Firenze vs Gaiba


Firenze ha una bellezza talvolta ostile.
Non ti accoglie, rimane fredda e per starci devi conquistarti con le unghie il tuo spazio di comfort.
È bellissima e bruttissima, dipende dove si vive, che posti si frequentano.
Firenze ti rende difficile abitarla, è cara assatanata, caotica, poco fruibile.
È piena di gente che arriva qui solo per rimanerci dalla mattina alla sera.
Firenze è ambita.
Un'amica mi ha detto che ci sono 12 milioni di turisti all'anno*. Però all'ora di cena buona parte della città è semi-deserta.
Viverci, infatti, è tutt'altra cosa.
Esserci nati e viverci da sempre, un'altra cosa ancora.
Quando visito qualche altra città, mi pare sempre sia più semplice da abitare**.
Qui a Firenze è perennemente un gran casino. Soprattutto dal punto di vista logistico.

Ho avuto un moto d'invidia genuino quando anni fa ho visitato Gaiba in provincia di Rovigo. Mi sembrava un posto tranquillo, di quelli dov'è semplice vivere e lavorare. Gaiba ha un museo della Fantascienza — all'epoca nuovissimo, credo il primo d'Italia, curato da uno dei massimi esperti del genere — più una sala multimediale che ad avercene qui a Novoli.

Tanto per fare un esempio dei luoghi che mi capita di invidiare in quanto fiorentina.

Oggi scopro che il museo della fantascienza di Gaiba è chiuso già da un paio di anni, per mancanza di fondi. Mi dispiace un casino, volevo tornarci prima o poi.

*Questo post l'ho scritto prima del lockdown, intorno ai primi di dicembre 2019;
** Tranne Venezia, naturalmente.

👽Believing the strangest things, loving the alien 🎶


L'intelligenza emotiva di Daniel Goleman (recensione)


Ho finito L'intelligenza emotiva di Daniel Goleman edizioni Rizzoli.
Traduttore non pervenuto.
Ora, non ne volevo neanche parlare di questo libro, che ho finito controvoglia autoimponendomi di non iniziare altro finché non fossi arrivata in fondo.

Intendiamoci, questo patire auto-inflitto non perché sia un libro pessimo, anzi...

Stop.

La voce della coscienza mi fa fermare per rileggere la frase precedente: "non perché sia un libro pessimo, anzi..."
Ecco il problema.
Non è il libro, ma il fatto che non mi vanno molto a genio questo genere di letture.

E allora perché l'hai letto?

Proprio di questo volevo parlare. Ho comprato questo libro per una coincidenza curiosa. Nel giro di una quindicina di giorni, due persone che mi conoscono ⎼ non in relazione tra di loro ⎼ me l'hanno consigliato. Una si è pure raccomandata che lo leggessi. È bastato questo ad accendere la mia curiosità. Che a ben vedere è più che sufficiente, considerando che si tratta di un libro degli anni Novanta anche se viene stampato ancora.

Purtroppo, tempo un centinaio di pagine, ho iniziato ad annoiarmi a morte. Anche se non avevo mai sentito parlare di intelligenza emotiva, mi è sembrata una lettura piuttosto datata. È pieno di aneddoti che vertono tutti su bambini e matrimonio, due cose che non fanno parte della mia vita e con cui faccio fatica a relazionarmi.

È un libro pieno di liste e di acronimi. Questo è un aspetto che mi è piaciuto.

Per esempio, si parla del modello "socs" per la soluzione dei problemi: situazione, opzioni, conseguenze, soluzioni. È un metodo in quattro fasi che consiste nel prendere atto della situazione problematica identificando i nostri sentimenti al riguardo; pensare alle opzioni per risolverla; valutare a quali potrebbero essere le conseguenze in seguito alla messa in atto di tali opzioni; scegliere una soluzione e realizzarla. Una cosa banale, che ho trovato anche un pochino infantile.

Ci sono anche cose interessanti, tipo le 6 emozioni fondamentali nell'essere umano: felicità, tristezza, collera, sorpresa, timore, disgusto.
Ora, se questa informazione è giusta, noi tutti disponiamo di una base di emozioni di cui: 4 negative, una neutra, è solo una positiva.

Siamo nati per soffrire.

Un'altra lista divertente sono i 7 ingredienti fondamentali sul "come si impara", capacità importantissima nella vita ⎼ e che te lo dico a fare? ⎼ che per sbocciare ha bisogno di: fiducia, curiosità, intenzionalità, autocontrollo, connessione, capacità di comunicare, capacità di cooperare.

Allo stesso modo potremmo chiederci quali sono gli ingredienti del genio:




Vabbè, l'associazione è venuta spontanea.

Una curiosità che mi ha fatto concludere la lettura col sorriso. L'intelligenza emotiva finisce con la frase più passivo aggressiva di sempre:


Comunque l'ho portato avanti fino in fondo, dedicandogli un mucchio di ore, e ora non voglio dare un voto basso solo perché il libro di Goleman non è adatto a me, e i due che me l'hanno consigliato chissà a che pensavano  💞  Tutto sommato, nel suo genere credo sia una lettura valida.

Così come voto gli do 4 cacchette, ovvero l'espressione del genio 💩💩💩💩

Diario di oggi e di ieri


Oggi sono un po' più nervosa del solito. Il motivo è lavoro, ma non solo. Gli orari sballati, la cassa integrazione, l'atmosfera che non è delle più distese. Ci sono cose peggiori, ne sono consapevole, ma ogni tanto lo sconforto prende il sopravvento. Poi torno a casa, mi faccio una tisana e mi accampo sul divano col sottofondo musicale: Baby shark, senza soluzione di continuità. La bimba dei vicini ne va matta e i muri sono sottili. 
Tra un sorso e l'altro di malva e finocchio, razionalizzo il mio piccolo universo entropico.
Dovrei essere più riconoscente nei confronti della mia buona stella; i tempi sono quelli che sono, ci sono persone che il lavoro l'hanno perso, altre che non sanno dove sbatteranno la testa tra un mese. 
Per adesso io ho una grossa fortuna. 
Ma.
Ma, c'è un ma. A parte i soldi della cassa integrazione che non arrivano, c'è anche quel per adesso che ha già cominciato a farmi dormire malino. 
Ufficio riorganizzato, gente che viene tenuta a casa perché tanto paga lo Stato, scambi di orari che sballano tutto, scadenze che devono essere rispettate come se il covid-19 fosse scoppiato su una galassia lontana anni luce dalla nostra.
Da giorni la mia idea, il mio impulso più forte è mollare tutto e andare via. Niente di trascendentale, è un impulso normale, tutti lo proviamo di tanto in tanto. C'è chi lo sente di continuo. Poi nessuno si muove perché all'atto pratico: andare via dove? Come si campa andando via? Questa vita è quella che mi rimane attaccata addosso ed è quella che mi devo tenere perché non son mica sicura che ce ne siano altre migliori. 
Uh, che bel momento di depressione. 
C'è anche un altro motivo per tutto questo sconforto. 
Ho cominciato a leggere il libro su Tommaso Labranca "Le alternative non esistono" scritto da Claudio Giunta. Ho pianto alla seconda pagina. È una lettura abbastanza intensa per me, impegnativa in ogni senso. Lo leggerò piano piano. Il libro è bello – per quel poco che ho letto fino adesso – scritto e documentato bene. Ci sono alcune cose che non mi tornano, ma non mi aspettavo diversamente e ne scriverò quando l'avrò finito. 


Ieri sono passata davanti all'Antico Vinaio in via de' Neri e c'era gente, si cominciano a vedere i primi turisti in fila per la schiacciata. Quel vinaino snobbato dai fiorentini – me compresa, poco più avanti c'è un alimentari storico con un prosciutto fenomenale – è il primo segnale della ripresa turistica cittadina. 
Si rianimano le strade e le piazze che erano bellissime deserte, ma anche vederle riprendere vita non è malaccio. Gli amici che lavorano in centro hanno ricominciato a tirare su i bandoni ed è una bellissima notizia. 
E poi è tornato anche lui:

Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron (recensione)




Una fortunata lettura casuale questo romanzo piuttosto breve, di cui poi ho scoperto che esiste anche un film di qualche anno fa. Il libro è Un giorno questo dolore ti sarà utile, scritto da Peter Cameron e pubblicato in Italia da Adelphi con la traduzione di Giuseppina Oneto.

Mi è piaciuto.
Racconta alcuni giorni nodali di un ragazzo newyorkese di 18 anni, sotto forma di diario in prima persona, con tanto flusso di coscienza.
Mi piace molto il flusso di coscienza quando è fatto bene.
Una narrazione gradevole, un po' "giovane Holden" ma con in più tanto background di psicanalisi.
Il periodo è i primi anni 2000, in seguito al crollo delle torri gemelle e questo ragazzo con genitori separati è un introverso con un piede nell'autismo.
Solitario, lavora nella galleria d'arte della madre, non vuole andare all'università, sta bene da solo e va a trovare volentieri solo la nonna.
Non riesce a comunicare con nessuno della sua famiglia ed è incapace non solo di gestire, ma anche di comprendere i propri sentimenti e impulsi più basilari. Si trova così a vivere distaccato dagli eventi, sempre col cervello altrove, sentendosi un non-adatto.
Ora, mi scoccia ammetterlo, ma questo romanzo mi ha fatto squillare nella testa tanti piccoli campanelli, legati ad altrettanti dettagli nella narrazione. Col risultato che mi sono ritrovata in questo personaggio molto più di quanto mi piaccia ammettere.

Voto 4 aperitivi da bere assieme alla nonna, a casa sua in una sera d'estate: 🍸🍸🍸🍸

Della poca differenza



Molto del disappunto di questi giorni nasce dal rafforzarsi della consapevolezza che il nuovo mondo, della cui idea tutti ci siamo invaghiti, sarà ben poco differente dal vecchio. 
Certo, negli ultimi due mesi ci sono tante cose che sono cambiate, però - stringi stringi - nulla di veramente significativo. Superficialità, quisquilie, rotture di scatole, impoverimento. Cassa integrazione.

Mi viene in mente un dettaglio divertente.

Anzi, mi fa proprio ridere.

Parlo con amici che sono sempre stati un po' col piedino tendente a destra, con la manina pronta a scattare producendosi in rigidità grottesche, e adesso li scopro incazzatissimi per quanto le forze dell'ordine siano repressive, perché quella volta si stavano facendo i cavoli loro, gli hanno chiesto dove andate, hanno voluto i documenti, li hanno redarguiti con fare paternalistico per concludere con: questa volta non vi facciamo la multa e cose del genere, quando invece l'ordinanza non era chiara e dovrebbero essere più rispettosi dei cittadini. Cittadini-che-pagano-le-tasse.

Nel 2020 scoprire da insospettabili criptofascistelli – cartina di tornasole per individuarli: malcelata soddisfazione per i massacri di Genova 2001 + inossidabile tendenza all'autocommiserazione tout court – che le forze dell'ordine hanno bisogno di regole altrimenti tendono a diventare tracotanti è interessante, perché vuol dire aver vissuto poco o aver vissuto forse in qualche nicchia ovattata fatta di privilegi micragnosi e troppa televisione.
Accoppiata che ottunde e dà una percezione distorta di sé e del mondo in cui si vive.
Percezione che è pronta a volatilizzarsi in un puf! con un brusco tonfo nella "realtà vera" in caso, per esempio, di panedemia.
Ma anche in caso di molto meno.

Comunque che certe cose diventino un problema solo quando capitano in prima persona è un'altra "cartina tornasole dell'imbecillità" (cit. Tommaso Labranca❤️).

Le alternative non esistono


Domani esce il libro di Claudio Giunta su Tommaso Labranca.

Si intitola Le alternative non esistono e lo pubblica Il Mulino.

Aspettavo questo libro da quando ne ho sentito parlare per la prima volta, forse un paio di anni fa.

Nell'attesa ormai agli sgoccioli, mi delizio con questo video di presentazione della sig.ra Orietta Berti che - fortunatissima - ne ha una copia in anteprima.




Tommaso mi manca tantissimo.

Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità di Yuval Noah Harari (Recensione)


Ho finito di leggere Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità scritto da Yuval Noah Harari, edizione Bompiani.
A mio avviso è una lettura goduriosa e al contempo indispensabile. L'autore dipinge il quadro delle nostre origini in maniera magistrale, come non avevo mai letto. È un libro di intrattenimento, e fa il suo lavoro nel miglior modo, scrittura notevole e scorre che è un piacere, grazie alla traduzione di Giuseppe Bernardi.
Questa è la nuova edizione riveduta, probabilmente per sistemare alcuni punti controversi che avevano scatenato qualche polemica nella prima uscita.
Per quanto mi riguarda è stata una lettura piacevolissima che mi ha fatto venir voglia di approfondire certi argomenti. Come dice il sottotitolo, Harari fa una breve storia dell'umanità, partendo dalle tribù primitive di cacciatori e raccoglitori, seguendone migrazioni e sviluppi per il mondo, per arrivare all'essere umano attuale che grazie a tecnologia e conoscenza inizia a trascendere il proprio corpo fisico.
Bel libro, lo consiglio a chiunque, è avvincente e denso :-) Una lettura imprescindibile, almeno per me che ingnoravo un sacco di cose.
Voto cinque banane da dividere con i nostri cari antenati scimmie
🍌🍌🍌🍌🍌

Dimenticabile momento Zeitgeist: link per comprare Sapiens su Amazon sostenendo questo blog Sapiens. Da animali a dèi: Breve storia dell'umanità. Altrimenti compratelo dove preferite (io l'ho preso alla IBS di via Cerretani andandoci a piedi in una splendida passeggiata post-lockdown, per esempio).

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...