezza del mio vocabolario.
Lo dico a voce alta, anche se sono sola in casa.
Sono ore che cerco di scrivere un paragrafo su una roba che dovrei conoscere bene, invece adesso il vuoto siderale. La mente annullata, come poteva succedere solo a scuola, durante un'interrogazione a sorpresa.
Il blogger contemporaneo che fa storytelling. Storie quotidiane di hipster guru della comunicazione.
Varichina.
C'è una categoria di blogger che si sta imponendo e li ritrovo sempre più spesso. Non online, ma proprio nella via reale. Sono quelli del "blog per lavoro", lo storytelling per raccontare l'azienda, la startup, il prodotto, e anche sé stessi (dicono).
È la meraviglia di usare questo mezzo potentissimo per farsi conoscere. C'è tutta una filosofia dietro. Io non vendo solo il mio prodotto, vendo anche me stesso, la mia arte, la cultura di quello che faccio, le mie radici, bla bla.
La moda dei libri e il book crossing viaggiando in India
Statistiche, giornali, blog di settore, ci ricordano continuamente il dramma dei numeri del mercato dei libri in Italia, dove nessuno legge più un cavolo*, tranne pochi (naturalmente sbagliatissimi) autori mainstream, e dove aleggia il misterioso analfabetismo di ritorno che ci porterà inesorabilmente tutti a votare Salvini e a chiuderci in casa per la paura della nostra ombra.
Esagerazione? Certo. Tuttavia è questo lo scenario apocalittico che viene fuori, forte e chiaro, se si trascorre un po' di tempo sui social, seguendo gli hashtag più gettonati in tema di editoria e lettura. In questo coro di prefiche amanti dell'odore della carta, c'è un aspetto trasversale che mi colpisce:
Podismo e falsi vegani: un flusso anomalo dagli albori del web al giorno d'oggi
Verso la fine degli Anni Novanta mi ritrovai ad amministrare un forum online di podisti amatoriali. Fu una cosa provvisoria, sostituivo una persona per poche settimane. Su quel forum (purtroppo ho dimenticato il nome, non posso verificare se esista ancora) c'erano varie sezioni dedicate all'allenamento quotidiano, all'attrezzatura da corsa, alla motivazione mentale, alla preparazione in palestra, alla segnalazione delle gare in corso, ecc.
Ricordo che era uno spazio online molto partecipato, direi affollatissimo. Però erano decisamente altri tempi: Facebook sarebbe arrivato solo una decina di anni dopo, tanto per rendere l'idea.
Il traumatico ritorno in ufficio tra pioggia battente, paura di furti e temibili tentativi di rimorchio su Facebook
Ritorno dalle ferie convinta di trovare l'ufficio svaligiato.
Niente, tutto ok.
"C'è sempre stato qualcuno, qui", mi rassicurano.
Ok, soprassiedo, troppo annichilita dal disappunto del ritorno, sotto la pioggia battente. Gocciolo come una fontana, vorrei solo rimettermi il pigiama e stare sotto le coperte a leggere. E magari riprovarci tra qualche giorno con questa pazzia del lavoro, ché oggi non è cosa.
30 dicembre: il giorno di San Fiorenzo da celebrare con una ricetta antica
A Firenze, varie ricorrenze sono legate al penultimo giorno dell'anno. Ricorre, infatti, il "miracolo di Sant'Ambrogio"*, ma il 30 dicembre è anche il giorno di San Fiorenzo.
Omissioni
Sono al tavolo di un bar del centro con Paola, agente immobiliare, o "real estate manager", come mi corregge sempre lei. Appassionata di pilates e meditazione, Cancro ascendente non ricordo, estrazione altoborghese, erede di un patrimonio cospicuo che le ha permesso di attraversare indenne questi anni di crisi e devasto sociale.
«Carino qui» dico, guardandomi intorno.
«Sì, è nuovo, ci vengo spesso, è un posto accogliente» dice lei, con gli occhi fissi sulla mia testa.
«Allora?» domando.
Siamo alla metà di un consulto importantissimo, e attendo il responso. Paola allunga una mano, prende una ciocca dei miei capelli, la esamina attentamente col piglio dell'entomologa. Infine la sentenza.
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