Se penso alla mia vita in modo astratto, senza realmente pensare a nulla in particolare, ho sempre la fastidiosa sensazione di aver sempre speso malissimo il mio tempo.
Un po' come lo Zeno Cosini dei frammenti sparsi post "Coscienza di Zeno" che, messo di fronte al classico dilemma faustiano, schifa sdegnato la possibilità dell'eterna giovinezza, perché preferirebbe di gran lunga barattarla con «qualcosa di molto nuovo, qualcosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni che vorrei rifare ora che so dove mi condussero*».
Ecco, proprio così.
La sensazione orrenda di un'intera esistenza sprecata in perdite di tempo.
Anche adesso, specialmente adesso, in questo grigio post pranzo domenicale, con la digestione in partenza e il caffè sul fuoco.