«Il Festival di Sanremo? Ma stai scherzando? Meglio un buon libro.» Questa risposta mi è stata data dalla coppia sposta e impegnata di turno quando l'altro giorno, tutta entusiasta, ho proposto una visione collettiva di almeno una serata del Festival di Sanremo appena concluso. La coppia impegnata mi ha guardata malissimo e classificata come minus habens della situazione. Perché loro sono di quelli che dicono: meglio un buon libro. Ma io stavo solo proponendo una serata con pochi amici, qualche pizza e birra e tante chiacchere - diluite tra quelle nostre - sulla tizia senza mutande e sul presunto vizietto coprofago di Morandi di cui non sapevo nulla, ma che a mio avviso è leggenda urbana ideale per far di ciane in una serata tra amici. La coppia impegnata mi ha sfanculato il concetto di serata in amicizia, altro che buon libro. Certo avrei evitato Celentano perché - senza entrare nel merito dei contenuti - proprio non lo reggo quel suo fare da ubriaco che millanta lucidità, ma sarebbe stato carino fare un ascolto critico e pettegolissimo delle canzoni in gara. Insomma: "meglio un buon libro" mi ha cassato la serata. E vabbè, avevo proposto la cosa all'ultimo minuto, così imparo a non selezionare gli inviti e "le genti" a cui li rivolgo. Tuttavia conoscendo bene i due soggetti in questione, il loro concetto di "buon libro" mi spaventa molto di più della visione di qualsiasi Festival di Sanremo.
Perché la coppia impegnata ha il televisore ultra piatto su cui si sfondano gli occhi ogni sera e poi e non son certo due lettori forti i miei amici. Di libri in
casa loro ne passano davvero pochi e solo quelli che hanno ottenuto l'imprimatur di Fazio o di altri programmi tv che adesso non mi vengono in mente ma che forse non conosco nemmeno. E quando gli capita di leggere un libro informano immediatamente gli amici di Facebook dell'impresa in corso, con status eroici del tipo: Ragazzi, cerchiamo di passare più serate a casa: stasera divano e un buon libro, relax e cultura! Ecco mi fanno anche tenerezza, ma poi mi fanno incazzare perché giudicano. Vabbè lo faccio anche
io, ma io ho un blog senza nomi né cognomi, creato apposta per questo scopo... mi sembra più
urbano.
Allora la serata Festival è saltata e me ne sono rimasta a casa, ho visto qualche episodio arretrato di Fringe che fa sempre piacere e mi diverte un casino nonostante la trama stia implodendo ogni puntata sempre più. No, l'altra sera non mi andava di leggere un buon libro.